La seconda parte della prima stagione della serie Lupin sbarca su Netflix l’11 giugno, prodotta da Gaumont e liberamente ispirata dai romanzi di Maurice Leblanc, ideata da George Kay e François Uzan. Questa seconda parte è composta da cinque episodi dalla durata di 50 minuti circa. Omar Sy torna ad interpretare il protagonista Assane Diop.
La vendetta di Assane è finalmente giunta al suo atto finale, Hubert Pellegrini è disposto a tutto pur di vincere sul ladro gentiluomo.
La seconda parte della stagione riprende da dove si era conclusa la prima: il figlio di Assane, Raoul, è stato rapito da uno degli uomini di Pellegrini e il poliziotto Guedira si ritrova faccia a faccia con il Lupin dei nostri giorni.
Il nostro protagonista ha in mente un piano preciso per mettere fine alla corruzione ed allo strapotere del capofamiglia Pellegrini e per farlo avrà bisogno di nuovi e vecchi alleati, fra tutti il suo amico d’infanzia e complice Benjamin Ferel.
Assane è intenzionato a vendicarsi e la sua guerra personale con Hubert lo porterà a sfoderare tutti gli assi nella manica a sua disposizione, dando vita ad una vera e propria guerra senza esclusioni di colpi.
In questa seconda parte di Lupin alcuni comprimari vengono messi sotto i riflettori.
Se nella prima parte di stagione Assane era assoluto protagonista, in questa seconda metà viene dato finalmente risalto anche ad alcuni personaggi secondari: Benjamin Ferel fra tutti diventa effettivamente un comprimario attivo per l’avanzare della storia.
L’amico d’infanzia del protagonista passa da alleato passivo che forniva supporto a vero e proprio fautore di azioni, collaborerà col ladro gentiluomo in prima persona riuscendo ad approfondire e rendere più credibile quel rapporto di amicizia che era stato praticamente soltanto accennato nella prima parte.
Importante anche l’arco narrativo del poliziotto Guedira, che fin da subito si era dimostrato l’unico ad aver compreso il modus operandi di Assane, essendo anche lui un appassionato di Arsenio Lupin. In questa seconda parte porterà avanti le sue indagini entrando di fatto in mezzo ad un complotto ben più grande di lui.
Uno dei personaggi meglio scritti è proprio il cattivo della serie, complice anche una performance veramente credibile di Hervé Pierre, Hubert Pellegrini infatti risulta un cattivo tutto fuorchè banale: un freddo calcolatore ben conscio del suo potere e della sua influenza che farà tutto pur di distruggere il protagonista.
Insomma questi episodi di Lupin hanno sempre come protagonista assoluto Omar Sy, ma almeno si vanno ad approfondire e rendere più partecipi personaggi che erano risultati interessanti con la loro introduzione nella prima parte.
Una seconda metà di stagione che va a cambiare il formato degli episodi senza toccare però il focus della serie.
Nei primi cinque episodi erano presenti diverse imprese di Assane, basate su diversi libri di Leblanc, il focus comunque era sempre la vendetta nei confronti di Hubert ma la serie si concentrava sulla spettacolarità dei singoli colpi del protagonista.
In questi ultimi cinque episodi non sono presenti più colpi, il protagonista è braccato dalla polizia e dagli uomini di Pellegrini quindi si ritrova a scappare in attesa del confronto finale.
Cambia quindi il formato degli episodi togliendo un po’ di spettacolarità per lasciare spazio alla psicologia dei personaggi, ciò non toglie comunque che Assane non mancherà di mostrare le sue abilità nei momenti di crisi riuscendo ad essere la perfetta trasposizione di un moderno Lupin.
Ancora più che la scrittura e la regia il vero punto di forza della serie risulta comunque il suo protagonista: Omar Sy attira ogni sguardo quando è in scena e risulta una vera e propria forza motrice. La serie è confezionata ad hoc e ogni suo aspetto tecnico è ben curato, le scende d’azioni risultano sempre fluide e ben comprensibili.
La fotografia è naturale con un particolare riguardo per le luci della città che riescono sempre a risaltare nelle scene ambientate di notte: Parigi è veramente resa una città d’arte ed amore in ogni inquadratura. La regia è ben fatta senza però mai osare in nulla.
Questa seconda parte è diversa dalla prima, risultando comunque altrettanto interessante e bella, andando a preferire un approccio più psicologico sui personaggi rispetto alla mera spettacolarità, che è comunque presente. Lupin si presenta quindi con una conclusione degna per la storia, non escludendo comunque una possibilità di sequel.
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