Compie oggi 65 anni uno dei più grandi ed acclamati registi italiani, il cui valore e maestria dietro la macchina da presa è stato riconosciuto non solo in Italia ma anche all’estero. Sto parlando di Giuseppe Tornatore.
Abbiamo scelto tre delle sue più grandi pellicole che hanno lasciato un segno indelebile nella memoria degli appassionati di cinema unite da due fili conduttori: la penna indelebile di Giuseppe Tornatore e la colonna sonora firmata dallo straordinario Ennio Morricone.
Nuovo Cinema Paradiso, 1988
Non potevamo non cominciare con il capolavoro assoluto del regista: ricevette ben 6 premi tra cui il Premio Oscar, il BAFTA e il Golden Globe per il Miglior film straniero, e ancora il BAFTA per la Migliore sceneggiatura originale e infine il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes dell’89. Ma il miglior premio per Giuseppe Tornatore è forse stato quello di essere finito nella rosa dei registi italiani acclamati anche all’estero e a Hollywood soprattutto.
Tornatore tramanda alle future generazioni il suo amore per il cinema, facendo della settima arte la vera protagonista del film insieme al giovane Salvatore, appassionato del cinematografo, e Alfredo, il proiezionista del piccolo teatro dell’immaginario paesino di provincia in cui vive, da cui il titolo del film prende spunto e a cui è legato da una forte amicizia.
La vita del giovane protagonista si intreccia con quelle degli altri personaggi del paese, che si incontrano e ruotano intorno alle proiezioni filmiche che ripropongono pellicole e locandine dell’epoca in cui il film è ambientato, ovvero il secondo dopoguerra. A fare da sfondo è la Sicilia, terra natia del regista. Chiunque si dichiara un assiduo consumatore di pellicole non può non averlo visto.
Baarìa, 2009
“Baarìa è un suono antico, una formula magica, una chiave. La sola in grado di aprire lo scrigno arrugginito in cui si nasconde il mio film più personale. Una storia divertente e malinconica, di grandi amori e travolgenti utopie. Una leggenda affollata di eroi… Baarìa è anche il nome di un paese siciliano dove la vita degli uomini si dipana lungo il corso principale. Ma percorrendole avanti ed indietro per anni, puoi imparare ciò che il mondo intero non saprà mai insegnarti.”
Per realizzare quella che è forse la sua opera più personale, Giuseppe Tornatore si affida ad un cast corale a cui è più o meno legato, che contribuiscono a dare vita ad un affresco della cultura e delle tradizioni tipiche di una Sicilia che non esiste più.
Peppino Torrenuova (Francesco Scianna) è costretto a lavorare sin da piccolo dapprima come bracciante e successivamente come aiuto di un pastore, e di conseguenza abbandona la scuola. Al termine della guerra, nel corso dell’incursione dei compaesani in una banca, riesce a rubare una piccola fortuna, con la quale acquista dei bovini che risollevano temporaneamente le condizioni della famiglia.
Inizia ad abbracciare idee comuniste e da giovanissimo si iscrive al Partito Comunista Italiano, trasformando ben presto la sua passione politica in un lavoro a tempo pieno. Si innamora della coetanea Mannina (Margareth Madè), ma i genitori di lei non acconsentono alla loro unione per le precarie condizioni economiche della famiglia di Peppino e la costringono al fidanzamento con un altro uomo. I due non si danno per vinti e continuano in segreto la loro relazione, finché non decidono di dichiarare ufficialmente il loro amore con una fuitina, chiudendosi a chiave nella casa di lei.
La migliore offerta, 2013
Tre dei dieci David di Donatello della sua carriera Giuseppe Tornatore li ha vinti per questo film, il primo che io stessa ho visto al cinema.
“In ogni falso si nasconde sempre qualcosa di autentico.”
Ci sono tre fila parallele che muovono la trama del film: l’arte, il mistero, e l’inganno.
Virgil Oldman (Geoffrey Rush) è un richiestissimo battitore d’aste che, con la complicità dell’amico di vecchia data Billy (Donald Sutherland), riesce a impossessarsi a basso costo di tele dal valore inestimabile. Ossessionato dalla figura femminile, nel corso degli anni ha raccolto una collezione impressionante di ritratti di donna custoditi gelosamente in una stanza segreta della sua casa, dove ammira quotidianamente quei volti, i quali rappresentano l’unico rapporto sentimentale di una vita sacrificata agli affari.
Quando gli viene chiesto di valutare le opere d’arte di una donna, Claire (Sylvia Hoeks), che comunicherà con lui esclusivamente attraverso brevi e ambigui colloqui telefonici, senza farsi neanche vedere, ne farà la sua nuova ossessione.
Un film che ha quindi del drammatico, con la giusta dose di suspense che rimanda alle atmosfere di Hitchcock, e che segue le dinamiche del thriller a dimostrazione di come Giuseppe Tornatore riesca a mettere in atto storie e scene ad effetto, in grado di lasciare gli spettatori con il fiato sospeso fino alla fine.
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