Paul Klee: centoquarant’anni dalla sua nascita

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Il Novecento è stato un secolo decisamente proficuo ma anche ricco di tensioni e contraddizioni. Come sappiamo il XX secolo ha toccato dei picchi di grande disumanità e brutalità, ma dall’altro lato ci ha riservato grandi scoperte e decisive rivoluzioni. Anche le arti visive, lungo tutto il corso di questo secolo, hanno vissuto momenti di grande rinnovamento grazie a personalità eccentriche e geniali. Tra questi non possiamo dimenticare Paul Klee, che oggi ricordiamo poiché ricorrono i 140 anni dalla nascita.

Paul Klee, artista indimenticabile

Paul Klee nasce a Münchenbuchsee, una cittadina a quindici kilometri da Berna, in Svizzera. L’ambiente famigliare è legato alla musica. La madre, infatti, è una cantante e il padre è un insegnate di musica. Paul inizia a suonare molto presto e all’età di sette anni già pratica il violino.

Ma la passione per la pittura prenderà presto il sopravvento sulle altre arti. Appena adolescente si avvicina al disegno, che praticherà in modo originale e libero su qualsiasi superficie che gli capiti tra le mani. Ad essere presi di mira sono soprattutto i libri di scuola, che diventeranno ben presto vere e proprie mappe di un istinto innato e dilagante. Nel 1898 iniziò a studiare all’Accademia di Belle Arti di Monaco e dopo gli studi, tra il 1901 e il 1902, fa un viaggio in Italia per studiare i maestri del Rinascimento: soggiorna a Firenze, a Roma e a Napoli, poi torna a Berna dove comincia a sviluppare delle nuove tecniche di composizione e di pittura.

L’anno di svolta fu sicuramente il 1901, anno in cui conosce e stringe amicizia con Vasilij Kandinshij. L’incontro con lui e con August Macke, pittore tedesco, diede nuovo impulso all’attività artistica di Klee: con loro e con altri artisti si unì al movimento espressionista Der Blaue Reiter, fondato da Kandinskij stesso. Ciò che accomunava questi artisti, al di là delle singole peculiarità, era un approccio spontaneo e istintivo alla pittura, e la volontà di veicolare un messaggio “spirituale” e metafisico attraverso l’arte. Klee in questi anni cominciò a sperimentare forme completamente nuove: tra le altre cose fu uno dei primi, insieme agli altri del Der Blaue Reiter e a Picasso, a rappresentare la realtà in forma astratta, contribuendo alla nascita della corrente artistica detta successivamente “astrattismo”.

Gli anni Venti

Nel 1920 inizia la sua collaborazione con gli artisti della Bauhaus a Weimar, dove su invito di Walter Gropius diventerà insegnate di pittura e composizione pittorica. Gli anni presso la scuola della Bauhaus saranno proficui per la sua elaborazione teorica e per la personale definizione dell’astrattismo. Affianco a lui in questo processo ci sarà anche Kandinskij divenuto, nel frattempo, insegnate a Weimar.

L’importanza di questi artisti è duplice. Da un lato la genialità di essere riusciti a generare uno stile del tutto nuovo e in contrapposizione con i canoni della tradizione classica. Dall’altro di aver contribuito in modo massiccio alla rielaborazione teorica delle funzioni dell’arte e dei suoi processi formali ed espressivi. Paul Klee vedeva nella pittura un fondamentale mezzo di rivelazione più che di riproduzione della realtà, e perciò dichiara: “L’arte non riproduce il visibile, piuttosto rende visibile“. Si può affermare quindi, che a Klee non interessava la mera rappresentazione del reale, ma sottoporla ad una trasformazione espressiva rivelatrice di una nuova sensibilità verso il modo.

La poetica di questo artista varca i confini del concreto per proiettare lo spettatore in un mondo interiore e al tempo stesso originale. E’ per questi motivi che Klee viene posto come affine, o per lo meno precursore, del Surrealismo. Nei primi anni Trenta, Klee tornerà a Berna, dove sarà impegnato nell’insegnamento, attività che lo impegnerà fino alla morte avvenuta nel 1940.

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