Quest’anno abbiamo scelto di celebrare il Primo Maggio attraverso l’analisi di due film.
Si tratta di Fronte del Porto e Io, Daniel Blake. Due film che, seppur girati in epoche diverse, con stili diversi, hanno in comune il Primo Maggio, ovvero il fatto di avere il mondo del lavoro e, soprattutto, la denuncia contro l’ingiustizia sociale e l’annientamento della dignità umana quando esso viene a mancare o quando le sue condizioni sono inique.
Primo Maggio – Fronte del Porto
Il primo, girato nel 1954 da uno dei più grandi registi della Storia del Cinema, Elia Kazan e con un cast di prim’ordine (Marlon Brando, Karl Malden, Eva Marie Saint, J. Lee Cobb e Rod Steiger fra gli altri) è uno straordinario racconto delle condizioni di sfruttamento a cui sono sottoposti i lavoratori portuali di New York (ma la condizione potrebbe essere quella di qualsiasi altra città americana o del mondo).
I portuali infatti pur di poter lavorare e assicurare una fonte di reddito a se stessi e alle proprie famiglie, sono costretti a sottostare al giogo di un criminale senza scrupoli, Johnny Friendly (Cobb), che spadroneggia nel sindacato della città, detenendo letteralmente il controllo delle banchine, e quindi decidendo chi deve lavorare e chi no. Proprio questo suo enorme e vergognoso potere, è il motivo per il quale tutti subiscono, non denunciano o addirittura diventano complici dei suoi crimini.
Questo fino a quando Terry Malloy (un Marlon Brando stratosferico che in questo film ci ha regalato una delle più grandi interpretazioni della Storia del Cinema) non pone fine a tutto questo grazie ad uno straordinario atto di coraggio. Atto che risveglia le coscienze dei suoi colleghi che finalmente si ribelleranno a Friendly e ritroveranno la loro dignità. La scena in cui i portuali esasperati dalla situazione e in appoggio di Terry, gettano il gangster in acqua è non solo potentissima da un punto di vista cinematografico, ma è anche e soprattutto una delle più rappresentative della lotta di classe, dell’unione dei lavoratori contro i soprusi.
Inserito dall’American Film Institute al diciannovesimo posto tra i migliori film di sempre, la pellicola vinse ben otto Premi Oscar: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista, Migliore Attrice non Protagonista, Miglior Fotografia, Miglior Montaggio, Miglior Scenografia.
Primo Maggio – Io, Daniel Blake
Io, Daniel Blake è un film del 2016 dell’impegnatissimo e pluripremiato regista inglese Ken Loach.
Vincitore della Palma d’Oro a Cannes, del BAFTA per il Miglior Film Britannico e del David di Donatello come Miglior Film dell’Unione Europea, il film è un bellissimo, emozionante e devastante racconto dell’odissea di Daniel Blake, un carpentiere di una cittadina del Nord Est dell’Inghilterra, che dopo aver lavorato per una vita intera è costretto a chiedere un sussidio di disoccupazione a causa di un infarto che ne ha decretato l’invalidità.
In seguito a tutto questo Daniel sarà costretto a dividersi tra le difficoltà economiche, il divieto del medico di lavorare e l’infernale sistema burocratico inglese, che inizialmente lo dichiara invalido, poi ritarda ad assegnargli il dovuto sussidio, successivamente lo ritiene idoneo al lavoro e per giunta lo sanziona.
Oltre alle difficoltà di Daniel, nella pellicola vengono raccontate anche quelle di una donna priva di mezzi, di sostentamento, Katie, alla quale egli presta aiuto come può, Katie, ridotta letteralmente alla fame e che infine davanti all’impossibilità di comprare un paio di scarpe nuove a sua figlia, non avrà altra scelta che quella di lavorare in un bordello.
Non c’è, a differenza di Fronte del Porto un lieto fine in questo film. Infatti Daniel proprio quando, grazie all’aiuto di un avvocato che lo ha seguito per un ricorso, sembra abbia speranze concrete di ottenere il sussidio, viene colto da un altro malore e muore.
La scena finale del film, quella in cui Katie legge il discorso che Blake avrebbe voluto leggere al processo, è una straordinaria e coraggiosa denuncia contro il sistema burocratico inglese (ma la denuncia potrebbe essere valida per la burocrazia di molti altri paesi) che arriva a punire con le sue lungaggini e i suoi infernali meccanismi, un onestissimo cittadino, che ha lavorato e pagato le tasse per tutta la sua vita.
Per concludere riportiamo una delle più belle citazioni sul diritto al lavoro e sul rispetto della dignità umana:
Per rendere un uomo felice, riempi le sue mani di lavoro, il suo cuore di affetto, la sua mente con uno scopo, la sua memoria con conoscenze utili, il suo futuro di speranza, e il suo stomaco di cibo.
Frederick E. Crane
Leggi anche
- Flow – Un mondo da salvare | Recensione - Ottobre 29, 2024
- The Bikeriders | Ascesa e caduta di un gruppo di ribelli - Giugno 19, 2024
- L’imprevedibile viaggio di Harold Fry | Recensione - Ottobre 17, 2023