Eddie Munson ed il vittimismo dei metallari

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La quarta stagione di Stranger Things ha riscosso molto successo, non solo per la serie in se, ma anche per un personaggio in particolare, Eddie Munson. Un metallaro, lo stesso tipo di persona che una volta veniva considerata “sfigata”.

E’ ormai da qualche giorno che mi imbatto di continuo in post dedicati ad Eddie Munson, uno dei personaggi di maggior successo nella quarta stagione di Stranger Things. Letture social che hanno attirato la mia attenzione arrivando, a forza di leggerle continuamente, al punto di conoscere il personaggio anche senza aver visto la celebre serie TV. Insomma, non è cosa da tutti i giorni vedere un metallaro diventare un personaggio chiave e famoso quando nella normalità, spesso, vengono considerati come i cattivi.

I post riguardano tutti lo stesso argomento, righe e righe di lamentele su quanto sia difficile essere un Eddie Munson, o meglio, su quanto fosse difficile

Da ex metallaro non posso che unirmi al coro di chi dice di essere Eddie Munson (nel mio caso “sono stato”) anche se mi voglio unire a chi prende questo fenomeno in modo negativo visto che trovo alquanto demoralizzante che, chi veniva considerato sfigato, meritevole di prese in giro e spesso di aggressioni fisiche, ora venga messo nel giusto solo grazie ad una serie TV, anche perchè sappiamo tutti che da “fenomeno” quale è durerà qualche mese se non ancora per qualche giorno.

Eddie Munson

Sono stato anche io Eddie Munson ma preferisco andare controcorrente, a differenza di chi fa passare la scena metal come un paradiso in cui si può essere se stessi con i metallari che si vogliono tutti bene. Mi rivolgo soprattutto a chi magari si sta avvicinando al genere per la prima volta e crede che appunto potrà trovare tanti altri Eddie pronti a sacrificarsi a prescindere che gli si voglia bene o no, perchè ecco, sotto sotto, si tratta di quello che possiamo definire come “il vittimismo dei metalheads”.

Gli Eddie Munson sono una rarissima eccezione.

Chi si definisce come Eddie Munson sa perfettamente di non esserlo oppure sa di essere una rarissima eccezione. Puro vittimismo di chi sta semplicemente cavalcando un’onda di “popolarità” temporanea

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una foto, o meglio, in uno screen-shoot (che tra l’altro sta girando molto) preso dalla sezione commenti del profilo Tik Tok dei Metallica che avevano pubblicato un omaggio appunto ad Eddie Munson per la scena di Stranger Things in cui suona “Master of Puppets”. Il commento, in breve, considerava sfigate e non degne dell’ascoltare metal quelle persone che si sarebbero avvicinate al genere grazie alla serie TV. Un comportamento che, guarda caso, è lo stesso di cui lamentano quei metallari che fanno le vittime per essere tagliati fuori dalla società.

E se ve lo stesse chiedendo, no, non è solo “un caso”, anzi. Basti vedere come, ad oggi, molti si comportino nei confronti dei giovani che si avvicinano al rock “grazie” ai Maneskin, o come succedeva anni fa (ma in parte ancora oggi), quando si andava contro chi aveva l’unica colpa di ascoltare gruppo più “modern metal”. Per non parlare poi di quanto, anche troppo spesso, all’interno della scena metal avvengano episodi omofobi con frasi sul come ascoltare certi gruppi sia da “gay” o episodi di sessismo che vanno contro le donne nel metal, considerate poco consone al genere.

Lo sento come se fosse un dovere l’andare contro chi si finge vittima di una società che lo taglia fuori ma che contemporaneamente accetta tante dinamiche tossiche all’interno della scena metal

Un vittimismo, quello dei metallari, che non mi va giù, soprattutto se a scrivere molto probabilmente sono le stesse persone che magari dopo qualche minuto saranno lì ad offendere un artista a caso con l’unica colpa del non far metal mettendo di mezzo anche i suoi fans. Insomma, toglietevi la maschera da Eddie Munson che state usando per fare le vittime e, facendo più bella figura, ammettete a voi stessi che sì, la società vi taglia e vi ha tagliato fuori troppo spesso ma anche all’interno della scena si vivono continuamente le stesse scene tossiche.

Eddie Munson
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