Wonder è un film del 2017 diretto da Stephen Chbosky (Noi siamo infinito) andato in onda giovedì sera su Rai 1. Noi di Shockwave Magazine vogliamo raccontarvi la storia dal dietro le quinte.
Sin dall’inizio del film, viene messa in evidenza in maniera pungente la lezione che sia il libro che la sua trasposizione su grande schermo vogliono lanciare, ovvero di avere una mentalità più aperta verso le diversità. Troppo spesso, infatti, ci si ferma soltanto alle apparenze, dimenticando come ciò che realmente conta sia solamente il contenuto o, nel caso di una persona, la sua personalità, che lo rende unico nel suo genere.
Wonder mostra con gentilezza ma, allo stesso tempo, con forza che cosa significa essere “diversi”, le reazioni che si verificano negli estranei e come riuscire a superare le conseguenze dovute ad un aspetto particolare.
Il protagonista di Wonder è August “Auggie” Pullman (Jacob Tremblay), un bambino di 10 anni con una malformazione craniofacciale, causata da una rara malattia, che gli impedisce una vita normale. Ha subito circa 27 interventi chirurgici e, un po’ per questo e un po’ per paura della reazione degli altri bambini, non è mai andato a scuola in vita sua.
Quando deve entrare in prima media i suoi genitori Isabel e Nate (Julia Roberts e Owen Wilson) decidono che è giunto il momento per lui di andare a scuola insieme agli altri bambini, e gli fanno visitare la Beecher Prep School. Il preside, il signor Tushman (Mandy Patinkin), delega a tre studenti di nome Julian (Bryce Gheisar), Jack (Noah Jupe) e Charlotte (Elle McKinnon) il compito di fargli visitare la scuola. Mentre Jack si rivela amichevole, Julian sin da subito si dimostra prepotente, mentre Charlotte parla solo di sé stessa e delle sue aspirazioni.
Una volta a scuola Auggie si rivela un ottimo alunno, ma trascorre le giornate da solo, e persino durante la pausa pranzo, mentre tutti i tavoli sono affollati, al suo tavolo non si siede nessuno. Ad un certo punto Jack decide però di avvicinarsi a lui, e i due stringono un legame di amicizia. Nel frattempo Julian prende di mira Auggie con continue battute sul suo aspetto, tormentandolo unitamente ad altri due compagni, Henry e Miles. Il giorno di Halloween Auggie sente gli spregevoli commenti dei compagni, compresi quelli di Jack, che parlando con Julian sostiene di stare solo fingendo di essere amico di August su richiesta del preside, e perciò i due ragazzi smettono di frequentarsi.
Inizialmente a Jack non importa, ma poi si accorge che non aveva fatto amicizia con August per fare felice il preside, ma per altruismo; il ragazzo si scusa e i due ritornano amici. Nel frattempo Miranda, l’ex migliore amica di Via (Izabela Vidovic), la sorella di Auggie, decide di ritornare sua amica e Via si fidanza con un ragazzo. Intanto nei periodi di Natale Auggie ha legato con un’altra ragazzina, Summer.
Verso la fine dell’anno le classi vanno in gita scolastica, alla quale Julian non partecipa perché sospeso a causa del bullismo nei confronti di Auggie. Durante la gita, quest’ultimo e Jack vengono attaccati da tre ragazzi più grandi, ma vengono aiutati da Henry e Miles, gli amici di Julian. Auggie, alla fine dell’anno scolastico, ottiene un importante riconoscimento dal preside: il ragazzino emarginato è diventato un esempio e l’amico di tutti, perfino di Henry, Miles e Julian.
“Non puoi nasconderti se sei nato per emergere”.
Citazione tratta dal film.
La storia non viene raccontata sfruttando soltanto il punto di vista del protagonista ed è proprio questa prospettiva modulabile ad essere il punto di forza di questa pellicola.
Questo ci permette di farci conoscere profondamente il dramma vissuto in prima persona da Auggie, inizialmente solo a combattere in una società che gli rema contro, per poi analizzare anche le incertezze e le scelte sbagliate compiute da coloro che lo circondano, permettendoci di vivere a tutto tondo temi come il bullismo, l’intolleranza verso chi è diverso, la difficoltà nell’accettarsi per ciò che si è realmente e tante altre problematiche adatte ad ogni età, rendendo la storia giusta ed emozionante.
Un film, come il libro, che si pone l’obiettivo di arrivare alla cerchia più ampia di spettatori con la speranza di risvegliare la consapevolezza che apparenze e bontà d’animo non vanno necessariamente di pari passo.
La storia di Auggie, però, è anche un ottimo punto di partenza per scoprire una sindrome purtroppo poco conosciuta, ma che rende difficile la vita di fin troppe persone in tutto il mondo.
Come tanti altri film di questo genere Wonder è un film ispirato ad una storia vera. Nella realtà infatti la malattia ha un nome: si chiama infatti sindrome di Treacher Collins ed è proprio questa malattia che ha permesso alla scrittrice Raquel Jaramillo di scrivere quello che è ormai diventato un best-seller.
La scrittrice ha dichiarato in un’intervista che a celarsi dietro la trama del suo libro c’era una sua esperienza personale: un giorno, mentre si trovava al parco per prendere un gelato insieme ai figli, la donna ha incontrato una bambina affetta dalla sindrome di Treacher Collins. Alla vista della piccola, la prima reazione di Raquel è stata quella di alzarsi di scatto dalla panchina e allontanarsi il più velocemente possibile per timore che il figlio minore di tre anni, vedendola, potesse spaventarsi e iniziasse a urlare.
Si è poi accorta di aver commesso un errore e di aver sbagliato completamente approccio che ha pensato di dover non solo porvi rimedio ma di poterlo fare in grande.
Wonder, sia il libro che il film, ci insegna che nonostante le enormi difficoltà che possiamo incontrare sul nostro cammino, con l’amore della famiglia, una grande dose di coraggio e la gentilezza è possibile trovare il proprio posto nel mondo e nel cuore delle persone.
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