Metalcore of the decade: la top 10 dei migliori album metalcore degli ultimi dieci anni

| | , ,

Nonostante la continua evoluzione e “ibridazione” con altri generi ormai sempre più evidente, il Metalcore è uno di quei macrocosmi musicali che, nonostante tutto, continua a trovare sempre nuova “vita” nella scena mondiale. L’ultima decade in particolar modo è stata madre di una serie di lavori iconici per il genere, destinati a rimanere scolpiti negli “annales” della musica contemporanea.

Andiamo allora a vedere la Top 10 dei migliori album Metalcore della scorsa decade

10 “Homesick” A Day To Remember

Uno skate, la California e house-party americano. 3 immagini che descrivono perfettamente “Homesick” degli A day to Remember, uscito nel 2009 per Another Victory. Riff incalzanti, breakdown potenti e ritornelli sing along hanno fatto si che quest’album diventasse una pietra miliare del genere, rendendolo attuale ancora oggi. tracce consigliate: The downfall of us all, I’m made of wax, Larry, what are you made of?, Have faith in me.

9 “Stand up and Scream” Asking Alexandria

Se nel 2009 amavate la cultura emo sicuramente avrete sentito almeno una canzone relativa a “Stand up and Scream”, pubblicato per “Sumerian Records”. Caratterizzato da un utilizzo più spinto di musica elettronica, sintetizzatori e da uno scream più disperato, ha fatto da trampolino di lancio per gli Asking Alexandria, che cambiando il loro sound album dopo album, si sono affermate come una delle band metal più importanti degli ultimi anni. tracce consigliate: The final episode, Not the american average, A single moment of sincerity.

8 “They’re only Chasing Safety” Underoath

L’album ideale per i momenti “No” della vita. Potremmo definire così “They’re only chasing safety” degli Underoath, uscito nel 2004 per Solid State Records. Diventato in poco tempo uno dei lavori che aiuteranno a definire il genere lungo gli anni, le principali peculiarità sono una voce molto graffiante, alternata a pause emotional, le quali riusciranno a tirar fuori tutti i feels racchiusi in voi. canzoni consigliate: A boy Brushed red…; Down, set, go; i’m content with losing.

7 “Killing with a smile” Parkway Drive

La potenza e pesantezza della voce e dei suoni utilizzati in questo secondo prodotto della Band australiana (Epitaph records, 2006) vi colpiranno dal primo momento in cui premerete play. Non solo non avrete interruzioni dovute a clean vocals, ma chitarra e batteria continueranno imperterrite a pestarvi nelle orecchie. E voi potrete soltanto apprezzare. Canzoni consigliate: Pandora, Romance is dead, A cold day in hell

6 “Messenger” August Burns Red

Con “Messenger”, degli August Burns Red (Solid State Records 2010), entriamo in quella frangia più estrema del metalcore. In questo album non c’e neanche l’intenzione di pensare una voce pulita. Lo scream è acido, focalizzato su frequenze prettamente alte e accompagna perfettamente “i chitarroni” degli August, che per la prima volta iniziano a suonare riff più complessi tecnicamente. canzoni consigliate: Back burner, The truth of a liar, Composure

5 “The fall of ideals” All that remains

“The fall of ideals” degli All That Remains, uscito per Razor e Tie recordings nel 2006, è un trionfo di riff veloci, scream aggressivi e doppia cassa costante. Considerati tra i capostipiti del genere, gli A.T.R sono stati tra i primi a guadagnarsi la classifica grazie alla loro musica, missione non facile data la particolarità del genere. Grazie ad un mix ben equilibrato di cattiveria e sentimento, l’album non risulta mai stucchevole o pesante all’ascolto e, se siete amanti della dinamicità, entrerà tra i vostri preferiti. Canzoni consigliate: This calling, Not alone, Six.

4 “Plagues” The Devil Wears Prada

C’è veramente poco da dire su questo lavoro dei The devil wears prada se non “metalcore as it’s finest”. Pubblicato per Rise/ferret music nel 2007, “Plagues”, incarna tutte le caratteristiche principali del metalcore e le esalta al massimo, perciò vi resta solo che recuperarlo. canzoni consigliate: Number three never forgot, This song is called, The scorpion deathlock.

3 “Scream aim fire” Bullet For My Valentine

“Non ce la faccio, troppi ricordi” Quando si parla di un album del genere non si può che esordire con la citazione del buon trio Aldo Giovanni e Giacomo. Uscito nel 2008 per 20 20 entertainment LLC “Scream Aim Fire” è uno di quegli album che accompagna e ha accompagnato intere generazioni durante momenti felici, delusioni amorose, periodi bui e via discorrendo. Ci sarà sempre una canzone che potrai ascoltare per sfogare il tuo rancore o semplicemente per enfatizzare uno stato di euforia momentaneo, ed è proprio questo che rende “Scream Aim Fire” unico. canzoni consigliate: Scream Aim Fire, Hearts Burst into Fire, Waking the demon

2 “Shadows are Security” As i lay Dying

Band che negli anni passati ha ricevuto feedback molto diversi, dovuti alla condotta controversa del cantante, gli As i lay dying, nel 2005, con Shadows are security (Metal Blade Records) hanno alzato l’asticella della qualità non di poco. Nonostante una vita privata travagliata, Tim Lambesis, frontman del gruppo, è stato sempre un valore aggiunto per la band. Con la sua presenza scenica imponente ed una voce spaventosamente enorme, ha contribuito a rendere quest’album ed i suoi successivi show dal vivo, un’esperienza da non perdere. canzoni consigliate: Confined, The darkest nights, Through struggle

1 Sempiternal” Bring Me the Horizon

Semplicemente perfetto. La prima posizione (anche se ovviamente molto simbolica) se la aggiudica Sempiternal dei Bmth uscito per Sony Music nel 2013. Quest’album possiamo prenderlo come punto di svolta per il metalcore, dato che prima lo si faceva in un modo, dopo lo si faceva solo “alla Sempiternal”. La voce rotta di Oly, i video molto emotivi e i sinth suonati sempre al momento giusto, rendono questo album se non un 10 pieno, un 9.5. Dopo un album amato ed odiato dalla critica come “Amo”, restiamo in attesa del nuovo LP dei Bring, anticipato dal singolo, di qualità sorprendente, “Parasite Eve”. canzoni consigliate: Shadow Moses, Can you feel my heart, Sleepwalking, Go to hell for heaven’s sake, The house of wolves e, infine, menzione bonus per Parasite eve (non relativa a Sempiternal).

Pietro Serratore
Previous

Kid A, dei Radiohead: la recensione dell’album del decennio

One Direction – 23 luglio 2010 / 23 luglio 2020

Next
Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial