Prodotta da Palomar e Tempesta in collaborazione con Rai Fiction, la seconda stagione di Studio Battaglia – in onda da martedì 19 marzo in prima serata su Rai 1 – si preannuncia ricca di colpi di scena e caratterizzata da un unico comune denominatore: la rinascita.
Premiata per la prima stagione con il Nastro d’Argento Speciale alla sceneggiatrice Lisa Nur Sultan e all’intero cast femminile, Studio Battaglia racconta le storie che s’intrecciano all’interno di uno degli studi legali più famosi di Milano nonché le vicende della famiglia Battaglia. Quattro donne – avvocate, madri, figlie, mogli, sorelle – di generazioni diverse, alle prese ogni giorno con il lavoro che spesso si ripercuote sulla vita privata, rendendole protagoniste di incontri e decisioni difficili.
Senza avere la presunzione di lanciare messaggi o moralismi inutili e datati, sono convinto che ogni spettatore si riconoscerà in un modo o nell’altro in molte delle vicende umane che riguardano i protagonisti – afferma il regista Simone Spada – La mia personale sensazione è che “Studio Battaglia” parli di tutti noi – dei nostri sentimenti, delle nostre speranze, dei nostri desideri – e a tutti noi.
A differenza della prima stagione che si era concentrata sui problemi della upper class milanese, i nuovi episodi ampliano lo spettro di rappresentazione della nostra società, discostandosi maggiormente dal soggetto originale – la serie britannica The Split – per offrire uno spaccato più fedele ed eterogeneo del tempo in cui viviamo attraverso i classici casi di puntata che hanno permesso l’introduzione di nuovi personaggi e nuovi stimoli.
Nella seconda stagione di Studio Battaglia, infatti, si parlerà di diritto all’oblio, del rispetto della privacy, di divorzio breve, di haters online, di figli mantenuti dai genitori, di separazioni in tarda età, di relazioni tossiche e di matrimoni a Las Vegas.
Confermato il cast corale composto, tra gli altri, da Lunetta Savino, Barbora Bobulova, Miriam Dalmazio, Giorgio Marchesi, Marina Occhionero, David Sebasti, Thomas Trabacchi, Carla Signoris e Massimo Ghini, Studio Battaglia resta un grande racconto familiare che è riuscito a trovare il perfetto equilibrio tra dramma e commedia e che punta a mettere in risalto una parità di genere che nella vita reale ancora non è stata raggiunta, potrebbe servire da esempio per come dovrebbe evolversi la nostra società.
Società che a volte sa essere spietata e Carla Nobili (Signoris) lo imparerà a sue spese. L’ex signora Parmegiani dopo aver divorziato in grande stile è pronta per una nuova sfida: la gestione di un ristorante stellato. Oltre alla concorrenza, però, Carla dovrà misurarsi con gli haters e l’inaspettata pioggia di critiche, ma non sarà da sola.
Ad aiutarla ci sarà Marina (Savino) che, nonostante abbia promesso di farsi da parte dopo la fusione tra lo studio Zander e Battaglia, non ha alcuna intenzione di appendere la toga al chiodo. Lei che ama il suo lavoro, sente di avere ancora tante cose da dire e continuerà a guidare le sue figlie con il suo solito cinismo e la presenza ingombrante, ma senza eclissarle.
Anna (Bobulova), dopo essersi lasciata travolgere dalla passione che nutre per Massimo – interpretato da un magnetico Giorgio Marchesi – si trova ad un bivio, indecisa su quale strada percorrere e su quale uomo avere al suo fianco. Da una parte c’è suo marito, Alberto, con cui ha costruito una relazione solida che però ha risentito del suo coinvolgimento nello scandalo “Black Dahlia”, dall’altra c’è Massimo che non è un semplice amante ma rappresenta qualcosa di più: l’occasione di vivere un amore spensierato, libero dagli schemi e desiderato a lungo. Ancora una volta Anna – che nel frattempo ha accettato di rappresentare una chef influencer che vuole separarsi dal marito manipolatore – si dimostrerà molto matura, coinvolgendo entrambi nella decisione finale.
Nina (Dalmazio), invece, sarà protagonista di una crescita professionale ma anche emotiva. In questa stagione, inizia a mostrarsi molto simile alla sorella maggiore – empatica e gentile – e s’impegna per migliorare i rapporti con i propri genitori, arrivando persino a prendere in considerazione l’idea di diventare madre. L’obiettivo più importante, però, rimane sempre quello di inseguire la propria felicità, fregandosene delle convenzioni sociali.
Viola (Occhionero) infine sente il bisogno di emanciparsi dalla propria famiglia e di costruire un nido d’amore – ora che ha scoperto di essere in dolce attesa – ma si trova a dover fare i conti con l’impossibilità di farlo. Il caro affitti di Milano le impedisce di trovare la sistemazione giusta per lei e Alessandro. Viola, quindi, non ha altra scelta se non quella di rimboccarsi le maniche e cercare un lavoro a tempo pieno, forte del sostegno di suo marito. Perché in fondo è l’amore che ci salva dalla ferita del mondo.
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