Sotto copertura – La cattura di Zagaria [Recensione]

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Con l’arresto di Antonio Iovine, il controllo del clan dei casalesi passa nelle mani di Michele Zagaria. Gli eventi che hanno condotto alla sua cattura vengono narrati dalla seconda stagione di Sotto copertura.

Nella sua vita Michele Zagaria è stato muratore, imprenditore, e poi boss. Ma non era solo questo, era anche uno stratega, molto prudente ed ossessionato dalla sicurezza. Utilizzava infatti telecamere a circuito chiuso per controllare la famiglia che lo ospitava e attraverso un semplice citofono poteva entrare in contatto con i suoi accoliti ogni volta che ne aveva bisogno.

Nel cast principale di Sotto copertura ritroviamo i veterani della prima stagione come Claudio Gioè, Antonio Folletto, Antonio Gerardi e Simone Montedoro a cui si aggiungono Alessandro Preziosi, Bianca Guaccero, Francesco Colella (Vite in fuga) ed Erasmo Genzini (Che Dio ci Aiuti).

Dopo aver catturato il boss dei Casalesi Antonio Iovine, detto ‘o Ninno’, Romano (Gioè) e la sua Squadra tornano a lavoro per tagliare la seconda testa dei Casalesi, quella di Michele Zagaria.

Zagaria
Nella foto: Michele Romano (Claudio Gioè), Michele Zagaria (Alessandro Preziosi), Francesco Visentin (Matteo Martari).

Napoli, 2011. Il capo della squadra mobile Michele Romano riceve da un informatore una soffiata sulla posizione di Michele Zagaria, boss dei Casalesi ancora in libertà. La squadra si mette in moto ma il blitz non ha successo ma la caccia continua. Nel frattempo, il boss cambia nascondiglio e si rifugia in un bunker nel casertano.

Michele Zagaria cerca di sabotare le indagini della squadra capeggiata da Romano ricattando un piccolo boss per costringerlo a testimoniare contro il capo della Mobile. Per questo, la PM De Simone decide di aprire un’indagine contro Romano per favoreggiamento. Nel frattempo, le indagini per catturare il capo dei Casalesi continuano grazie all’uso di una microspia.

La squadra individua in Turco, un cane sciolto appartenente al clan di Lidia Franzese, l’assassino di Arturo (Montedoro) e inizia a indagare anche su di lui. Zagaria, intanto, scopre la relazione tra Nicola (Genzini) e Agata e fa capire chiaramente a Nicola che Agata per lui è off limits. Ciononostante, come dice un celebre proverbio, al cuore non si comanda.

Intanto le indagini della PM De Simone sulla connivenza tra Romano e la camorra proseguono, trovando apparenti conferme. La PM si serve di Visentin (Matteo Martari, Un passo dal cielo, L’alligatore) come fonte interna alla squadra, e coinvolge anche Carlo (Folletto), il più giovane membro della squadra di Romano, fedelissimo al capo e anche fidanzato di sua figlia Chiara, di cui ha appena chiesto la mano. Ma, di fronte alle accuse della De Simone, Carlo è costretto a mettere in discussione tutto quello che ha sempre ritenuto giusto.

L’irruzione in casa Ventriglia salta a causa di una talpa di Zagaria all’interno della polizia, che informa il boss appena in tempo per evitare l’arresto. La squadra è costretta a riorganizzarsi, ma nel frattempo, grazie alle informazioni raccolte da Romano con i confidenti, ha trovato una buona pista su Turco: i combattimenti clandestini, di cui è appassionato.

Mentre il cerchio dell’indagine inizia a stringersi intorno a Zagaria, la PM De Simone raccoglie abbastanza prove per far emettere nei confronti di Romano un divieto di dimora nella provincia di Napoli. Senza preavviso, il capo della mobile non solo deve abbandonare l’indagine sul capo-clan, ma anche la sua casa e la sua famiglia. Nel frattempo, Agata, incornata erede dell’impero del boss, scopre che proprio Zagaria è il responsabile dell’assassino di sua madre.

Romano viene trasferito a Roma, mentre la squadra passa in mano a Visentin. Ma Francesco, che ha imparato a conoscere i metodi di indagine di Romano e a fidarsi di lui, rompe la collaborazione con la De Simone e si schiera con la sua squadra, per portare fino in fondo la caccia a Zagaria. Quando gli investigatori hanno in pugno Agata, però, la ragazza si rifiuta di parlare.

Romano, lavorando incessantemente, riesce a dimostrare che le accuse costruite da Zagaria contro di lui sono false. Il capo della mobile torna così parte attiva delle indagini sul boss, ed è presente anche all’incontro decisivo: Nicola rivela la posizione precisa del bunker, e consegna Agata ai poliziotti. Con questa testimonianza, Romano e la sua squadra possono sferrare finalmente l’attacco al bunker del boss.

L’ultimo episodio è la dimostrazione di quanto sia stato minuzioso il lavoro della regia e della documentazione, facendo ricorso persino alle registrazioni originali effettuate dalla polizia il giorno della cattura. Tutto questo per rendere tutto quanto più vero e reale.

Claudio Gioè si conferma ancora una volta uno straordinario interprete, mentre la performance di Alessandro Preziosi è persino migliore di quella di Guido Caprino, se ciò può essere davvero possibile visto che sarebbe potuto riuscire ad uccidere solo con lo sguardo. Plauso anche ad Erasmo Genzini, particolarmente credibile nel suo ruolo.

Mentre il filo conduttore di entrambe le stagioni di Sotto copertura è l’amore. Sì perché coloro che hanno giocato un ruolo importante nella cattura di entrambi i boss li hanno traditi per amore dei propri cari mentre gli unici legami di chi è al potere sono governati dalla paura o dalla lealtà.

Tamara Santoro
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