Il Sanremo di Achille Lauro

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Achille Lauro è alla sua terza apparizione di Sanremo, la prima da ospite, ma sembra già essere un veterano, anzi, una vera e propria tradizione. Non si può più fare a meno di lui, dalle sue canzoni alle polemiche che si creano su di lui

Quando finii l’edizione del 2020 di Sanremo pensai che Achille Lauro avesse solo due opzioni, soprattutto dopo le tante critiche, ingiuste, ricevute: poteva partecipare per la terza volta al festival, risultando “di troppo”, o staccarsi definitivamente da esso, essendo ormai “lanciato”. Non mi sarei mai aspettato però che la Rai decidesse di avere Achille come ospite fisso, soprattutto dopo, appunto, le tante polemiche, ed un posizione in classifica bugiarda.

Di certo, se da una parte è chiaro come in un Festival di Sanremo “storico”, il rapper avrebbe, ed ha dato, una grande mano a portare a casa il pubblico, dall’altra è da ammirare il coraggio degli autori di prendere Achille Lauro come ospite fisso, sfidando tutto e tutti. Inizialmente era previsto come co-conduttore, e la cosa mi aveva “incuriosito”, ed tutt’ora così, insomma, chissà come si sarebbe comportato Lauro in quel contesto, ma man mano che il festival si avvicinava si è fatto chiaro come il romano avrebbe fatto “solo” da ospite fisso.

Cinque quadri, uno per serata, con cui Achille Lauro e gli ospiti d’eccezione da lui scelti, fanno si che il palco dell’Ariston, per alcuni minuti, diventi una mostra. Un crescendo di bellezza ed emozioni che parte dalla prima serata ed arriva alla quinta

Achille Lauro gioca con il pubblico, proprio come l’anno scorso, ma stavolta con molta più oscurità. Infatti prima di ogni sua esibizione non si sa nulla (almeno che non ci si vada a cercare la scaletta), gli unici “indizi” che abbiamo sono i nomi degli ospiti dei suoi quadri. Tutto parte da una frase, anch’essa molto misteriosa che ci dice pochissimo riguardo alle sue esibizioni: “5 lettere, 5 quadri, 5 benedizioni”, lasciandoci, poi, con il classico disegno dell’impiccato, facendoci capire che ad ogni esibizione corrisponderà una lettera ed una parte del corpo dell’impiccato. Non solo, ogni serata corrisponde ad un genere musicale, a cui Achille da una definizione, a cui da una personalità.

I cinque quadri che Achille Lauro regala al Festival di Sanremo sono un continuo salire di emozioni, io stesso, ogni dopo esibizione, mi domandavo “saprà fare meglio?”. Infondo quando ci si cimenta in un’impresa del genere è molto facile cadere nella trappola di sembrare “meglio”, ma scontato. Un continuo salire di emozioni dunque in cui il rapper romano riesce a dare spettacolo, a far sì che a gente ne parli, in positivo ed in negativo, facendo sì che possa rimanere, in ogni caso, impresso nella mente della gente.

Achille Lauro vuole rimare impresso nella mente di tutti, di chi lo odia e di chi lo ama, in qualsiasi caso lui è lì a fare il suo “lavoro”, e Sanremo, per pochi minuti, si inchina al suo spettacolo

E’ la prima sera del Festival di Sanremo, l’attesa è tanta, ma per me l’attesa più grande (ed ansiosa) è quella per Achille Lauro che si attiva sui social dando i primi indizi, ma sono pochi e non dicono nulla, come se non bastasse confondo molto, infatti a poche ore dall’inizio del festival in un post scriverà: “Another Brick in The Wall”, ed in quel momento, io e credo tanti altri, abbiamo collegato quella frase al titolo della celebre canzone dei Pink Floyd“ciò significa che porterà delle cover” – ho pensare, ma ovviamente, non è stato così.

Il Sanremo di Achille Lauro 1

Achille Lauro si presenta sul palco dell’Ariston in una veste Glam Rock con il suo essere “Sessualmente tutto, Genericamente niente”, ovviamente la cover non c’entrava nulla, e si esibisce portano il suo ultimo singolo “Solo noi”. Un’esibizione sobria, ma dovuta, un’esibizione in cui vuole quasi dirci “questo è niente, preparatevi”, verso la fine dell’esibizione versa le sue lacrime di sangue per i nostri peccati, lui si sacrifica, a fine canzone scompare, lasciandoci delle piume sul palco. La prima lettera è la L, la parte del corpo è la testa, già sappiamo che questo festival sarà soprattutto SUO.

Nella seconda serata la cosa si fa più facile, almeno per chi segue assiduamente Achille Lauro, e si capisce fin da subito quale sarà la sua esibizione. Infatti leggendo i nomi degli ospiti, ovvero Claudio Santamaria e Francesca Barra, è semplice intuire come Lauro si esibirà con “Bam Bam Twist”, in cui proprio i protagonisti del video ufficiale sono i due attori. Ovviamente però c’è sempre il fattore mistero, ed è quello di capire il come riuscirà ad interpretare quello che poi sarà il suo Rock and Roll. Ed è con il secondo quadro che Achille fa capire quanto lui non tenga solo a creare “arte” ma anche a tributare chi, come lui in questo momento, si è sempre reso trasgressivo ed icona, e così decide di salire sul palco con una lunga treccia, proprio come Mina sulla cover dell’album Rane Supreme del 1984. La seconda lettera è la A ed il busto è la parte del corpo.

Il Sanremo di Achille Lauro 2
Il Sanremo di Achille Lauro 3

Ma in tutto questo ancora aspettiamo il vero quadro, aspettiamo l’arte, quella che Achille Lauro aveva promesso di portarci, quella che arriva durante la terza serata, e con la mente sono ancora lì. Ma non c’è solo il quadro della terza serata ad essere arte

Conoscere Achille Lauro mi ha portato a cercare di anticipare le sue mosse, a cercare di capire cosa avrebbe fatto, portandomi anche a fare un dispetto verso me stesso, a rovinarmi la “sorpresa”. Perchè infondo arte vuol dire anche cambiare contesto senza risultare banale. E così in occasione della terza serata del Festival di Sanremo ho cominciato ad indagare, ovviamente a nulla è servito, ed ovviamente ho sbagliando ancora il contesto, pensando che il suo viaggio tra generi musicali sarebbe arrivato al 1920.

E così io sono ancora bloccato alla terza serata, quella in cui Achille Lauro porta il suo Pop – “Presente, passato, Tutti, nessuno” – e porta la sua “Penelope” duettando con Emma. Eccolo il vero quadro (senza mancare di rispetto agli altri), lui è lì, al centro, cosparso d’oro, intorno a lui le colonne, Achille canta e si muove dolcemente, non capisco, o forse è la mia testa a bloccarsi e a non voler capire cosa stia succedendo. Riesco a vedere solo lo schermo della televisione, non mi rendo conto neanche che sia Sanremo. C’entra l’obiettivo, e leggendo cosa sia stato il suo pop tutto torna. Lettera U, gamba destra.

Achille Lauro

Difficile fare di più dopo un’esibizione del genere, quasi impossibile, tutto risulterebbe banale, anche se sei Achille Lauro, ma sto facendo un errore, lo sto sottovalutando.

Fiorello aveva annunciato che sarebbe stato ospite di uno dei quadri del rapper romano, e così il cercare di anticipare Lauro mi porta a pensare che farà qualcosa in riferimento agli anni ’90, visto che Fiorello è una vera e propria icona di quegli anni, ma ovviamente, non è così. Achille sceglie di rappresentare il Punk Rock, portando sul palco sue canzoni che lo hanno reso l’Achille Lauro che oggi tutti conosciamo, ovvero “Rolls Royce” e “Me Ne Frego”, insieme appunto a Fiorello ed al suo compagno di viaggio Boss Doms, ed è strano da dire, riesce a superare l’esibizione della sera prima, facendo sì che l’arte stavolta non stia nel quadro, ma nel passare dalla nobiltà alla – come diciamo a Roma – “caciara” tornando al passato, dal bacio con Doms allo scandalo post esibizione. La lettera è la R e la parte del corpo è la gamba sinistra.

Achille Lauro

L’ultimo quadro di Achille Lauro è uno sfogo, o almeno è quello che sono riuscito a percepire, e non credo che sia un caso che lo abbia fatto con una canzone che lui stesso definisce da Festival di Sanremo

Per l’ultimo quadro Achille Lauro anticipa tutti, e dice in quale canzone si esibirà direttamente dalla conferenza stampa, il pezzo sarà “C’est la Vie”, spiegando che sarà un tributo all’orchestra, essendo, esso, il pezzo più orchestrale, nonché quello che lui stesso ha definito più volte la canzone che lo avrebbe fatto vincere a Sanremo nel 2019. Achille arriva sul palco, sembra essere tutto normale, insomma, è una ballad, non c’è bisogno di esagerare, e comunque aveva detto che sarebbe stata dedicata all’orchestra.

Ma all’improvviso tutto cambia, Achille Lauro si inginocchia, e mentre sulla base di “C’est la Vie” passano le frasi di tutti quelli che, dal 2019, lo criticano duramente, ha delle rose conficcate nel torace, ogni rosa corrisponde ad ogni critica, ognuna di essa dolorosa, e la sua esibizione finisce con una frase:

“Tutti insieme sulla stessa strada di stelle
Di fronte alle porte del Paradiso.
Tutti con la stessa carne debole.
La stessa rosa che ci trafigge il petto.
Insieme, inginocchiati davanti al sipario della vita.
E così sia.
Dio benedica Solo Noi
Esseri Umani.”

Achille Lauro

E’ credo che l’ultimo quadro di Achille Lauro sia perfetto per chiudere anche questo articolo, perchè in questo caso è proprio lui a dirci quanto, dopo un anno, sia vergognoso che si parli ancora di lui con certi aggettivi

Tempo fa dissi che il momento della venerazione per Achille Lauro fosse finito da tempo, e la penso ancora così, ma questo non significa che, di fronte alle cinque esibizione al Festival di Sanremo, si debba rimanere impassibili o al massimo si debba tirare fuori quello spirito critico solo perchè è lui. Infondo sappiamo anche che non è, come dicono in molti, “nulla di nuovo”, ma se non ve ne foste resi conto ormai non c’è più “nulla di nuovo”, a maggior ragione nel mondo della musica, ed appunto per questo, al suo rendere spettacolare anche delle cose che, in teoria, sono state già fatte.

E’ proprio lui a dirvi di finirla, è proprio Achille Lauro che vi dice che le parole hanno un peso, ed è incredibile come, ad un anno di distanza, mi ritrovi a dover copiare ed incollare le stesse parole che io scrissi l’anno scorso, su un articolo simile a questo. Ma prima di riproporle lasciatemi concludere dicendo che sì, Achille Lauro ancora non lo meritiamo, e anche nel caso in cui lo difendiate solo in occasione del Festival di Sanremo, visto che, un’artista del genere, va sempre tenuto “sotto protezione”.

“Dopo la prima serata di Sanremo i commenti su Achille Lauro non tardarono ad arrivare. Da chi lo criticava per l’aspetto fisico per arrivare a chi lo criticava per il suo imitare, ingiustamente, i miti del passato. E proprio su quest’ultime critiche che vorrei concentrarmi. Perchè Achille Lauro e i suoi fans si ritrovano criticati da chi nel passato seguiva artisti che facevano le stesse cose di Lauro. Artisti che attraverso lo “scandalo” cercavano di eliminare certe regole della società, che purtroppo, ancora non sono sparite. Altri personaggi famosi che cercavano di dare voce a quella gente che non l’aveva, che non si sentiva libera attraverso la loro arte, magari tra quelli che in questi giorni stanno criticando Achille Lauro ci sono persone che cercavano di essere liberi, ma avendo la memoria troppo corta si sono scordate di quelli che erano per loro e per la libertà, artisti come Renato Zero, David Bowie e Freddie Mercury, per citare quelli a cui è stato confrontato Lauro”

Il Sanremo di Achille Lauro 4

Ma Achille Lauro in questo Festival di Sanremo non è stato sol il vincitore, morale, ma anche un fotografo. Lo stesso fotografo della frase che recita: “Sanremo è la fotografia del nostro paese”. Un paese sempre più indietro nel tempo, talmente indietro per finire di avere bisogno di Achille Lauro che fa le stesse cose di Renato Zero. Perchè sì, e vero, non c’è nulla di innovativo in questo, lo hanno fatto in molti nei tempi passati, ma se vi ha dato fastidio, se c’è stato bisogno di dare ancora questo tipo di messaggi, significa che ci sono ancora persone che vogliono avere la libertà che gli spetta, che vogliono urlare al mondo cosa siano realmente, ed Achille Lauro è la loro voce. Ma voi, purtroppo, non lo meritate. Perchè inquell’ottavo posto, in tutte le critiche che gli fate, nei fischi, pochi, che gli avete fatto, c’è probabilmente un ragazzo giovane dei vostri tempi che amava Renato Zero, che tramite quest’ultimo cercava di urlare il suo “io”, ma che non riuscito ad urlare abbastanza. Ed ora, l’unica cosa di utile che potete fare è fischiare e criticare Achille Lauro dando linfa vitale a noi che abbiamo una voglia matta di esprimerci a modo nostro senza stare dietro ai canoni della società.”

Marco Mancinelli
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