20:49: Ecco l’inno di Mameli sul palco dell’Ariston, suonato impeccabilmente dalla banda dell’esercito, con tanto di intonazione da parte del pubblico. Con la trionfale uscita della banda, inizia la finale del 73° festival di Sanremo, hashtag #sanremosiama. Viene finalmente svelata la classifica provvisoria delle quattro serate, che vede ultima e penultima Sangiovanni e Fred De Palma, e nella top 5 (in ordine ascendente), Irama, Ghali, Annalisa, Angelina Mango, e in prima posizione (provvisoria) Geolier.
Immancabili i fischi dell’Ariston: il Geolier – gate non si placa. Pazzo di Te di Renga e Nek, come nelle precedenti due esibizioni, non emoziona né colpisce, e scorre placida senza scossoni di sorta. Big Mama, al contrario, indossa con grazia il suo abito di crinolina scarlatto, e interpreta con maggior carattere il suo brano. Onesta e intensa: viene voglia di stringerci un’amicizia fatta di spritz e gossip. La triade iniziale è conclusa da Gazzelle (e dai suoi occhiali da sole al chiuso, con tanto di outfit spezzato + felpa piuttosto sgradevole, una sessione di armocromia avrebbe giovato), il quale, ancora, non stupisce con la sua Segui Me. L’attitudine di trovarsi allo Spaghetti Unplugged e venir pagato in birre a fine serata non è particolarmente adatta all’Ariston. Le quote testosteroniche portate da Dargen D’Amico ravvivano il mesto palco, con outfit da Strega Rossa di Wonderland: la sua Onda Alta continua ad essere la proposta più intelligente ed impegnata dell’edizione. Post prima pubblicità, l’ingresso di Rosario Fiorello alla co-conduzione; squadra che vince non si cambia, per Amadeus. Medley High tech-assisted di Billie Jean e Vecchio Frack di Domenico Modugno: stranamente godibile e lontano da kitsch cui Fiorello ci aveva abituati – merito dei Light Palace, compagnia di danza di Kiev. Simpatico il siparietto nostalgico dai toni elegiaci riguardo il successo dei Sanremo diretti da Amadeus – perdendosi poi nei deretani delle balene. La seconda triade è introdotta da Il Volo, con Capolavoro, che, di nuovo, non stupisce e si limita al compitino – con la differenza che, quest’anno, a quanto pare, i gusti del pubblico sono cambiati. La Bertè, travestita da corvo, poi, interpreta magistralmente la sua Pazza, con professionalità ed energia. Annunciati da Fiorello sono i Negramaro (e relativo siparietto) con Ricominciamo Tutto, che replicano le ottime performance dei giorni scorsi. Vincitore morale (sebbene non in gara!) della sezione è Tananai, uno dei cantautori rivelazione degli ultimi anni, un talento candido in mezzo ad un mare oscuro di apatia, che si esibisce con Tango in Piazza Colombo. All’Ariston, invece, Mahmood bissa il successo già ottenuto in settimana con Tuta Gold, indossando una tuta dorata oversize con un’eccellente operazione di marketing meta-musicale. Tuta Gold rientra nell’universo lirico urbano di Mahmood, liricamente e musicalmente: ottimo esempio di coerenza interna e cantautorato, di democrazia e liberta. Ovazione meritatissima. I Santi Francesi hanno lo sgradito compito di esibirsi dopo Mahmood e Tananai, con L’amore In Bocca: non sfigurano, il brano funziona ancora ma non esplode. Nel frattempo, ore 22:20, il televoto si intasa. Il ricordo di Sergio Endrigo porta a quello della tragedia dell’esodo giuliano-dalmata, il genocidio delle foibe – storia a lungo dimenticata, e ancora negata in molti paesi europei. Meraviglioso Roberto Bolle nel Bolero: una scultura vivente che si muove con indescrivibile grazia e bellezza. Una coreografia, come annunciato, estremamente sensuale ed erotica: Roberto Bolle è un Apollo fattosi umano. La gara, nel festival di Sanremo 2024, prosegue, mentre le undici di sera si avvicinano, con Diodato con Ti Muovi: brano non forte come Fai Rumore, ma ugualmente apprezzabile.
Sono le undici e Fiorella Mannoia è solamente l’undicesima cantante in gara. Elegantissima, tubino nero e capelli fiammanti, Fiorella è ancora l’interprete contralto migliore d’Italia, con Mariposa, dalle belle parole scritte da Cheope – figlio del celebre Mogol. Outfit simile ma più scollacciato per Alessandra Amoroso, che, con Fino a Qui, ancora non convince, nonostante la performance vocale impeccabile. Si prosegue con un evitabilissimo siparietto di Fiorello e Amadeus e con Alfa (sostanzialmente un emulo degli One Republic) con Vai. Impossibile togliersi dalla testa sia il ritornello del brano che la relativa fonte d’ispirazione originale di Ian Scott e Mark Jackson. Irama, un tempo golden boy della musica italiana, propone Tu No ed un outfit di scarso gusto: il brano è emozionante e funziona, sebbene ricada nel tipico melodramma Iramiano. Ore 23:22, Gigliola Cinquetti delizia il pubblico con la sua voce ancora splendida – lei, sì, ha ancora l’età. Sessant’anni per Non Ho L’età. In collegamento dalla Costa Smeralda è poi Tedua, che col suo La Divina Commedia ha compiuto un miracolo nell’hip-hop italiano e qui propone Red Light. Si prosegue con la gara a passo di lumaca: Ghali è il quindicesimo, al giro di boa, in completo nero, con Casa mia – che, come già dimostrato, è un ottimo pezzo che rientra perfettamente nella poetica di Ghali. La presenza di Rich_Olino, sua mascotte, e il suo messaggio di stop al genocidio dei palestinesi, donano movimento ad una serata, altrimenti, asfittica ed infinita. È poi l’ospite Luca Argentero a presentare il sedicesimo artista, Annalisa, fra i favoriti, con Sinceramente. L’ottima performance sicuramente la consacrerà in vetta alla classifica.
È ormai un nuovo giorno, e Fiorello e Amadeus continuano con siparietti che consacrano il loro amore – gli Amarello sono qua e altre amenità simili. E’ finalmente il momento di Angelina Mango, figlia del cantautore lucano, con La Noia, scritta da Dardust, dai toni world music – pezzo che diventerà, al di là di Sanremo, una hit estiva. Inciampa e delizia tutti nel farlo: orazione all’Ariston.
Ma è ora il gran momento che l’intero sud Italia aspettava, al Festival di Sanremo: Geolier è sul palco, con I P’me, Tu P’te: come già proposto, un tipico brano hip-hop/trap per l’autore de Il Coraggio dei Bambini. Di sicuro successo duraturo.
Probabilmente ciò che convince, di Geolier, è la sua attitudine da Bro, da normale essere umano – e se ne va fra gli applausi. E al suo posto Emma, con Apnea, che ripropone una delle sue tipiche performance energiche.
Sale Il Tre sul palco, con Fragili: brano estremamente simile a quello di Irama (come, del resto, l’artista) e sebbene non risulti fra i peggiori, di certo non spicca se non per simpatia. Gli si vuole bene. Ventunesimi ad esibirsi sono i Ricchi e Poveri, e francamente inizia ad essere troppo tardi per apprezzare i maxi abiti rossi dei due, Angela e Angelo. Ma Non Tutta la Vita, con ancora testo di Cheope, che fa molto piano bar anni ’80. Fortunatamente, l’immancabile Davide Petrella ha composto anche il brano portato dai The Kolors, Un ragazzo Una ragazza, che si mantiene sullo stile italodisco (ehm…) della hit Italodisco, che risveglia i più assonnati. Si prosegue stranamente rapidamente, col ventitreesimo artista in gara, Maninni, con Spettacolare. Dolcissimo, ispirato e romantico: forse troppo, per questi tempi duri.
Salgono sul palco i La Sad, boyband cosplay di punk d’annata, con trasferello con faccione di Amadeus, e ci deliziano (o no) con Autodistruttivo, fra autotune, stonate e i Sum41 con vent’anni di ritardo. E’ finalmente il momento di un altro dei protagonisti (come già della scorsa edizione!), Mr Rain, con Due Altalene. Mr Rain tiene la scena da solo, descrive sogni ed incubi, piano e voce: è un artista già completo, che ha una ben definita identità musicale.
Siamo alle battute finali della prima tranche, e sale Fred De Palma sul palco – ad ora, penultimo classificato. In total white, la sua Il Cielo Non ci Vuole risulta troppo oscura e inquietante per gli standard sanremesi, sebbene sia oggettivamente un ottimo pezzo per il genere urban/trap. Fiorello è adorabile nella sua evidente palpebra calante, durante un tentativo di freestyle con Fred.
Il Travolta-gate ha poi un improvviso revival alle ore 01:15, con reinterpretazione del classico – Il Ballo del Qua Qua – di Romina Power in chiave Luca Carboniana: Farfallina e Qua Qua, al di là del kek, del cringe, e qualunque altro termine internettiano di memica memoria vi venga in mente. Sangiovanni sale sul palco e ristabilisce il giusto grado di mestizia giovanile all’Ariston, con outfit oversize e Finiscimi. Va bene, ti finiamo. Del resto l’importante è partecipare. Baci in capo a Lino Banfi da parte di Fiorello (il quale non sembra apprezzare), al contrario di Mara Venier.
Si prosegue con la gara. Assolutamente impeccabile Clara, con la sua Diamanti Grezzi, purtroppo penalizzata dall’orario. Outfit meraviglioso, da divinità greca. E’ la Annalisa Minetti della sua generazione. Penultimi ad esibirsi sono i BNKR44, altre reclute da Sanremo Giovani, con Governo Punk. Le vibes da dejavu dei Finley sono fortissime. Ultima ad esibirsi è Rose Villain, con Click! Boom, dolce ballad di cui si a avverte il valore cantautoriale – l’unica, fra le donne, Rose Villain, a proporre un brano scritto interamente da lei. Tiene il palco, e gestisce degnamente l’infido slot riservatole.
Lo stop al televoto viene dato all’01:43. Il Festival di Sanremo 2023 entra nel vivo. Tardivamente.
Ore 1:50. Il Premio Città di Sanremo viene consegnato a Pippo Balistreri, direttore per 41 edizione del palco di Sanremo, inclusa quella corrente. Un gigante del suo campo, emozionato come un bambino per via del premio.
Ore 01:54. LA classifica definitiva viene annunciata (dal basso verso l’alto):
- Fred De Palma
- Sangiovanni
- BNKR 44
- La Sad
- Maninni
- Renga&Nek
- Clara
- Rose Villain
- Big Mama
- Ricchi e Poveri
- Dargen D’Amico
- Negramaro
- Santi Francesi
- Mr Rain
- The Kolors
- Fiorella Mannoia
- Emma
- Diodato
- Il Tre
- Gazzelle
- Alfa
- Alessandra Amoroso
- Il Volo
- Loredana Bertè
- Mahmood
Grande delusione per l’esclusione di Mahmood dalla top five. Dunque, i cinque artisti che si giocano la vittoria per Sanremo 2024 sono: Geolier, Irama, Ghali, Angelina Mango, Annalisa. Si azzera il televoto, e si ricomincia a votare per pochi minuti. Ultimo ospite di serata, totalmente a sorpresa, è Lazza: si esibisce con Cento Messaggi. Brano inedito per il rapper milanese, è una sentita ballad riguardante una rottura piuttosto dolorosa.
Fiorello e Amadeus prendono tempo in attesa della classifica finale e dei premi della sala stampa, con affascinanti monologhi a braccio libero.
Ore 02:19: stop al televoto! I premi della Sala Stampa vengono così assegnati: il Premio Mia Martini va a Loredana Bertè; Angelina Mango riceve il premio Lucio Dalla; il premio Sergio Bardotti per il miglior testo va a Fiorella Mannoia; infine, il premio Giancarlo Bigatti per la miglior composizione musicale viene assegnato dall’orchestra ad Angelina Mango.
I giochi sono finiti, i cinque finalisti sono allineati sul palco. Ore 2:25. Infine, la proclamazione. Al quinto posto Irama; quarto, Ghali; terzo, Annalisa; secondo, Geolier.
Vincitrice della 73° edizione del festival è Angelina Mango! Una donna torna ad essere vincitore del Festival di Sanremo.
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