Mika, cantautore di fama mondiale, che ha da poco compiuto 37 anni, è attualmente impegnato in molte iniziative davvero interessanti. Ecco quelle che noi di Shockwave Magazine abbiamo selezionato per voi.
In un periodo in cui abbiamo sempre più bisogno di buona musica, che ti tenga compagnia, ci pensa Mika, con qualcosa che sicuramente non ci saremmo aspettati.
Dallo scorso 28 agosto infatti è disponibile su tutte le piattaforme, così come in rotazione sulle radio italiane, il nuovo singolo di Mika, nato in collaborazione con un giovane artista, Michele Bravi.
Cos’hanno i due in comune? Hanno calcato lo stesso palco, quello di X-Factor. Michele come vincitore nel 2013 e Mika come giudice per tre anni consecutivi (tra cui proprio il 2013) e di quest’anno insieme a Emma, Hell Raton e Manuel Agnelli.
“Dall’amore per la bella musica nascono grandi ispirazioni! Ho registrato una cover della fantastica canzone Bella d’Estate che Mango ha scritto con Lucio Dalla negli anni ‘80. Con me in questa nuova versione c’è Michele Bravi: ci siamo divertiti in un duetto che vi sorprenderà!”
L’annuncio a sorpresa condiviso sui social.
Ma non è finita qui. Lo stesso giorno infatti Mika ha annunciato un altro progetto importante, che segna il suo ritorno nelle radio francesi.
“Sono passati ben 6 anni dall’ultima volta che ho rilasciato un singolo in francese ed è quindi per me un grande piacere potervi annunciare che da mezzanotte, su tutte le piattaforme digitali, sarà disponibile Le Coeur Holiday, il nuovo singolo in collaborazione con i Soprano”.
“Le Coeur Holiday è una sorta di promemoria per ricordarci di tenere la testa alta e il nostro cuore leggero ma pieno”.
Mika è stato poi coinvolto personalmente da quanto accaduto in Libano lo scorso 4 agosto. Considerate le sue origini libanesi e il bilancio delle vittime infatti Mika ha deciso di impegnarsi in prima persona per aiutare il suo Paese. Ha avviato una campagna online per effettuare anche delle piccole donazioni per aiutare il processo di ricostruzione dopo l’esplosione al porto. Qui il link.
Ha scritto poi una lettera davvero struggente che vi invitiamo a leggere:
“Mia cara Beirut,
è mattina presto da questa parte del mar Mediterraneo, e mi sento al tempo stesso così vicino e così lontano da te. Così vicino a te, devastata dall’apocalisse, non riesco a smettere di guardare attonito i visi martoriati dei miei fratelli e delle mie sorelle. Nei loro occhi intravedo il terrore, le lacrime. Mi vengono i brividi quando vedo quel ferito riverso sul lunotto posteriore di una vecchia auto, quella ragazza coperta di sangue tra le braccia del padre, quegli abitanti sconvolti che corrono per le strade cosparse di calcinacci, vetri rotti, mobili inceneriti…
Così lontano da te, in balia dell’apocalisse, non riesco a smettere di pensare al rumore assordante delle due esplosioni che continua a rimbombare nelle orecchie della gente. Le grida delle famiglie in lutto e delle vittime frastornate si confondono con le sirene spiegate delle ambulanze nel cuore della notte. Al telefono mi hanno raccontato anche del silenzio che regnava alle prime luci del giorno, dell’odore che si sprigionava dalle macerie fumanti.
Di fronte a questo caos, ripenso a una frase del poeta libanese Khalil Gibran: «Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte». Da mesi avevi imboccato di nuovo la via della notte. C’erano le divisioni, l’eco dei conflitti alle frontiere, la corruzione, l’impotenza di chi ti governava, la crisi monetaria che ha gettato le famiglie nella miseria, e poi l’epidemia di Covid sempre più virulenta.
La leggerezza libanese, antidoto alle tragedie della storia, lasciava spazio alla rabbia e alla paura. Giorno dopo giorno l’angoscia mi saliva dentro, come se le tue ferite si riaprissero, come se le radici che ho lasciato all’età di un anno e mezzo mi riagguantassero.
E poi all’improvviso, martedì alle 18:10, una funesta nube grigia è salita dal porto, falcidiando un popolo allo stremo delle forze. Uno spesso fumo arancione ha offuscato il cielo di Beirut. Ha preso il posto del lontano ricordo, tante volte rievocato da mia madre, della luce gialla che inondava il nostro appartamento al quarto piano affacciato sul mare.
Come non leggere in quelle due esplosioni il simbolo di un sistema che va in pezzi. Come non sentirci il frastuono delle bombe che seminavano morte per le tue strade ancora segnate dalle stigmate della guerra. Il Primo ministro libanese Hassan Diab assicura che i responsabili dovranno «risponderne». Ma i responsabili di chi? di cosa? I responsabili di trent’anni d’agonia che hanno trasformato il Paese dei cedri nel Paese delle ceneri.
Dicono che la catastrofe sia un tragico epilogo. L’ultima di una serie di disgrazie. Dopo la notte arriverà l’alba. Conosco la tua resilienza, la tua forza, lo spirito di solidarietà nutrito dall’amalgama di culture che contraddistingue questa terra a metà strada tra il mondo arabo e l’Europa. Domani ti risolleverai come hai sempre fatto. La musica tornerà a risuonare dalle finestre, i corpi danzeranno tra i tavoli all’aperto, i profumi si spanderanno dalle cucine. E io sarò lì”.
Per di più il prossimo 19 settembre, Mika ha in mente di realizzare un concerto in live streaming dal titolo “I love Beirut”, il cui ricavato verrà donato alle persone in difficoltà.
Biglietti disponibili qui.
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