Nell’attesa che gli Helloween registrino il loro nuovo album con il ritorno dei due, storici, cantanti, Hansen e Kiske, la band power metal tedesca ci “aiuta” a sopportare l’attesa con tre remastered di tre album che sono stati, nel loro piccolo, significativi per la loro carriera. Di questi tre noi di Shockwave abbiamo scelto “Straight Out Of Hell”.
Sono ben tre gli album che gli Helloween hanno deciso di far uscire sotto forma di remastered: Unarmed, 7 Sinners e quello che ho deciso di “raccontare” in questa recensione, ovvero Straight Out Of Hell. Due di questi tre album, due album, 7 Sinners e Straight Out Of Hell, sono molto importanti per la carriera degli Helloween. Infatti sono considerati i due album della “rinascita” con una nuova formazione,una “rinascita” dopo anni bui in cui la band non era riuscita più di tanto a farsi apprezzare.
Straight Out Of Hell non fu definito un capolavoro, ed ora come ora non è neanche più di tanto ricordato, ma ai suoi tempi, nel 2013, fu fondamentale per il futuro della band, e lasciò soddisfatti molti dei fan degli Helloween. Prima di andare a rivivere quello che fu il quattordicesimo album delle zucche di Amburgo, mi viene da chiedermi il motivo per cui si sia fatta una remastered di un album “recente”, invece che puntare su album che hanno fatto la storia della band. Ecco, a fine articolo, dopo aver ripercorso l’album, mi auto-risponderò alla domanda.
L’album era una “rinascita” in tutto, più o meno. Dalla copertina in cui facevano ritorno con prepotenza le zucche e nelle canzoni, in cui tornarono melodie “classiche” alla Helloween con quella dose di “divertimento” a cui i tedeschi ci hanno sempre abituato.
Si comincia con “Nabataea”, praticamente un marchio di fabbrica degli Helloween, con una intro melodica che ci porta ad una canzone dalla durata di sette minuti in cui passiamo da ritmi veloci a ritmi più lenti. Interessante anche l’argomento trattato nella canzone, infatti si parla della civiltà scomparsa dei Nabatei e della loro capitale Petra. Segue “World of War”, una canzone che si presenta, fin dai primi versi, come una canzone contro le guerre, accompagnata da una parte strumentale anche in questo caso alla Helloween.
Con la terza traccia, “Live Now”, ci troviamo davanti ad un sound completamente diverso da quello delle prime due tracce, quasi ad essere più moderno, per poi ritrovare dei sound più classici con le due tracce “Far From The Stars” e “Burning Sun”. Dopo una traccia che onestamente stento a capire, soprattutto nel sound, ovvero “Waiting For The Thunder” arriva la prima ballad di Straight Out Of Hell, dal titolo “Hold Me In Your Arms”, una ballad che si divide tra parti completamente acustiche e, nel finale, parti elettriche con la presenza, minima, di orchestrazioni.
Dopo “Wanna Be Good” che si rivela per essere un tributo a Freddie Mercury grazie alla somiglianza con We Will Rock You arriva la title track “Straight Out Of Hell”, una traccia sulla linea di “Nabataea”, anche se in questo caso troviamo una canzone molto più incentrata sulla velocità. L’album fino ad adesso si dimostra avere un solo, grosso, punto debole ovvero la “stanchezza”. Le tracce fino ad ora sono “solo” dieci, ma sembrano essere un’eternità, pensando soprattutto al fatto che gli Helloween abbiano deciso di fare un album di sedici tracce.
Probabilmente gli Helloween avessero deciso di mettere meno tracce in Straight Out Of Hell molte di esse sarebbero state ricordate, pensando soprattutto al fatto che molti dei singoli si avvicinano molto al sound “classico” della band tedesca.
Delle tante tracce presenti in Straight Out Of Hell che funzionano da “ritorno al passato” quella più rappresentative di questo “ritorno al passato” è sicuramente “Years” che di certo non si dimostra per essere un brano eccezionale, ma sicuramente, tra i ritornelli melodici e le parti più “pesanti” durante le strofe, si dimostra per essere all’altezza degli Helloween “old-school”. Nell’album trova spazio anche un’altra canzone di protesta, ovvero “Church Breaks Down”, che come da titolo si rivela per essere per essere una canzone di protesta contro la chiesa, più precisamente contro i crimini commessi da essa. Quest’ultima traccia, insieme alle ultime due, “Another Shot Of Life” e “No Eternity”, chiude Straight Out Of Hell, ed in più ci “salvano” da un album che si stava rivelando molto noioso. Soprattutto la penultima traccia, “Another Shot Of Life”, oltre ad essere un buon mix tra melodia e groove pesante (come già “assaggiato” in questo album).
Quindi è servito veramente fare una remastered di un album del 2013 che non è rimasto nella memoria dei fan della band? Sì, è servito. Infondo Straight Out Of Hell non è un cattivo album, certo, come ho già detto, non è neanche un capolavoro, ma di certo questa riuscita potrà servire per far ricordare ai fan degli Helloween, e non, qualche traccia meritevole di essere ricordate, e chissà, magari potrebbe essere riproposta live.
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