La Febbre del Sabato Sera, 47 anni dopo

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Si è tenuto a Bologna il terzo appuntamento della rassegna Nouvelle Vogue in collaborazione con Vogue Italia il 15 Marzo 2024. Ad essere presentato da Francesca Ragazzi e Gian Luca Farinelli, sul palco del Cinema Modernissimo, uno dei più celebri film degli anni Settanta: La febbre del sabato sera (1977), del regista John Badham. 

Dopo Londra e Parigi ci spostiamo quindi per le strade di New York, dove un giovane Tony Manero conduce una doppia vita: di giorno è confinato nel negozio di vernici dove lavora, oppresso da una famiglia ultracattolica e moralista, ma di notte si trasforma scatenandosi sulla pista da ballo del locale notturno 2001 Odyssey (solo una delle tante citazioni cinefile della pellicola). Sono gli anni della club culture, in cui impazza la disco music, e quello diretto da Badham diventa il film perfetto per inquadrare quest’epoca, in cui la moda era il simbolo dell’espressione della libertà creativa. La scena della vestizione, una delle più celebri (omaggio al film Piccolo Cesare del 1931), ben rappresenta il passaggio ad un altro tipo di vita contrapposta a quella diurna, dove la disinibizione in pista diventa sfogo necessario alla scoperta di una parte della propria identità atta a contrastare la violenza del periodo.

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È in questi anni che si viene a creare una nuova visione della mascolinità, fondata sia su una cura maniacale del corpo che su acconciature e trucchi vistosi. La scelta del protagonista, ricaduta su un esordiente John Travolta, è in questo senso azzeccata: l’attore di origini italo-americane è infatti perfetto per rappresentare questa nuova visione, fatta di acconciature, trucchi vistosi e movenze che richiamano al mondo femminile. Allo stesso modo viene sdoganata la figura della donna, ora meno funzionale rispetto a quella dell’uomo, e quindi capace di intervenire con disinvoltura all’interno della narrazione con scelte audaci e meno relegate alla rappresentazione della stessa negli anni Cinquanta.

Un ruolo fondamentale ne La Febbre del Sabato Sera lo giocano sicuramente i costumi curati da Patrizia von Brandenstein, che per l’occasione si mise alla ricerca dell’abito perfetto, non nei grandi negozi di moda, bensì al mercatino delle grandi occasioni di Brooklyn, dove i giovani di quel periodo si mettevano effettivamente alla ricerca degli abiti per le loro serate; è proprio in questo modo che viene trovato il completo bianco in tre pezzi indossato da John Travolta/Tony Manero sulla pista da ballo, diventato col tempo un look iconico capace di rappresentare il fermento di un’intera generazione.

Oggetto di una campagna pubblicitaria straordinaria all’epoca della sua uscita, ma accolto in maniera fredda dalla critica, col tempo La febbre del sabato sera si è affermato come un nuovo tipo di musical, grazie alla rivoluzionaria regia di Badham capace di raccontare la danza in maniera nuova e alla colonna sonora pervasiva che segna la consacrazione dei Bee Gees. Un cult assoluto che, rivisto oggi, ci dice molto anche sul conflitto e la convivenza tra etnie e classi sociali diverse nella New York di quegli anni, nonché sul desiderio di emancipazione di una generazione.

Appuntamento al mese di aprile con il prossimo film della rassegna Nouvelle Vogue, sempre sugli schermi del Cinema Modernissimo di Bologna.

Francesco Paolo Francini

Valentina Vitrani

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