Il docufilm sulla storia degli Wham! arriva su Netflix il 5 luglio con tante immagini inedite della celeberrima formazione pop che riuscì in brevissimo tempo a conquistare la cima delle classifiche di mezzo mondo.
Come si esce vivi dagli anni 80? Forse è impossibile, come cantava Manuel Agnelli e i suoi Afterhours qualche anno fa. Non a caso il revival dell’epoca dell’edonismo per eccellenza è ormai ampiamente sdoganato. Per questo vediamo ritornare dal cinema alla televisione, passando per la moda e chiaramente anche la musica arrangiamenti, outfit, star del piccolo e grande schermo agli onori delle cronache.
La casa di produzione della N rossa per questo ha ben pensato di produrre questo documentario sulla storia di una delle band inglesi che maggiormente ha segnato non solo un’epoca musicale ma anche il costume e l’immaginario anni 80. In meno di due ore con l’ausilio di voci fuori campo derivanti da interviste vecchie e nuove dei protagonisti di questa epopea pop abbiamo modo di rivivere la fulminea ascesa di George Micheal e Andrew Ridgeley meglio conosciuti come Wham!.
Il film diretto da Chris Smith parte proprio dall’incontro di Andrew e quello che ancora si chiamava Georgios Panayiotou tra i banchi di scuola. Entrambi figli di famiglie immigrate nel Regno Unito, grazie a questo racconto abbiamo modo di capire quanto, specialmente nei primi annni, la figura di Andrew sia stata fondamentale per la futura star internazionale George Michael. Ridgeley era infatti un carattere istrionico e molto vitale e grazie al suo spirito d’iniziativa e al suo entusiasmo Georgios è riuscito poco a poco a lasciarsi andare affrancandosi dalle ferree regole famigliari fino ad arrivare alla completa, è non semplice, realizzazione di sé stesso.
La parabola degli Wham! li ha portati in pochissimi anni, meno di dieci, a diventare la più importante band pop del mondo, non a caso furono i primi artisti commerciali a tenere un concerto nella Repubblica Popolare Cinese. Proprio però negli istanti in cui Geroge e Andy stavano spiccando il volo verso l’iperspazio della musica c’è la prima importantissima crepa. Vediamo infatti come ad Ibiza dove stavano girando l’iconico video di Club Tropicana George fa coming out con Andy, il quale lo induce a riconsiderare una ammissione pubblica per una più prudente virata sul concetto di bisessualità.
In questo passaggio troviamo le ombre dell’edonismo e della cultura dell’immagine egli anni 80 in cui il machismo e la superficiale catalogazione delle icone pop in oggetti sessuali e macchine da poster per adolescenti non contemplavano niente di più della categorizzazione binaria Macho/Donna oggetto. La musica degli Wham! in qualche modo sembrava seguire questa scia anche se ascoltando le interviste della band si capisce come in molti testi, specialmente di Michael, si possano già riconoscere tutti i dubbi e le insicurezze di una personalità che aveva avuto la sfortuna di vedere realizzato il suo sogno di diventare famoso in modo assolutamente inaspettato.
Per l’importanza della storia di questa formazione musicale, a mio parere, un documentario che supera di poco l’ora e mezza è stata probabilmente un’occasione sprecata per prendersi il tempo di approfondire alcune zone grige come il contesto sociale in cui la band stava esplodendo. I dissidi interiori di George, la sfrenata vitalità di Andy che divenne uno degli artisti più paparazzati della vita notturna inglese. La crescita artistica di George che per tutto il periodo in cui ha militato negli Wham ha cercato di affermarsi prevalentemente come autore (bellissimo il passaggio in cui viene ripresa l’intervista a Elthon John in cui parla delle doti autoriali di Michael).
Proprio gli anni degli Wham! furono cruciali per la storia personale di Micheal e del suo coming out. Una parabola personale che gli ha fatto vivere delle montagne russe emotive, portandolo alle stelle e subito dopo in momenti incredibilmente oscuri. IN questo probabilmente il documentario sugli Wham è una metafora di un decennio che è sinonimo di divertimento ma che col passare del tempo ha mostrato anche con molta violenza la sua facciata di cartapesta.
Dal docufilm si deduce però con estrema chiarezza come il periodo che va dall’81 all’86 sia stato una costante crescita, in cui i due protagonisti della parabola musicale della band pop per eccellenza degli anni 80 non hanno mai scricchiolato nella loro amicizia. Andy in questa storia ha un ruolo importante, è la scintilla e quello con la visione necessaria a dare il via a tutto, poi che vicino si sia trovato una star dal calibro internazionale questa è un’altra storia.
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