Blow Up di Antonioni al Nouvelle Vogue a Bologna

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Si è tenuto a Bologna il 19 gennaio il primo appuntamento della rassegna cinematografica Nouvelle Vogue, incontro nato dalla collaborazione tra la famosa rivista di moda e la Cineteca di Bologna, per celebrare i sessant’anni di Vogue Italia. Evento inaugurale, il classico Blow Up di Antonioni.

Sul palco del Cinema Modernissimo, Francesca Ragazzi, Head of Editorial Content di Vogue Italia, insieme a Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, introducono la pellicola restaurata appositamente per l’occasione. Blow Up, primo film inglese del regista ferrarese Michelangelo Antonioni, girato nel 1966, è il film di moda per antonomasia, capace di documentare la rivoluzione sociale, culturale e di costume della Londra di quegli anni. Un film extraterrestre, con volti nuovi e con un rinnovato modo di raccontare, essenziale anche alla svolta della carriera del regista stesso.

Nella Swinging London di metà anni Sessanta, seguiamo la vita di un affermato e irriverente fotografo di moda (Davis Hamming), che per puro caso documenta un omicidio sul quale tenta di far luce attraverso i propri scatti. Il risultato è un film enigmatico sul rapporto tra sguardo e realtà, unico per tempi e ritmo della narrazione, che ci mostra una Londra mai raccontata così prima di allora. L’obiettivo del regista si estende all’ambito del costume, inquadrando così la moda come specchio e motore della società stessa.

Blow Up di Antonioni al Nouvelle Vogue a Bologna 1

Fu la stessa Jocelyn Rickards, costumista di Blow Up a tentare di riprodurre fedelmente le principali tendenze dell’epoca, ispirandosi soprattutto a designer d’avanguardia. Il lavoro di documentazione di Antonioni fu meticoloso e ossessivo, e in alcune sequenze si ha l’impressione di assistere a un vero e proprio catalogo di moda. Opera perfetta per cogliere lo zeitgeist del tempo, Blow Up unisce in maniera rivoluzionaria la moda e la fotografia con la sfera sessuale. Centrale anche per lo sviluppo della trama mistery è infatti lo sguardo voyeuristico che passa attraverso un vero e proprio feticismo fotografico (il termine “blow up” indica per l’appunto l’ingrandimento delle fotografie). Si pensi, ad esempio, alla scena in cui il protagonista simula un amplesso durante una sessione di fotografia, in cui è evidente il rapporto di potere preda-predatore tra modella e fotografo, rimasta nell’immaginario collettivo come simbolo del film.

Quale modo migliore per celebrare dunque i sessant’anni della rivista, se non con un film rivoluzionario tanto nei contenuti quanto nello stile, capace di documentare la realtà dell’epoca, mostrandosi ancora oggi tanto attuale.

La rassegna continuerà a febbraio, sempre sugli schermi del Cinema Modernissimo di Bologna, con la proiezione del film francese Cléo dalle 5 alle 7, capolavoro della Nouvelle Vague, diretto da Agnès Varda. Qui il programma completo.

Francesco Paolo Francini e Valentina Vitrani.

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