L’Alligatore è una mini serie dai toni noir e dalle sfumature gialle andata in onda su Rai 2 e da poco conclusa. Noi di Shockwave Magazine abbiamo deciso di recensirla per voi perché è una serie tradizionalista nella sua innovazione.
Nata da una coproduzione tra Rai Fiction e Fandango, l’Alligatore è liberamente ispirata ai romanzi di Massimo Carlotto. Infatti ben 3 degli 8 episodi prendono il titolo dalle cinque “avventure” racchiuse nel romanzo pubblicato nel 2007.
“Sono partito dalla lettura dei romanzi, sicuramente agevola il processo di costruzione perché hai tanto materiale sul quale appoggiarti. Ci sono delle differenze tra l’alligatore dei romanzi e l’alligatore della sceneggiatura però io credo che lo spirito dell’alligatore sia rimasto quello.”
Matteo Martari, Marco Buratti (l’Alligatore)
Il protagonista è Marco Buratti, detto l’Alligatore, un ex cantante blues ingiustamente condannato a sette anni di carcere. Dietro le sbarre, l’uomo è stato costretto a mettere da parte il canto dopo aver perso la voce.
Una volta fuori una serie di coincidenze lo portano sulla strada dell’investigazione, della ricerca della verità e della giustizia. Un compito alquanto difficile per uno che ha sofferto in prima persona le conseguenze dell’ipocrisia che si nasconde dietro entrambe. Insieme a due suoi cari amici, Beniamino e Max, costruisce una “band” che rivela le malefatte di organizzazioni criminali e di ambienti collusi dalla facciata pulita.
Beniamino Rossini è invece un personaggio che esiste veramente e che fa parte di un mondo che non c’è più, della vecchia mala. Un mondo in cui la delinquenza è figlia della necessità.
Max è invece l’amico per cui l’Alligatore ha passato gli ultimi 7 anni in carcere, rifiutandosi di puntargli il dito contro una volta scoperti i loro piani.
Ad interpretare l’Alligatore è un camaleontico Matteo Martari che ci ha già stupito per la sua credibilità. Alcuni dei ruoli che ha interpretato? Dal nemico numero uno di Lorenzo il Magnifico nella serie I Medici al maestro Albert Kroess di Un passo dal cielo. Dal magistrato severo ed affascinante dei Bastardi di Pizzofalcone all’ispettore Marco Corvi per Bella da morire. Ed ora può aggiungere alla lista un ex musicista squattrinato che “gioca” a fare il detective.
L’Alligatore è uno dei personaggi che hanno contribuito a innovare la scena letteraria del romanzo giallo in Italia, ma anche all’affermazione internazionale del noir “mediterraneo”. A curare la regia della serie sono Daniele Vicari ed Emanuele Scaringi. Ecco cosa dicono di loro i due protagonisti:
“La nostra opera è un po’ fuori dal tempo per una decisione di Daniele ed Emanuele (i registi, ndr) di spostare di un po’ di anni in avanti gli avvenimenti pur senza connotarlo precisamente in un tempo storico e, con il permesso dei registi, ho scelto di evocare quel mondo lì, di cui il vero Beniamino faceva parte. Faceva quello per vivere ma è legato ad una certa etica.”
Thomas Trabacchi, Beniamino Rossini
“Lavorare con due registi è sicuramente interessante dal punto di vista della scoperta, della lavorazione del personaggio. Ti danno degli spunti di lavoro molto interessanti e ne hai una duplice copia, una duplice versione.”
Matteo Martari, Marco Buratti (detto l’Alligatore)
Analizziamo insieme gli 8 episodi di l’Alligatore.
L’avvocato Barbara Foscarini si presenta alla Cuccia, il locale dove l’Alligatore ha trovato rifugio dopo essere uscito di prigione. Alberto Magagnin, il suo assistito, sembra essere sparito nel nulla. Magagnin è un gigolò di provincia, un povero cristo che l’Alligatore ha conosciuto in carcere, dove è nata un’amicizia che ha continuato a legarli nonostante la distanza. L’Alligatore si mette subito all’opera e scopre che Magagnin ha ricominciato a fare uso di eroina e che aveva una relazione con una donna più matura di lui, Piera Belli.
L’Alligatore, insieme a Beniamino Rossini, continua le indagini su Alberto Magagnin con l’aiuto degli amici storici Max (Gianluca Gobbi) e Marielita (Shalana Santana). Dal caso Magagnin riemergono tracce del passato di Buratti, quando era un cantante blues innamorato di Greta (Valeria Solarino) e, soprattutto, indagando sugli intrighi di potere, sulla sua strada ricompare Tristano Castelli (Fausto Maria Sciarappa).
Un giovane colombiano fermato dalla polizia viene trovato in possesso di cocaina e confessa di doverla consegnare alla pensione “Zodiaco”. I poliziotti si recano all’appuntamento e, quando trovano Nazzareno Corradi lo arrestano accusandolo di traffico internazionale di stupefacenti. L’avvocato che difende Corradi contatta l’Alligatore. È convinto infatti che il suo cliente sia vittima di una macchinazione.
Alligatore, Rossini e Max portano avanti le loro ricerche sul caso del corriere colombiano. I tre amici scoprono che nella faccenda è coinvolta una certa Rosa Gonzales, narcos temibile e zia del colombiano arrestato. La donna è venuta a sapere che suo nipote sta cercando di mettersi in proprio ed intende scoprire chi sta tentando di avviare un nuovo canale di spaccio.
L’Alligatore è costretto suo malgrado a navigare nell’inquietante mondo del sadomaso quando Mariano Giraldi, il marito di una donna scomparsa, si rivolge all’Alligatore, l’unico investigatore che viaggia nei territori oscuri dell’illegalità insieme ai suoi inseparabili compagni d’avventura.
Le indagini sul Maestro di Nodi portano l’Alligatore alla scoperta di questo ambiente, fatto di gente sola e ricattata, dove predatori feroci si aggirano e colpiscono in modi efferati. Questo mondo oscuro segnerà profondamente i nostri tre amici, facendo riemergere i fantasmi del carcere, i ricordi dolorosi e sconvolgenti di violenze viste o subite.
L’Alligatore, Rossini e Max hanno ficcato il naso nei legami tra potere e criminalità: questioni molto delicate, castelli di carta che vengono giù appena li si sfiora, con il forte disappunto di chi è coinvolto. Per questo, ora, le loro vite sono in serio pericolo.
L’Alligatore è arrivato alla “fine dei giochi”: insieme a Rossini, Max e Marielita si ritrova a fronteggiare dall’interno il panorama criminale del nostro Paese, confrontandosi con gli uomini, i mezzi e le strategie di questa battaglia sanguinosa che si svolge sotto i nostri occhi.
“Ciò che è destinato a te troverà il modo di raggiungerti”
Hester Browne.
È una frase che trovo particolarmente azzeccata per l’Alligatore, un investigatore che esce di galera, con pochissima fiducia nelle istituzioni, ossessionato dalla giustizia e dalla verità al punto di accettare solo casi in cui è stato fatto un torto ai più deboli, che svolge le sue indagini con l’aiuto di un malavitoso vecchio stampo e di un bizzarro “analista” d’informazioni.
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