Imma Tataranni – Sostituto Procuratore è la grande novità di questo inizio stagione nel campo della fiction nazional popolare. Ma forse non è un prodotto così scontato, scopriamo perché.
Raiuno, nel campo delle serie tv, è un po’ come il Papa nella società civile: grande autorità e seguito, certo, tuttavia si ha la sensazione che le grandi rivoluzioni arrivino quando siano già state ampiamente metabolizzate dagli ascoltatori più attenti. E così Imma Tataranni è stata unanimemente salutata come fiction di rottura da un po’ tutta la critica.
Imma Tataranni, le innovazioni
Il motivo principale è il ribaltamento dei ruoli proposto, del tutto nuovo per il target del primo canale. Imma è infatti un sostituto procuratore di Matera. Già, una donna che non solo ricopre un ruolo di responsabilità con bravura, in modo irreprensibile e incorruttibile, ma lo fa mettendosi sotto i piedi colleghi maschi non sempre all’altezza, mentre il marito manda avanti la casa e i rapporti con figlia adolescente e invadente suocera.
I riferimenti della serie
Se leggendo pensate a certa fiction d’oltremanica, ci avete preso solo in parte. Toglietevi dalla testa quindi l’inarrivabile qualità di un Broadchurch, ma nemmeno vovete immaginare un prodotto standardizzato alla Comandante Florent. Imma Tataranni, rivoluzione per Raiuno, è in realtà un’ottima via di mezzo, in tanti sensi. Un compromesso tra crime – con storie non originalissime che però reggono – e comedy. Un ideale anello di congiunzione tra Il Commissario Montalbano, L’Ispettore Coliandro e Boris, di cui sfoggia il bravo Luca Vendruscolo tra gli sceneggiatori.
Tra Matera e la letteratura
Matera è sfondo estremamente efficace. Questo sia per l’inattaccabile bellezza dei luoghi, sia per raffigurare la tipica provincia italiana del sud, che tanto bene si vende anche all’estero, Montalbano docet. E proprio il confronto con Vigata e la creatura di Camilleri viene naturale; per le location e per la schiettezza del personaggio, certo, eppure le analogie si fermano lì. La scrittura di Mariolina Venezia, dai cui romanzi le storie sono tratte liberamente, è forse più debole di quella del maestro siciliano, eppure una maggiore leggerezza e la semplicità degli intrecci potrebbero essere più un vantaggio che un difetto.
Un personaggio sopra le righe
Imma Tataranni è un personaggio sopra le righe, a dir poco. Brusca e senza peli sulla lingua, nasconde ovviamente un lato umano che facilita l’empatia nello spettatore, specie femminile, che l’adotta subito come una di noi. Il suo modo kitsch di vestire, tra colori sgargianti e animalier come se non ci fosse un domani, è al centro di gustose gag. Come la commessa che, di fronte alla richiesta di un consiglio davanti a un improponibile vestitino, replica: Signora, se piace a lei.
Vanessa Scalera, la rivelazione
Grande novità, questa sì per la Rai, la scelta di Vanessa Scalera come protagonista. Attrice sconosciuta al grande pubblico, attiva in tv sempre da comprimaria e in teatro da protagonista, Scalera è professionista di razza. La sua caratterizzazione è perfetta ed estremamente credibile, sia nel rapporto sempre in bilico col bell’appuntato Calogiuri (e anche qui un bel rovesciamento di luoghi comuni) che nel menage casalingo.
Gli altri personaggi
Ed è forse proprio tra le mura di casa che Vanessa dà il meglio. Non tanto col marito – Massimiliano Gallo, visto anche in The Young Pope – o la figlia, quanto con madre e suocera. La mamma, affetta da demenza senile, è una figura quasi poetica che passa da una badante all’altra e scambia vivi e morti con grande grazia. Ed è il personaggio che più fa uscire il lato tenero della rocciosa protagonista. La suocera è invece lo stereotipo – purtroppo fin troppo realistico – della persona superficiale che continua a trattare il figlio cinquantenne come un adolescente. E che inorridisce di fronte al dramma di “quei poveracci sui barconi che affondano”, perché “se arrivano qua i prezzi delle case crollano”.
Carlo Buccirosso, la maschera napoletana
Le due vegliarde sono interpretate magistralmente da due brave attrici di teatro, anch’esse sconosciute ai più: Lucia Zotti e Dora Romano. Menzione d’onore a Carlo Buccirosso, sensazionale nel tratteggiare un procuratore napoletano superficiale e tradizionalista fino al sessismo. Buccirosso migliora invecchiando e qui sembra uscito da una commedia di Eduardo De Filippo. Meno efficace forse la resa di Alessio Lapice nei panni di un fin troppo timido e intimidito appuntato Ippazio Calogiuri.
Le guest star
Ancora da segnalare le spassose guest star del primo episodio, Cesare Bocci che fa ulteriormente da tramite tra Vigata e Matera e un impagabile Giampaolo Morelli. Il nostro amato Coliandro interpreta un attore intento a impersonare Gesù Cristo sul set lucano, sboccato quanto basta.
Imma Tataranni: consigliata
In sostanza, Imma Tataranni è una serie che si fa guardare – gli ascolti sono stati buoni per i primi due episodi – sia dallo zoccolo duro del pubblico generalista, sia da chi è abituato a storcere il naso davanti alla fiction nazional popolare. A patto che le si dia una chance.
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