New Trolls, Concerto Grosso: la recensione

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Uno dei primi dischi di progressive italiano a ottenere un largo successo di pubblico fu Concerto Grosso per i New Trolls, vediamo come nacque.

I New Trolls erano nati nel 1966 a Genova e presto si erano distinti con l’album Senza Orario Senza Bandiera; non solo si trattava del primo vero concept album italiano, ma poteva vantare la collaborazione di un concittadino illustre, Fabrizio De André.

Musicalmente il lavoro era ancora pienamente in ambito beat e poco aveva da proporre quanto a sperimentazione. Il 1971 è però l’anno in cui il prog italiano conosce piena diffusione e i New Trolls abbracciano il nuovo genere pienamente. Anche se all’estero l’esperimento di unire musica classica e rock era già stato tentato da Moody Blues, Procol Harum, Deep Purple e Jethro Tull tra gli altri, in Italia si tratta di una novità assoluta.

New Trolls, Concerto Grosso: la recensione 1

Non è chiaro di chi sia l’idea, ma certo le partiture del Concerto Grosso – strutturato come un vero concerto grosso barocco – sono del grande Luis Bacalov.

Originariamente il progetto è concepito come colonna sonora del film La Vittima Designata di Maurizio Lucidi, con Bacalov che chiama i New Trolls per fare da contraltare alle sue partiture classiche. Il film è un libero remake di Delitto Per Delitto, capolavoro anni ’50 di Alfred Hitchcock, e interpretato da Tomas Milian e da Pierre Clementi. Il brano My Shadows In The Dark, poi presente nel disco, era cantato proprio da Milian.

Concerto Grosso per i New Trolls, che vendette ben 800mila copie quell’anno, è diviso in due parti: la prima è costituita dal concerto scritto da Bacalov, diviso in tre movimenti più una ripresa suonata dai soli New Trolls.

Si parte con Allegro, brano strumentale dove la band gioca ad inseguire gli strumenti dell’orchestra. In grande evidenza da subito le parti di flauto suonate con maestria da Vittorio De Scalzi, sebbene ricalcate sullo stile di Ian Anderson degli Jethro Tull, che a sua volta le aveva mutuate dal grande e sconosciuto Roland Kirk. Sugli scudi anche Nico De Palo, chitarrista di scuola hendrixiana, tra i migliori che l’Italia abbia avuto, talmente pirotecnico da adottare anche gli eccessi di Hendrix; non era raro vederlo suonare la chitarra dietro la schiena o coi denti.

Il secondo brano, Adagio, su una sontuosa melodia barocca offre la prima parte cantata, con un testo parzialmente ricavato da versi di Shakespeare.

Si tratta del brano che in La Vittima Designata era cantato da Tomas Milian e che qui offre l’occasione per gli ottimi intrecci vocali del gruppo. Del brano esiste anche una versione italiana intitolata Morire… Dormire… cantata nientemeno che da Patty Pravo.

La parte orchestrale si conclude con Cadenza – Andante con Moto che riprende la melodia precedente. L’ultimo capitolo, Shadows (Per Jimi Hendrix), riprende la seconda parte ed è suonata dalla sola band che ne fa un tributo a Jimi Hendrix, scomparso l’anno prima ad appena ventisette anni. Ovviamente è la chitarra di Nico De Palo a farla da padrona, dimostrando come il musicista fosse davvero tra i più degni epigoni del mancino di Seattle. Da encomiare anche il lavoro di De Scalzi, al limite della carta carbone, tanta è la somiglianza con Ian Anderson.

La seconda parte del lavoro, che all’epoca costituiva l’intero lato B del vinile, è occupata da una lunga jam session.

Nella sala vuota – Improvvisazioni dei New Trolls registrate in diretta, è il titolo, e si tratta di oltre venti minuti di improvvisazione, o almeno impostati come se lo fosse. L’unica parte cantata è mutuata da Il Sole Nascerà, brano tratto da un 45 giri del 1969. Siamo di fronte a lunghe improvvisazioni dove c’è grande spazio ancora per chitarra e flauto, ma anche per l’Hammond di Maurizio Salvi, ospite alla tastiera e poi membro effettivo dall’album successivo, e per un assolo di batteria di ben sette minuti di Gianni Belleno. Un vero e temuto must dell’epoca.

Concerto Grosso per i New Trolls sembra quindi gettare le basi per una grande carriera nel nascente prog, ma non sarà proprio così. Purtroppo dopo il successivo e pretenzioso Searching For A Land, pensato come lavoro internazionale, Ut è il canto del cigno dei primi New Trolls. Troppi i dissapori tra il fondatore De Scalzi – fautore di un prog più delicato – e De Palo, che voleva imporre una svolta quasi hard. Infinite cause legali e la nascita di band satellite non sempre così valide, porteranno alla fine del progetto. Quando rinascerà il periodo del prog sarà già terminato, e ci sarà spazio solo per uno scialbo – per quanto di buon successo – pop melodico da classifica.

Luis Bacalov invece ritenterà la carta della combinazione orchestra più rock band con gli Osanna poco dopo. La colonna sonora di Milano Calibro 9, pur non ottenendo gli stessi consensi del Concerto Grosso – l’effetto sorpresa era svanito – è a tutt’oggi un cult del genere.

Andrea La Rovere
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