Ama il prossimo tuo come te stesso – Il lato cantautoriale di Manuel Agnelli – Recensione

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Il 30 settembre Manuel Agnelli arriva con il suo primo progetto solista Ama il prossimo tuo come te stesso, pubblicato per Island Records.

Sapevamo già da qualche anno – se non da An evening with Manuel Agnelli – che questo sarebbe stato il destino dell’artista milanese. La voglia di distaccarsi dalla band e iniziare un progetto solista, ché evidentemente era quasi una esigenza, una voglia diversa di sperimentare, era ben evidente e mai stata negata. Quel momento è giunto pian piano; prima con i due brani scritti per il film Diabolik: La profondità degli abissi – vincitrice nella categoria dedicata alla miglior canzone originale dei David di Donatello 2022- e Pam pum pam; in seguito con altri due singoli, tra cui Proci che hanno anticipato l’uscita dell’album.

Proprio con quest’ultimo brano Agnelli ci ha portato fuori strada su quello che sarebbe stato il disco; ci si aspettava un lavoro più duro e ruvido ma Ama il prossimo tuo come te stesso non fa che seguire la malinconia di un artista che sente la necessità di scrivere e rendere concreta la sua arte. Ma se un minimo si conosce il cantante milanese l’album non poteva che avere queste peculiarità che sembrano restare il vero filo conduttore con gli Afterhours.

Perciò grazie a questo bisogno di allontanarsi dagli altri musicisti e dalla realtà musicale che lo circondava, Manuel Agnelli riesce a dare un tocco molto più personale al suo progetto, non che non abbia mai scritto testi autobiografici ma qui risultano più espliciti, quasi quanto ne I milanesi ammazzano il sabato.

Se da una parte ci si allontana da tutta la carriera precedente, dall’altra si trovano brani, come Severodonetsk, figlia indubbiamente di Male di Miele, che rimandano senza dubbio ad Hai paura del buio? Un po’ fuzz, con riff iniziali. Oppure Guerra e Pop Corn che si rifa’ al sound graffiante e liquido di Germi. Suoni che avevamo dimenticato da molti anni e che sembravano scomparsi anche negli ultimi album della band.

A contrapporsi alle chitarre elettriche vi sono tracce più cantautoriali come Tra mille anni mille anni fa e Ama il prossimo tuo come te stesso, omonima del disco. Un incontro di voce, piano e violino.

Manuel Agnelli è riuscito a creare un lavoro crudo e puro; nessuna omissione ma canzoni che sputano storie che avevano necessità di essere raccontate, Ama il prossimo tuo come te stesso arriva sin dal primo ascolto al suo obiettivo, non ci sono trucchi o inganni, nulla da capire oltre quello che viene detto e suonato. Storie che vale la pena ascoltare.

Beatrice Sacco
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