Il dialogo delle arti con Elena Ferrante e Marina Abramović

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L’arte e la cultura creano una sintonia ed una simbiosi perfetta. Elena Ferrante e Marina Abramović lo hanno dimostrato con uno scambio di email che è passato già alla storia.

Pensate ad un mondo senza le arti: senza musica, cinema, danza, letteratura e performance di qualsiasi natura artistica. Quel mondo non solo è difficile da immaginare, ma anche da accettare. Poiché un mondo senza arte o cultura sarebbe maledettamente triste e desolante, privo di qualsiasi significato, orfano della creatività e dell’immaginazione che noi, come esseri umani, possediamo in natura.

L’arte è l’espressione più profonda di noi stessi, emerge in molteplici forme e fa emergere la vena creativa delle proprie idee e immaginazioni: occupa ogni angolo del mondo. Tuttavia, l’importanza delle arti viene costantemente messa in discussione, a volte ignorata – come nel caso durante e post pandemia, dove i lavoratori dello spettacolo sono stati poco considerati dalle istituzioni – e data per scontata in molti modi, a cominciare dalla mancanza di fondi e di istruzione.

Ma c’è chi non molla, c’è chi vuole continuare ad imprimere un impatto fondamentale sulla cultura e la società di tutto il mondo. C’è chi continua ad usare l’arte come imperativo per misurare la raffinatezza culturale di un paese e di una società. Quel qualcuno sono Elena Ferrante e Marina Abramović.

La prima è una delle più grandi scrittrici contemporanee, nota per aver creato intorno a lei un velo di mistero, custodendo gelosamente la sua identità; una che ha della scrittura la sua vita. La seconda, invece, è la regina della performance art, i silenzi ed il corpo sono la fonte principale della sua arte magnetica ed empatica.

Sembra che Elena Ferrante e Marina Abramović non abbiano nulla in comune, se non l’approvazione di un pubblico vasto e sempre più numeroso. Ma non è così. Con non senza stupore, le due hanno deciso di aprire un dialogo via e-mail, mettendo insieme i mondi della letteratura ed arte concettuale come solo loro potevano fare.

Due arti che si sono distinte, si sono viste, si sono riconosciute e si sono avvicinate.

Il dialogo delle arti attraverso con Elena Ferrante e Marina Abramović

Grazie al Financial Times le due donne si sono parlate attraverso una conversazione avvenuta solo ed esclusivamente via email. Elena Ferrante e Marina Abramović si sono confrontate su molteplici temi: da quelli più privati a quelli della quotidianità, dalla solitudine al rapporto con il pubblico, dal ruolo della donna all’interno della società (l’una è italiana e l’altra serba ma che vive a New York), al dilemma del successo arrivato grazie ad una carriera esemplare.

Delle email stimolanti che ci fanno comprendere seriamente come l’arte vive intorno a noi, ci genera e rigenera continuamente ed è ovunque contemporaneamente: in un libro che leggiamo, in un film che guardiamo, in una canzone che ascoltiamo, in una performance che ammiriamo e altro ancora. Trascende i confini linguistici, politici, sociali e culturali, cercando di arricchire ed unire le persone come membri di un unica umanità. 

Lo scambio epistolare di Elena Ferrante e Marina Abramović è stata fonte di arricchimento per chi, come me, ama tutto ciò che è arte. Bellissimo il passaggio sul tema delle donne. La scrittrice italiana stigmatizza un mondo ancora, purtroppo, troppo maschio-centrico, in cui “i canoni estetici sono stati imposti dagli uomini”.

La performer serba e trapiantata negli Stati Uniti si definisce, invece, una “servitrice della società”, perché “il dono della creatività non ti appartiene ma va condiviso”. Poi non dà tutta la colpa alla cultura imposta dagli uomini: “E’ anche colpa nostra se abbiamo dato tanto potere agli uomini, siamo noi che ci creiamo così tante infrastrutture e solo noi possiamo cambiarle”, come darle torto.

La strada principale che porta, quindi, ad abbandonare un mondo imposto dagli uomini è solo quella dell’autocoscienza. Solo così si porrà fine a quello che la ferrante definisce “la più grande, duratura e stupida perdita mai vista sulla terra: la dissipazione dell’intelligenza e creatività femminile”.

Quanto abbiamo da imparare ancora da Elena Ferrante e Marina Abramović.

Isabella Insolia
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