L’attrice e cantautrice Maria Roveran il 28 giugno sarà al 67° Taormina Film Fest come protagonista femminile dell’atteso film di Claudio Cupellini La Terra dei Figli, liberamente tratto dall’omonima graphic novel di Gipi, che uscirà in sala il 1° luglio distribuito da 01 Distribution.
Nel film la Roveran interpreta il ruolo di Maria Roveran, una giovane donna sopravvissuta alla fine della civiltà così come la conoscevamo. All’interno di questo scenario apocalittico incontra il protagonista della storia di Cupellini, interpretato da Leon de La Vallée (rapper conosciuto nella scena musicale come Leon Faun) da cui verrà salvata e con cui intraprenderà un lungo viaggio…
Maria Roveran, inoltre, nel film è anche cantautrice e produttrice assieme a Joe Schievano e Matthew S. del brano di repertorio Terra che trema, che sarà pubblicato prossimamente.
Il pezzo, nato da una filastrocca cantata dall’artista durante una scena del film, è un brano totemico e vuole essere un vero e proprio canto della Terra, un inno alla dualità della Vita e ai suoi chiaro-scuri. Tematiche particolarmente care all’artista che ritroviamo anche nel suo ultimo progetto musicale Epitome.
Maria Roveran sul suo personaggio
“Quello che interpreto è un personaggio che rivela purezza e fragilità, quella fragilità che, delle volte, ho l’impressione si debba far attenzione a mostrare. La vedremo compiere il suo cammino personale tra incontri e scontri che, nel bene e nel male, la porteranno a scoprire se stessa e ciò che la circonda.
Interpretare questo ruolo è stato davvero molto significativo per me, mi ha toccato profondamente, sin dai primi provini. In questo personaggio ho scorto il mio essere inerme e al contempo piena di forza. Soprattutto, ho scoperto che dietro la più profonda fragilità si può celare una forza enorme.
Spero davvero che questo personaggio riesca a toccare il cuore del pubblico così come ha toccato il mio“.
Maria Roveran sul brano “La terra che trema”
“Nel corso del film, il personaggio che interpreto canticchia parte di una filastrocca. Non sappiamo chi gliel’abbia insegnata. Non sappiamo da dove questo testo provenga ma sembra riportarci ad un tempo ormai passato. Un tempo in cui gli uomini sapevano ‘sentire’ oltre i sensi fisici e oltre le parole.
Il personaggio che interpreto è un personaggio puro, senza preconcetti, senza corazze o scudi, in ascolto e alla ricerca di un luogo da chiamare ‘casa’. Canta parte di questo testo con leggerezza e spontaneità, ed è proprio in questa sua natura fanciullesca, a tratti inerme, che ho avvertito qualcosa di straordinariamente potente. Qualcosa di prezioso che forse vive in ciascuno di noi e che ci rende figli di questa Terra che, anche se trema, è di Terra, è ancora“.
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