Disponibile su RaiPlay dal 29 novembre “Storie di un’altra estate“, una docu-serie nata dalla volontà di raccogliere sensazioni, emozioni, pezzi di vissuto che Diodato ha registrato nei mesi scorsi durante i live estivi che lo hanno portato ad attraversare un’Italia diversa in un anno diverso.
Il 2020 è stato l’anno che l’ha consacrato come uno dei migliori cantautori della scena musicale italiana, portabandiera della canzone d’autore per eccellenza. Sto parlando di Diodato.
Dal 20 novembre Diodato è in rotazione radiofonica con il nuovo singolo “Fino a farci scomparire” contenuto nel quarto album di inediti Che vita meravigliosa (Carosello Records) certificato Disco d’Oro.
Questa canzone parla di un amore passato che però sembra appartenere ad un disegno più grande, un po’ come quando una storia d’amore finisce e restano i ricordi, le lezioni che hai imparato e che ti porti dentro.
Se il 2020 è considerato un po’ da tutti come un anno da cancellare, per Diodato invece, sarà piuttosto indimenticabile. È infatti l’unico artista italiano ad avere vinto nello stesso anno il Festival di Sanremo 2020 con Fai Rumore (doppio Disco di Platino), emblema della canzone d’autore, il Premio della Critica Mia Martini, il premio Sala Stampa Radio, Web e TV, il Premio Lunezia, il David di Donatello, i Nastri d’Argento, e il Ciak d’Oro del pubblico con il brano Che vita meravigliosa, colonna sonora del film La Dea Fortuna di Ferzan Ozpetek, premiata come Miglior canzone originale.
Per di più, l’otto novembre scorso agli Mtv European Music Awards ha trionfato nella categoria Best Italian Act.
“Storie di un’altra estate” è soltanto l’ultimo dei suoi progetti. Si tratta della narrazione di un’estate così diversa e inaspettata che è diventata racconto, un viaggio speciale tra passato, presente e futuro, tra musica, luoghi, parole e incontri.
Diodato si racconta tramite la sua musica e le città che hanno segnato la sua vita, in un viaggio che attraversa l’Italia a ritrovar bellezza. Alla scoperta della possibilità di rimettersi in gioco, di ricominciare, di un tempo che, si spera, “ci rincuori”. Manuel Agnelli, Ferzan Ozpetek, Michele Riondino, Rodrigo d’Erasmo, Daniele Luchetti sono solo alcuni dei compagni di questo viaggio e di frammenti di vita condivisi con Diodato.
Poi ci sono le città del passato e del presente, attraversate in una discesa verso Taranto e verso il mare, alla ricerca di un orizzonte aperto al futuro. Perché “in fondo noi a quell’orizzonte ci crediamo ancora”.
Ogni episodio prende il titolo di una sua canzone storica o contenuta nel suo ultimo album Che vita meravigliosa e allora noi di Shockwave Magazine vi racconteremo passo dopo passo, tappa dopo tappa, il viaggio intrapreso da Diodato.
Episodio 1 – Adesso
Il viaggio comincia da Aosta, la sua città natale, quella città che non ha mai veramente vissuto. Appena arrivato infatti Diodato sente la necessità di varcare le porte dell’ospedale in cui ha salutato la vita per la prima volta, di guardare le montagne proprio di fronte alla sua stanza e di “abbracciare” la gente del posto in un concerto all’aperto, in cui la musica si fa spazio tra le distese d’erba silenziose e magiche.
“Poter cominciare da Aosta è stato veramente magico. Non lo so, io non credo più di tanto nel destino, ma questa volta sembrava ci fosse davvero qualcosa di scritto. Ho pensato potesse essere il luogo giusto da cui ripartire, il luogo in cui sono nato, in cui non sono più tornato perché ho aspettato che fosse la musica a portarmici di nuovo”.
Episodio 2 – Fai rumore
Antonio Diodato torna a scuola. Assieme ad un compagno di scuola ripercorre i suoi passi tra i corridori e le aule del liceo di Taranto, ricordando qui momenti in cui era già chiaro che la musica avrebbe fatto parte della sua vita. E così passiamo dal primo concerto nella palestra della scuola al palco di Sanremo 2020. Al giorno in cui tutto è cambiato, una carriera ed un anno in salita.
Episodio 3 – Fino a farci scomparire
Diodato ci racconta del suo rapporto con il cinema. Varca la porta di un cinema di Roma dove ha visto il primo film appena arrivato in città. Della sua abitudine di andare al cinema da solo, perché restava in silenzio e non era di buona compagnia: aveva infatti bisogno di tranquillità, di pace, per entrare nei personaggi e ritornare a casa ancora con quelle sensazioni addosso.
“Il cinema mi ha influenzato tanto nella scrittura perché scrivo tanto per immagini ma poi penso spesso alle mie canzoni come una colonna sonora. Mi piace pensarle come soundtrack della vita, non solo della mia, ma anche di chi la ascolta.”
Racconta di come ha sempre immaginato di ascoltare una sua canzone in un film. Ed è così che il sodalizio della sua musica con il cinema è cominciato con Daniele Luchetti, quando il regista gli ha comunicato di voler inserire la sua cover di Amore che vieni, amore che vai di De André nel finale di uno dei suoi film.
Episodio 4 – A ritrovar bellezza
L’idea che l’arte, la musica, la cultura possano contribuire non solo ad accendere i riflettori sui problemi, ma anche a cercare alternative. Diodato torna ancora una volta nella sua Taranto per ritrovare la bellezza e, insieme all’attore Michele Riondino, anche lui di origini tarantine, e agli amici del Comitato dei Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, provare a contrapporla alle insopportabili brutture.
Episodio 5 – Babilonia
Diodato torna alle origini, al suo primo singolo, Babilonia, al primo Festival di Sanremo e i luoghi come l’Angelo Mai, laboratorio di sperimentazione artistica e luogo di cultura che ha dato ad artisti come Diodato la possibilità di crescere e creare in libertà. Antonio si apre alla nostalgia, agli inizi della sua carriera quando niente era facile da costruire.
Episodio 6 – Cosa siamo diventati
Il viaggio continua a Milano, la città che segna il consolidamento del suo successo. Anche grazie a luoghi con il Germi, luogo di contaminazione culturale, e all’incontro con Manuel Agnelli, Diodato comincia a costruire la sua identità musicale ed artistica.
Episodio 7 – Un’altra estate
Un’estate diversa che solo in apparenza è stata meno importante di quella immaginata. Diodato racconta le riflessioni scaturite dal lockdown, la voglia di rimettersi in gioco, di ricominciare a scrivere, la voglia di rivedere il mare quale simbolo di libertà.
Episodio 8 – Che vita meravigliosa
Tutto si conclude con la punta dell’iceberg. Venezia, l’apice del successo e i tanti riconoscimenti arrivati dal cinema di cui vi abbiamo accennato all’inizio di questo articolo. Diodato incontra Ferzan Ozpetek e racconta com’è nata la canzone “Che vita meravigliosa”, la decisione del regista di includerla nel suo film La dea fortuna, e di come sia diventata parte integrante nel racconto delle immagini.
Finisce qui questo viaggio incredibile che ci ha permesso di conoscere Diodato più da vicino. Questi documentari sulle vite degli artisti, sulla scia di quanto realizzato da Tiziano Ferro, possono essere infatti uno strumento straordinario per andare oltre a quello che siamo abituati a vedere dietro uno schermo e conoscere la vera essenza, la semplicità di un artista, senza dimenticare che anche loro sono esseri umani.
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