Nella serata di giovedì è andato in onda su Rai 1 il film-tv sulla vita di Rita Levi-Montalcini, un vero e proprio biopic incentrato sui riconoscimenti e sulle ambizioni della scienziata.
Alberto Negrin cura la regia e la sceneggiatura dell’omaggio televisivo alla scienziata italiana mentre a dare volto ed anima a Rita Levi-Montalcini è l’attrice Elena Sofia Ricci, che ancora una volta riesce completamente a scomparire e a rendere omaggio ad un grande personaggio senza trovare differenze tra la persona reale e il personaggio.
Già la scorsa primavera vi avevamo parlato di una fiction Rai, Vivi e lascia vivere, una serie dalla parte delle donne in cui proprio Elena Sofia Ricci era la protagonista assoluta, a dimostrazione del fatto che non è assolutamente estranea a ruoli forti ed incredibilmente interessanti.
Ad eccezione di alcuni flashback, gli eventi narrati dal film partono soltanto dal 1986, forse l’anno più importante della scienziata, l’anno della svolta, della celebrazione di una vita di studi, ma prima è necessario ripercorrere alcuni passaggi fondamentali del percorso di Rita Levi-Montalcini.
Rita Levi-Montalcini nasce a Torino il 22 aprile 1909 da una famiglia ebrea sefardita. Fin da bambina mostra la sua intelligenza e la sua curiosità che nel 1930 trova la sua espressione nell’iscrizione alla facoltà di Medicina. Rita rompe quindi i canoni dell’epoca in cui l’unico ruolo della donna era quello di moglie e madre e sfida l’opinione del padre.
A 21 anni entra nella scuola medica del professor Giuseppe Levi (Franco Castellano), dove inizia i suoi studi sul sistema nervoso che non avrebbe mai più abbandonato. Nel 1936 si laurea in Medicina e Chirurgia con il massimo dei voti per poi specializzarsi in neurologia e psichiatria.
Rita Levi-Montalcini trascorse la sua vita tra Italia, Belgio e Stati Uniti ed il prossimo 30 dicembre ricorrerà il 10° anniversario dalla sua scomparsa.
Negli anni cinquanta con le sue ricerche scoprì ed illustrò il fattore di accrescimento della fibra nervosa, noto come NGF, e per tale scoperta è stata insignita nel 1986 del Premio Nobel per la medicina.
Insignita anche di altri premi, è stata la prima donna a essere ammessa alla Pontificia accademia delle scienze. Il 1º agosto 2001 è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale“. È stata socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche e socia-fondatrice della Fondazione Idis-Città della Scienza.
Ora invece vediamo come nel film-tv Rita Levi-Montalcini ha ancora voglia di dare qualcosa al mondo, la sua intraprendenza e il suo coraggio, nonostante la sua età.
1986. La neurologa Rita Levi-Montalcini riceve il Premio Nobel per la medicina per aver scoperto il fattore di accrescimento nervoso. La sua soddisfazione tuttavia non può dirsi completa, dato che la scoperta non ha ancora trovato un’applicazione clinica.
Tornata in Italia, Rita assiste a Torino a un concerto tenuto da giovani musicisti. Una delle studentesse, la violinista Elena Capriotti (Elisa Carletti), sviene durante l’esibizione dopo aver manifestato un offuscamento alla vista. Rita si interessa al caso di Elena e riesce a procurarle una visita con il primario Poli-Richter (Maurizio Donadoni), noto oculista, e il suo allievo specializzando Lamberti (Ernesto d’Argenio). Il professore diagnostica a Elena una grave forma di patologia corneale di origine neurologica: i nervi che portano il nutrimento alla cornea si stanno atrofizzando, e la malattia rischia di portarla alla cecità.
Dapprima disillusa riguardo la possibilità di trovare una cura per Elena (anche a causa del proprio senso d’impotenza di fronte alle numerose lettere di persone che le chiedono una cura per le proprie malattie, dopo la vincita del Nobel), e soprattutto dopo l’aggravarsi della malattia che rischia di procurare alla bambina conseguenze ancora più gravi della cecità, si parla infatti di una vera e propria mutilazione che le deturperebbe il viso, Rita decide di tentare di trovare una soluzione facendosi affiancare dal collega Franco (Luca Angeletti) e da Lamberti.
Ripensando ad alcune parole del professor Levi, Rita intuisce che la soluzione risiede negli elementi semplici: viene quindi testata su un coniglio la somministrazione localizzata di un collirio. Poli-Richter si appresta ad operare Elena, ma Lamberti lo ferma in tempo, così da permettere a Rita e Franco di mostrargli i risultati incredibilmente positivi del collirio sintetizzato.
Finora hanno potuto curare solo animali, ma con l’autorizzazione dei genitori di Elena potrebbero provare la cosiddetta “cura compassionevole”, ovvero la possibilità di utilizzare a scopi terapeutici medicinali o terapie per i quali non sono ancora state completate le fasi di sperimentazione. Il giorno seguente la cura dà i suoi frutti ed Elena non deve più essere operata. Elena può quindi riprendere a suonare il violino e partecipare ad un’audizione. Tra gli spettatori c’è anche Rita.
Se lo avete perso, potete rivedere il film-tv qui.
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