Resistenza Creativa – baluardi e opinioni teatrali ai tempi del Coronavirus: Daniele Pilli

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Resistenza creativa vuole essere un concentrato di arte e cultura in un momento in cui l’arte e la cultura sono viste come superflue o sacrificabili, vuole dar voce a tutti quegli artisti “invisibili” (si fa per dire) che tutti i giorni combattono per poter lavorare in questo campo al meglio. Artisti, attori, formatori, danzatori, registi che contribuiscono a rendere, con molta fatica, il nostro piccolo mondo più bello. Oggi incontriamo Daniele Pilli.

resistenza creative

Ciao Daniele, presentati ai nostri lettori che potrebbero non conoscerti.

Sono nato a Militello in Val di Catania. Nel 1999 entro a far parte della compagnia teatrale Circo Bordeaux, fondata da Marco Andreoli. Nel 2000 mi diplomo all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma. L’ anno successivo mi sono laureato in lettere moderne presso l’Università “la Sapienza” di Roma. Ho lavorato in teatro con Andrea Camilleri, Giancarlo Nanni, Giancarlo Sepe, Giuseppe Patroni Griffi, Maurizio Panici, Antonio Tagliarini, Teresa Ludovico, Giorgio Rossi, Marco Baliani, Teatro del Lemming, Egum Teatro, Industria Indipendente.

Nel 2006 partecipo al progetto Thierry Salmon la nouvelle Ecole des Maitres, in Spagna, Francia e Portogallo con il regista Antonio Latella. Nel 2008 faccio parte della Compagnia Europea della prima edizione del Napoli Teatro Festival e nel 2009 sempre al Festival di Napoli debutto con lo spettacolo W Niatri (finalista premio Scenario 2007) di cui firmo anche la regia, insieme a Michele Riondino e Fabrizio Ferracane. Con I ragazzi del cavalcavia di Industria Indipendente, che debutta al Piccolo di Milano, all’interno di Tramedautore, siamo premio della giuria popolare al Dante Cappelletti.

L’attività attoriale affianca quella pedagogica, infatti, nel 2014, con Marco Andreoli, Massimiliano Davoli, Michele Riondino e Cristiana Vaccaro, fondo l’Accademia Bordeaux, scuola triennale per attori professionisti, che ha sede negli spazi di Fonderia 900 a Roma, dove insegno corpo e movimento scenico. La consuetudine frastagliata dell’averti accanto (2018), prodotto dal Teatro Vascello di Roma, è il mio ultimo spettacolo.

 E proprio martedì 27 avresti dovuto debuttare come interprete in questo spettacolo: La consuetudine frastagliata dell’averti accanto insieme a Claudia Vismara che firma la regia insieme a te su testo di Marco Andreoli e invece il nuovo DPCM del 24 ottobre è calato come una mannaia su tutti i teatri e i debutti d’Italia. Come avete reagito alla notizia?

Si, il 27 avremmo dovuto debuttare dopo due anni, al Teatro Vascello di Roma, il 24 è uscito l’ultimo DPCM, sinceramente la sensazione è stata di mancanza totale di terra sotto i piedi.

So che con molta positività e impegno avete trovato una soluzione alternativa al debutto dal vivo, una sorta di “resistenza creativa”, quale? Com’è nata l’idea?

Abbiamo convocato una riunione in teatro per ragionare sul da farsi, essendo così a ridosso avevamo due possibilità: o annullare lo spettacolo o cercare una soluzione, imbatterci in un esperimento che nessuno di noi poteva immaginare. Bene, abbiamo deciso di andare in streaming costruendo una regia dello streaming e modulando lo spettacolo a favore della camera. Un atto di resistenza sentimentale contro la brutalità che ci circonda.

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Qual è il tuo pensiero riguardo la “Netflix della Cultura” tanto decantata dal ministro Franceschini?

È Ovvio che lo streaming non può e non deve sostituirsi allo spettacolo dal vivo, la “Netflix della cultura” non può essere un’idea sostitutiva al fatto che lo spettatore debba decidere di essere coinvolto nel rito che si consuma in teatro durante lo spettacolo, stare comodamente sul divano non è la soluzione più indicata. Per noi teatranti e per chi fa spettacolo dal vivo è però importante cominciare a studiare una forma che possa accompagnare quella del live, è un nuovo stimolo creativo ma non sostitutivo.

Lo spettacolo, di cui sei interprete e regista, trae ispirazione dai “Multiversi” di Hugh Everett, un’ipotesi che teorizza l’esistenza di universi coesistenti fuori dal nostro spazio-tempo, definiti anche dimensioni parallele. La mia mente salta subito alla serie cult Fringe o al più conosciuto film Sliding Doors. Raccontaci un po’ come si sviluppa la pièce.

Il testo di Marco Andreoli, è un testo complesso e frastagliato, lo spettatore si trova davanti ad un puzzle e solo alla fine capisce cosa è realmente successo. Il punto di partenza è l’azione di Poljakov, che attraverso un integrale descrive la convivenza di ciò che è e di quello che potrebbe essere. Per noi la sfida più difficile è stata la semplificazione di una regia che accompagna lo spettatore in ogni scena ma che parte dalla scena che i due personaggi hanno vissuto: un incontro, in un circolo universitario dove lei dimentica la sua sciarpa rossa. Un frame da cui parte il tutto.

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Facciamo un gioco. Se ti trovassi in un universo parallelo sceglieresti sempre di essere un attore o qualcos’altro e perché?

In tutti gli universi paralleli possibili, sarei sempre un attore o al massimo un’attrice!

E se in questo universo parallelo potessi cambiare l’attuale condizione del mondo dello spettacolo italiano quali sarebbero le tue proposte?

La pandemia che stiamo vivendo ha messo in evidenza le problematicità del nostro settore: la mancanza di un welfare adeguato per tutti, la mancata solidarietà a volte dei diversi settori, un sistema quello dei teatri stabili, ovviamente, sempre più arroccato in situazioni ‘familiari’, la totale mancanza di consapevolezza  di quello che facciamo, non siamo intrattenitori, ma, operatori culturali.

Oltre ad essere un attore sei anche un formatore e insegnante quanto conta l’insegnamento della pratica teatrale oggi e cosa si potrebbe fare per apportare dei miglioramenti?

Come formatore  sento una grande responsabilità rispetto alle nuove generazioni, temo per loro, che saranno orfani di linee guida che per me sono state fondamentali, ad esempio, la mancanza di Maestri, di punti di riferimento, poi da uccidere, ovviamente, ma l’assenza di codici artistici alti, può essere pericolosa nel periodo formativo. Bisogna ascoltare di più i nostri allievi.

Scrivi una domanda che vorresti ti fosse posta e la relativa risposta.

Può essere sostituito lo spettacolo dal vivo? La mia risposta è: assolutamente NO!

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La consuetudine frastagliata dell’averti accanto andrà in scena da mercoledì 28 a sabato 31 ottobre sulla piattaforma ZOOM.

Come assistere al Live Streaming:

-prenotazione mediante richiesta a [email protected] oppure [email protected]

-Accessi consentiti massimo nr.100

-Il live streaming del Teatro Vascello è un servizio gratuito gli utenti registrati potranno cliccare sul seguente link d’invito e godersi lo spettacolo!

https://zoom.us/j/8371827431

ID RIUNIONE 8371827431

Elena Fioretti
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