Chernobyl è una mini serie che racconta la verità nuda e cruda dei fatti che portarono al disastro della centrale nucleare di Chernobyl. In occasione del 34° anniversario dell’incidente, noi di Shockwave Magazine abbiamo deciso di approfittarne per approfondire l’argomento.
Episodio 1.
La serie inizia con un flash-forward, è il 26 aprile del 1988, due anni dopo l’incidente alla centrale di Chernobyl, il professore Valerij Legasov (Jared Harris), registra un’accusa nei confronti dell’ingegnere Anatolij Djatlov di essere il principale responsabile del disastro. Esce di casa per nascondere la registrazione quando nota la presenza di alcuni agenti del KGB e decide di togliersi la vita.
Due anni prima, a Pripyat, una città vicino alla centrale, il pompiere Vasily Ignatenko e sua moglie Lyudmilla notano un potente boato e un bagliore proveniente dalla centrale nucleare di Chernobyl: è il momento dell’esplosione del reattore 4 durante un test di sicurezza effettuato dal supervisore Akimov e dal giovane ingegnere Toptunov, sotto la guida dell’ingegnere capo Djatlov; mentre i primi due sono preoccupati all’idea che il nocciolo sia effettivamente esploso e che ciò potrebbe portare a conseguenze disastrose, Djatlov ignora il problema e ordina di continuare a pompare acqua nel reattore. Così i pompieri vengono chiamati per spegnere l’incendio, e tra gli uomini c’è anche Ignatenko, ma alcuni iniziano a manifestare i primi sintomi dovuti alla contaminazione da radiazioni e alla grafite presente sul terreno circostante.
Djatlov intanto convoca Viktor Bryukhanov e l’ingegnere Nikolai Fomin, ma la gravità dell’incidente viene sottovalutata: un dato iniziale della quantità di radiazioni viene infatti fornito soltanto con l’uso di un dosimetro di scala limitata. Inoltre Djatlov, conscio che è stato premuto il bottone d’arresto d’emergenza AZ-5 come da protocollo, continua a sostenere che non c’è stata alcuna esplosione, non consapevole però di alcuni errori nella progettazione dell’impianto.
Al Cremlino,Michail Gorbačëv organizza un comitato per capire cosa sta succedendo a Chernobyl e tra gli invitati vi sono il viceministro Boris Ščerbina (Stellan Skarsgård) e il professor Legasov, vicedirettore dell’istituto di energia nucleare Kurchatov.
Episodio 2 – Restate calmi
Sette ore dopo l’esplosione del reattore nucleare RBMK, la scienziata Ulana Khomyuk (Emily Watson) rileva un picco di radiazioni nella città di Minsk e decide di andare a Chernobyl per verificare la situazione di persona.
Nell’ospedale di Pryp”jat’, Lyudmilla viene informata che Vasily è stato trasferito a Mosca, dove intanto è in corso una riunione del comitato in cui Legasov sta spiegando a Michail Gorbačëv che la situazione è gravissima, e viene perciò inviato a Chernobyl unitamente a uno scettico Ščerbina.
Ščerbina inizialmente è diffidente e scettico, ma pian piano comincia a fidarsi della competenza di Legasov a partire dal momento in cui sorvolano la centrale e Legasov capisce subito senza neanche aver bisogno di avvicinarsi che nell’aria ci sono radiazioni ionizzanti e ciò significa che il nucleo è esposto.
La diffusione avverrebbe attraverso vento, pioggia, cibo e acqua. Le conseguenze quindi sarebbero disastrose.
Bryukhanov e Fomin vengono esclusi perché non hanno agito prontamente dati gli alti livelli di radiazione, e Legasov ordina di spegnere l’incendio con sabbia e boro, ma il prof non è a conoscenza del fatto che i serbatoi sotto la centrale sono pieni, finché non interviene Khomyuk: l’uranio infatti scioglierebbe la sabbia, creando una specie di lava. Se la lava dovesse raggiungere i serbatoi, il calore vaporizzerebbe l’acqua, creando un’esplosione termica tra i 2 e i 4 megatoni. Tutto verrebbe distrutto, compresi i restanti 3 noccioli. Questo creerebbe un’onda d’urto che si propagherebbe per 200 km e si rivelerebbe fatale per la popolazione delle ex paesi dell’URSS. Cibo e acqua sarebbero irrimediabilmente compromessi, le case non sarebbero abitabili per 100 anni, e ci sarebbe un aumento di cancro e di malformazioni.
L’unica soluzione possibile sarebbe pompare l’acqua al di fuori dell’impianto, ma i condotti sono protetti da paratia e quindi possibile solo dall’interno: per salvare 60 milioni di persone, la commissione decide di sacrificarne tre.
Per ogni vittoria c’è un prezzo da pagare, ma qualcuno pagherà sempre il prezzo più alto.
Episodio 3 – Spalanca la terra
Il pericolo di un’esplosione termica viene scongiurato, ma se ne presenta un altro. La fusione del nocciolo è infatti iniziata e potrebbe causare la contaminazione delle acque. Legasov e Ščerbina riescono a convincere la commissione di come installare uno scambiatore d’acqua sia essenziale e vengono reclutati alcuni minatori per scavare un tunnel proprio sotto la centrale. Intanto Ščerbina avverte Legasov che i due vengono controllati da agenti del KGB, così il professore decide di mandare Khomyuk all’ospedale di Mosca per interrogare gli ingegneri della centrale che le forniscono la stessa versione: l’esplosione è avvenuta poco dopo aver premuto il tasto d’arresto d’emergenza.
Nello stesso ospedale Lyudmilla riesce a visitare Vasily, corrompendo le infermiere, restando più tempo del previsto e non rispettando la distanza di sicurezza per evitare di essere contagiata, ma Khomyuk la trova e minaccia di riportare tutto alla commissione quando viene arrestata dal KGB e liberata solo grazie all’intercessione di Legasov. Vasily intanto viene sepolto in una bara di piombo, ricoperta da uno strato di cemento in una fossa comune.
Realizzata in collaborazione tra HBO e Sky Atlantic la serie su Chernobyl ha avuto un forte impatto nelle persone, lasciando dietro di sé una nuova scia di consapevolezza.
Episodio 4 – La felicità di tutta l’umanità
È in corso la fase di decontaminazione e vengono evacuate sempre più residenti nelle aree circostanti. Mentre alcuni si occupano di eliminare gli animali abbandonati perché ormai contaminati, il primo tentativo di decontaminazione fallisce. Intanto All’oscuro del KGB Ščerbina rivela ai suoi colleghi che dovranno testimoniare al processo contro Djatlov, Bryukhanov e Fomin e che Legasov parteciperà alla riunione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, in quanto esperti del disastro di Chernobyl. Khomyuk intanto li informa di un caso simile avvenuto a Leningrado nel 1975 e oscurato dal KGB e che Lyudmilla ha partorito una bambina morta poche ore dopo a causa delle radiazioni.
Episodio 5 – Vichnaya Pamyat
Legasov produce una falsa testimonianza alla conferenza e i tre responsabili della centrale vengono processati in una deserta Chernobyl. Scopriamo attraverso alcuni flashback che i test di sicurezza è stato effettuato con diverse ore di ritardo che ha provocato un picco di potenza di dieci volte superiore a quanto il reattore potesse sopportare.
Legasov ha un ripensamento e citando le informazioni occultate sull’incidente di Leningrado, ammette di aver mentito. Il KGB lo informa che la sua testimonianza non comparirà nei verbali del processo, che gli sarà vietato parlare di quanto accaduto a Chernobyl e che non potrà più lavorare in vita sua. Neppure un riconoscimento gli verrà attribuito per il ruolo magistrale che ha giocato nel porre rimedio all’incidente.
La serie si conclude con immagini e video dei veri protagonisti dell’incidente di Chernobyl e le conseguenze che il disastro ha portato con sé nelle loro vite.
Decisioni prese da persone esperte in materia hanno giocato un ruolo decisivo piuttosto che lasciare tutto al caso e in mano a chi avrebbe potuto fare errori fatali.
Inoltre, i recenti incendi che si sono verificati nella zona sono la testimonianza del fatto che per quanto possiamo evitare i problemi, questi saranno sempre lì ad aspettare di essere affrontati e superati.
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