Dan Brown, un inventore della Storia

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Dan Brown, uno degli scrittori più famosi dell’epoca contemporanea, nasce il 22 Giugno 1964 nel New Hampshire, negli Stati Uniti, da una famiglia di scienziati e religiosi.

Il padre Richard infatti era un professore di matematica, mentre la madre Connie era molto legata al coro della chiesa: questo binomio ha quindi caratterizzato fortemente il figlio Dan, che già dall’infanzia crebbe con questo pensiero fisso, ovvero unire la scienza e la religione in un unico universo.

È stata proprio questa sua caratteristica a renderlo famoso in tutto il mondo: l’essere un creatore, un “inventore” della Storia (quella con la S maiuscola), ha fatto si che Dan Brown venisse acclamato dal pubblico e dalla critica, seppur ricevendo anche numerose polemiche e critiche.

Dan Brown
Dan Brown, scrittore statunitense, autore del bestseller “Il codice da Vinci”. Ritratti scattati a Firenze all’interno della Biblioteca Medicea. © PHTOGRAPHER GUIDO GUA’ – all rights reserved

Il suo romanzo più importante, Il Codice da Vinci, racchiude al suo interno tutte i tratti distintivi di Dan Brown, in particolar modo di quello che è stato il suo percorso di vita.Arrivato in Italia nel 2004, il romanzo dello scrittore statunitense è una caccia al tesoro, un racconto di formazione, un percorso storiografico di grande efficacia.

Il protagonista della vicenda è Robert Langdon, un professore dell’Università di Harvard specializzato in Storia dell’Arte e Simbologia il quale, venuto a conoscenza dell’omicidio del curatore del Louvre, decide di andare ad indagare.

Tuttavia, una volta arrivato all’interno del museo, il protagonista si renderà conto, passo dopo passo, di essere entrato in una storica spirale di violenza, uno scontro secolare che vede la Chiesa Cattolica, attraverso l’Opus Dei, combattere i membri di una setta segreta: il Priorato di Sion.

La brillante idea di Dan Brown, quindi, è stata quella di unire, all’interno de Il Codice da Vinci, la storia apocrifa e la storia narrata. Utilizzando la leggenda del Santo Graal, lo scrittore porterà i suoi personaggi a scoprire e riscoprire la Storia, a vedere con un occhio diverso quello che loro già conoscevano.

Già nella prima parte del libro lo scrittore “riscrive” la storia ed il significato di numerose opere d’arte di Leonardo da Vinci, vero Deus ex machina della vicenda: è solo grazie all’intervento artistico del pittore italiano e agli indizi lasciati dal curatore Jacques Sauniere che i personaggi si uniscono alla vicenda.

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Vergine delle Rocce (1483-1486), uno dei dipinti di Leonardo, veri e propri co-protagonisti nel romanzo Il Codice da Vinci.

Forte dei suoi giovanili studi nel campo della Storia dell’Arte, Dan Brown ha dato dei nuovi punti di vista alle opere di Leonardo. Le fascinose meccanizzazioni mentali spiegate per lui dal personaggio principale, Robert Langdon, sono un punto di forza del romanzo.

In particolar modo la prima “caccia al tesoro” all’interno de Il Codice da Vinci è un chiaro esempio del talento dello scrittore del New Hampshire: qui Robert, insieme alla sua nuova compagna d’avventura Sophie Neveu, si addentra all’interno dei corridoi di un Louvre senza luci, privo di persone, avvolto completamente dall’ignoto.

Come in una giungla conradiana, il “Cuore di Tenebra” è l’elemento più difficile da trovare, perché oltre a cercare all’interno di un luogo bisogna anche guardare dentro se stessi. Ed è proprio qui che subentrano anche i lati psicologici dei personaggi: in particolar modo la caratterizzazione di Sophie, che si rivelerà, in più situazioni, la vera chiave di volta della vicenda.

Dato il clamoroso successo del romanzo Il Codice da Vinci, nel 2006 Hollywood ha deciso di crearci sopra un film, intravedendo, sin dal primo momento, un’immane fonte di guadagno.

Ron Howard, regista di grande spessore all’interno delle Mayor americane, per la realizzazione di questo film, ha guidato un cast d’eccezione, avendo tra le mani attori del calibro di Tom Hanks, Audrey Tautou e Sir Ian McKellen.

L’opera cinematografica non si discosta molto dalla storia del Romanzo, seppur modificando, sempre con il consenso del romanziere, il percorso di alcune scene: per capire quanto detto basta leggere la presentazione del protagonista all’interno del romanzo e metterlo a confronto con la presentazione utilizzata nel film.

Il percorso narrativo è lo stesso, tuttavia la modalità con la quale ci si arriva è leggermente diversa. Mentre il romanzo ha come forza principale l’uso delle parole, il film ha dalla sua parte molti più aspetti, che aiutano sia il regista nella realizzazione sia lo spettatore nella comprensione.

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I protagonisti in una scena de Il Codice da Vinci (2006): Audrey Tautou, Tom Hanks e Ian McKellen.

Mentre nel romanzo viene dato il via alla vicenda facendoci vedere un Robert Langdon appena sveglio dopo una serata passata ad un convegno che aveva lui come protagonista, nel film si vede il convegno in sé.

Grazie al simposio del professor Langdon veniamo a conoscenza delle sue passioni, del suo carattere e delle sue paure; le finalità con il romanzo sono le medesime, cambia solamente il luogo e le modalità.  

Nonostante il grande successo al botteghino, il film, come il romanzo in precedenza, mosse profonde critiche a Dan Brown, soprattutto a livello religioso. La Chiesa infatti si espresse duramente contro l’opera nelle sue varie forme.

Ciò che venne prevalentemente presa in evidenza fu la totale accezione negativa della Chiesa all’interno dell’opera, criticando fortemente questa idea della Chiesa come la “ricostruttrice” della vera Storia. All’uscita del film anche Monsignor Dario Viganò, uno dei più grandi critici cinematografici italiani, parlò aspramente dell’opera, giudicandola come “una pretesa di Dan Brown di emulare Umberto Eco”.

Nonostante la forte opposizione del gruppo religioso, molti rimasero affascinati da questa novità letteraria, che avanzava ipotesi originali verso una storiografia per lungo tempo mai attaccata.

Lo stesso Ian McKellen, in un’intervista, difese con veemenza l’opera di Dan Brown, proteggendo anche la libertà della persona, che si sentiva minacciata, nuovamente, dall’influsso della chiesa. Ecco un estratto dell’intervista:

“Le persone sono per natura attirate dal mistero, ma quando questo mistero presuppone che tutto quello che la religione fino a oggi ci ha raccontato è una balla allora diventa un caso sensazionale. L’idea che per questo motivo il libro non debba essere letto, che è poi la linea ufficiale del Vaticano, credo sia semplicemente patetica».

Uno stregone non è mai in ritardo. Né in anticipo. Arriva precisamente quando intende farlo.

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Luca Bernardini
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