I Sevendust tornano in scena con il loro tredicesimo album Blood and Stone, con un totem di rocce in un lago di sangue in copertina l’album promette di essere una combinazione di violenza esplosiva e introspezione malinconica. Blood and Stone è piuttosto lungo si tratta di ben tredici brani che spaziano tra sonorità Djent, Metalcore e una punta di Shoegaze presenta una grande varietà, come i Severndust ci hanno abituato da tempo.
La violenza dei Sevendust si palesa subito
La violenza si palesa subito all’inizio dell’album con il primo singolo estratto Dying to Live, quì possiamo subito ascoltare le influenze Djent alla primi Periphery, mischiate ad un Metalcore reminescente dei loro primi album, o dei loro brani da compilation WWE, ottimo il suono della distorsione di John Connolly e Clint Lowery.
Questa violenta apertura continua con Love e Blood from a Stone, altro singolo estratto nonche title track di Blood and Stone, in quest’ultimo brano i Sevendust sembrano proprio riportarci ai primi 2000 con una sonorità e struttura completamente Metalcore.
Andando avanti Blood and Stone sembra rallentare
Andando avanti l’album sembra rallentare con il brano Feel Like Going On, dove è possibile ascoltare quella punta di Shoegaze, quella malinconia che comincia a pervadere l’album che continua in Blood and Stone con il terzo singolo estratto: What You’ve Become. Il brano è potente, tipico suono Metalcore ma con sempre un tema più malinconico, che poi sfocia in un grande sfogo con il brano Kill Me dove ritorna il Djent ma non la violenza esplosiva.
Il resto di Blood and Stone continua con il tema della malinconia, diventa sempre più difficile trovare la violenza nei brani, e questo si riflette anche nei titoli di questi: Desperation, Nothing to See Here Anymore, Alone. In alcuni di questi I Sevendust sembrano preferire un andamento più ternario (6/4), quasi da ballata mantenendo comunque una certa potenza grazie alla batteria di Morgan Rose.
La canzone finale: The Day I Tried To Live è degna di essere menzionata, è parte della vena appena accennata di Post-grunge che I Sevendust ogni tanto mostrano. Per sonorità ricorda In Bloom dei Nirvana, nell’improbabile eventualità che questi si fossero dati al Metal, a parole sembra un pasticcio improbabile ma funziona.
Conclusioni finali
Blood and Stone è un album di facile ascolto, vario con momenti di leggerezza e pesantezza con nessuna pretesa di essere rivoluzionario nel suo genere, lo stesso John Connolly ha definito la sua musica come pesante, commistione di Rock e Metal, senza una direzione precisa in questi due generi. I Sevendust sono come fermi nei primi 2000 da molto tempo, hanno perfezionato la loro abilità nel produrre musica in quello stile Metalcore e Blood and Stone è l’ennesima conferma di tutto ciò.
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