Arriva in Italia il nuovo dramma/thriller di Sony Pictures, dal titolo La Ragazza della Palude (titolo originale Where the Crawdads Sing). Tratto dall’omonimo romanzo di Delia Owens, ha raccolto un buon successo al box office statunitense, attestandosi al terzo posto nella classifica degli incassi nel suo weekend d’apertura. Il 13 ottobre debutta nelle sale italiane, e abbiamo avuto l’occasione di assistere alla proiezione in anteprima.
Immergetevi con noi nella palude per conoscere pregi e difetti di questa pellicola, che vede alla regia Olivia Newman.
La Ragazza della Palude: sinossi e analisi
La Ragazza della Palude porta in scena un film drammatico, che ben presto scivola nel thriller, della durata di circa due ore. Il racconto si muove su due differenti linee temporali: da un lato la vita della protagonista, cresciuta sola e abbandonato da tutti nella palude che dà il nome al film; dall’altro le vicende di un processo che la vede imputata per omicidio. Sul finale le due linee finiscono per confluire in un unico grande finale, che porta alla definitiva risoluzione del thriller.
Kya (che una volta cresciuta ha il volto di Daisy Jessica Edgar-Jones) è una bambina che vive in una palude del North Carolina, negli anni ’50, insieme a una famiglia dominata da un padre violento. Proprio la violenza del padre spinge il resto della famiglia ad andarsene, a partire dalla madre. Infine anche il padre sparirà, e Kya si ritroverà a vivere sola all’interno della palude, emarginata dal resto della comunità. Crescendo incontrerà i suoi primi amori, sviluppando al tempo stesso una grande passione per la natura e la biologia.
Alla fine degli anni ’60 una Kya ormai adulta è accusata di omicidio, per la morte del suo ex ragazzo. A giudicarla vengono chiamati componenti di quella stessa cittadina che per più di un decennio la ha messa ai confini della società. Dalla sua parte quei pochi che hanno avuto l’occasione di conoscerla davvero, e un avvocato pronta a difenderla contro quei pregiudizi che la hanno tenuta lontana da tutti. Il tutto con una sola domanda che accompagna lo spettatore fino agli ultimi istanti del film: chi è l’assassino?
La Ragazza della Palude è una pellicola che mescola insieme dramma e thriller. Il processo, e la volontà di ripercorrere e narrare la vita di Kya, sono solo uno stratagemma per mostrare al pubblico una vita fatta di violenza. Violenza non solo fisica (sia del padre che di una delle sue relazioni), ma anche e soprattutto psicologica e sociale. Kya è messa ai margini, bandita fin da piccola, oggetto dello scherno di quella società che non si sforza di accoglierla.
Il processo, da questo punto di vista, diventa una sorta di metafora: ciò che i cittadini stanno affrontando non è in realtà il processo a Kya, ma una visione di ciò che loro stessi hanno perpetrato nei confronti di quella ragazza. In aula trovano non un “mostro” o una creatura mitologica, ma una fragile ragazza, impaurita dallo sguardo giudicante di chi ha intorno.
Da vedere?
Il successo che il film ha ottenuto negli Stati Uniti è ben giustificato. La regista Olivia Newman riesce a dosare con cura le due time-line in cui è diviso il racconto. Buono anche il lavoro dei giovani interpreti, a partire proprio da Daisy Jessica Edgar-Jones. Grazie alla sua interpretazione Kya assume vero spessore.
Chi cerca un film drammatico coinvolgente e emozionante resterà più che soddisfatto. Il ritmo è incalzante, e la palude con il passare del tempo diventa la vera co-protagonista del film, regalando al pubblico delle scenografie da non dimenticare.
La Ragazza della Palude esce nelle sale italiane il 13 Ottobre.
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