Candidato a Miglior Cortometraggio al Festival del Cinema Italiano, l’importante kermesse sicula presieduta da Paolo Genovese a San Vito Lo Capo, il sorprendente corto di Maurizio Ravallese, “Il vestito“, continua a vincere premi e ottenere riconoscimenti, in festival sia italiani che internazionali.
Dall’8 al 12 giugno, il corto approda al Teatro Frate Anselmo Caradonna per una cinque giorni di cinema all’insegna della qualità, concorrendo con alcune tra le migliori produzioni cinematografiche dell’anno.
Accanto al regista Paolo Genovese (“Perfetti sconosciuti”, “The place”), qui in qualità di Presidente della Giuria, troviamo Veronica Maya acondurre la cerimonia di premiazione e presentare la serata conclusiva che sarà trasmessa in diretta su Rai 2 sabato 12 giugno, assegnando le “Stelle d’argento al cinema italiano”.
Scritto e diretto da Maurizio Ravallese, co-prodotto col giovane cineasta Emanuele Pisano, candidato ai David di Donatello per “L’oro di famiglia“, “Il vestito” ruota attorno a un incrocio di destini: un giovane immigrato (Danilo Arena), alla ricerca di un abito nuziale, ruba un completo ad uno sposo appena abbandonato all’altare (Christian Iansante). Per espiare la sua colpa, il ragazzo dovrà vendicare l’uomo che ha derubato.
“Il vestito” è tra i principali film nella line-up di Pathos Distribution, giovane e dinamica casa di distribuzione di cortometraggi e short documentary che, a colpi di selezione, si sta facendo strada nel grande mercato cinematografico tanto nazionale quanto internazionale.
E a poco più di un anno dalla sua uscita sono oltre cento le candidature e le selezioni ufficiali che questo piccolo capolavoro ha conquistato: premiato al Giffoni Young come Miglior Corto Drammatico, acclamato in diverse occasioni, tra le più celebri nel mondo cinematografico, quali l’International Nollywood Film Festival di Toronto, il South African Film Festival, il Buenos Aires Film Festival, il Buffalo Film Festival e il Reeling di Chicago, vincitore inoltre al Falcon di Londra, al Firenze Film Corti, al Queen Palm Festival, al Buffalo Film Festival, “Il vestito” è il terzo corto di Maurizio Ravallese, intraprendente regista, sceneggiatore e produttore romano.
Una nota non meno importante e anzi carica di significato è che, grazie alla fervente discussione sul Ddl Zan, il film torna più che mai di attualità. Perché “Il vestito” non è che una favola nera: una storia che ben rappresenta l’acceso dibattito inerente al primo vero disegno di legge sui diritti fondamentali di un’intera categoria di persone, tra cui omosessuali e transessuali. Una categoria fortemente discriminata nella sua fragilità, della quale il Ddl Zan si fa portavoce per prevenire e contrastare fenomeni di omofobia, violenza e discriminazione.
“Il vestito” è, infatti, un racconto d’amore. Un accattivante intreccio narrativo il cui unico obiettivo è dimostrare che i turbamenti interiori vanno al di là di qualsiasi diversità: di pelle o di etnia, di religione o credo, d’identità di gender o di orientamento sessuale. Una storia spiazzante, con un finale capace di ribaltare alcuni dei più classici stereotipi di genere. Quando vediamo un’auto da cerimonia, l’occhio, per un innocente pregiudizio sociale, corre al velo di una splendida sposa. Ma se nell’abitacolo non ci fosse una donna?
Anche Amed (Danilo Arena), il giovane protagonista del corto, un immigrato squattrinato alla ricerca di un abito nuziale, cade nel tranello, quando s’imbatte in un’auto di lusso con dentro un misterioso sposo abbandonato all’altare (Christian Iansante). Amed lo segue e, una volta scoperto, per espiare la sua colpa dovrà compiere una missione: vendicare l’uomo che ha derubato. Solo alla fine scoprirà la vera identità sessuale di questo sposso tradito.
“Il vestito” è il terzo cortometraggio messo a segno da Ravallese, dopo “Miracolo in periferia” (2013, candidato al Giffoni) e “La terra degli sconfitti“, alla cui sceneggiatura ha partecipato Emanuele Pisano, pluripremiato regista di serie Tv (Sara&Marty) e di videoclip musicali di successo (Ultimo, Grignani, Lowlow, Mostro). La collaborazione tra i due talentuosi autori raggiunge l’apice con la candidatura ai David di Donatello de “L’oro di famiglia“, corto di Pisano co-prodotto da Ravallese, che ne co-scrive anche il soggetto.
Protagonista de “Il vestito” è l’attore siciliano Danilo Arena, già protagonista ne “L’oro di famiglia“, col quale trionfa al recentissimo Asti Film Festival, apparso anche in “Romulus” e interprete co-protagonista della nuova stagione della fortunata serie Rai con Francesco Montanari, “Il cacciatore 3“, in uscita il prossimo autunno. La “sposa tradita” è invece interpretata, in un eccezionale ruolo che lo vede vincere il Premio all’Asti Film Festival, da Christian Iansante, attore e doppiatore di star internazionali del calibro di Bradley Cooper, Christian Slater, Sam Rockwell ed Evan McGregor.
Quindici intensi minuti, magistralmente giocati su uno stato di crescente suspense. Una narrazione che culmina nel colpo di scena finale, il cui effetto sorpresa è a totale servizio della storia. La rigorosa regia di Ravallese fotografa senza giudizi una realtà complessa e contraddittoria, in uno stile che mira a superare ogni preconcetto esistente, facendo dell’incontro con la diversità il nodo centrale dell’intreccio.
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