“Corpi speciali” è un libro di ritratti scritto, o per meglio intendere dipinto, da Francesca d’Aloja e pubblicato da “La nave di Teseo”. Ma non sono dipinti che danno forma ai volti dei protagonisti, sono avventure che ne dipingono l’anima. I protagonisti del libro sono tanti e dalle storie più disparate, molti hanno fatto parte direttamente della vita della scrittrice. Altri personaggi, invece, sono entrati nella sua anima semplicemente grazie alle loro imprese o alle parole scritte in un loro libro.
Quante persone fanno parte della nostra vita senza che ce ne accorgiamo?
Più spesso di quanto saremmo disposti ad ammettere tutti noi siamo circondati da entità che entrano ed escono dalle nostre vite senza che ne prestiamo attenzione. Vicini che vediamo ogni giorno, ma non sappiamo come si chiamano, cassieri del nostro supermercato di fiducia che a stento guardiamo in faccia, compagni di corso o di lavoro aggiunti sui social ma con la quale non abbiamo mai avuto una vera conversazione. Viviamo in un branco affollato da volti vuoti che pronunciano parole silenti, lontane. Senza accorgercene la nostra vita è piena di persone, ma solo a dei corpi speciali noi dedichiamo la nostra attenzione.
Molti corpi speciali sfiorano le nostre esistenze e non sempre sono persone che conosciamo direttamente. A chi non è capitata un’esperienza simile?
Queste persone suggestionano i nostri pensieri e comportamenti da lontano, in maniera positiva ovviamente, perché è la nostra ammirazione nei loro confronti che ci spinge ad essere volutamente influenzati da coloro che definiamo corpi speciali. La loro storia e le loro gesta eroiche sono i nostri maestri. A chi non è capitato? Personalmente anche io ho molti corpi speciali a cuore che non ho mai incontrato e che neanche esistono! Scrittori, attori, scienziati e addirittura personaggi inventati di libri e film, sono entità che non ho mai incontrato, e che probabilmente mai incontrerò, ma che mi hanno insegnato e appassionato ad argomenti che avrei continuato ad ignorare se non fosse stato per il loro intervento.
Se volete approfondire, uno dei miei corpi speciali è lo scrittore Lovecraft di cui ho scritto già una recensione del suo racconto intitolato “Nyarlathotep“
Leggendo le parole scritte da Francesca d’Aloja mi sono sentita io stessa Francesca. Lei, per un curioso gioco del destino, è entrata a far parte dei miei corpi speciali.
Nel secondo ritratto traspare la passione per la tenacia di José Tomás presentandolo come “uno dei più grandi toreri di Spagna” . Questo ritratto mi ha incuriosito in particolar modo perché la scrittrice inizialmente era contraria alle corride per motivi animalistici, ma dopo aver visto per la prima volta lo scontro tra un torero ed il proprio toro è nata in lei una forte passione. Passione per l’attaccamento alla vita, per la precisa e spietata danza del torero intorno all’animale scalpitante. Inoltre, d’Aloja, nel corso del ritratto, lancia una sfida molto interessante al lettore: per un attimo mettere da parte i propri ideali e le convinzioni per guardare la storia di questa usanza e di entrare a mente nuda nella cultura della corrida.
Accolgo con gioia questa sfida e andrò a documentarmi sulla storia della corrida e di José Tomás provando a mettere per un momento da parte il mio profondo senso pacifista e d’amore per gli animali. Non mi piace vedere la sofferenza, però voglio capire che cosa ha spinto d’Aloja ad andare contro le proprie convinzioni e a innamorarsi di una festa apparentemente cruenta.
Qual è il metodo migliore per ritrarre qualcuno? Tutti e nessuno
I ritratti, infatti, cambiano in base alla figura che vuole descrivere. Delle spennellate molto particolari e uniche le ho travate in un ritratto composto da una sola telefonata. Come è possibile capire una persona dalla descrizione di una conversazione telefonica? Fidatevi è possibile. Leggere quelle parole, anzi, ascoltare quella telefonata mi ha permesso non solo di capire di più riguardo alla figura di Dino Risi, ma soprattutto entrare per un poco nel quotidiano di d’Aloja e di godere della tenerezza delle parole scambiate tra loro.
In altri ritratti invece, come quello di Theos Bernard e di Ernest Shackleton, d’Aloja ha lasciato piena parola alla storia, perché vite così uniche parlano da sole.
In questi dipinti di parole la scrittrice ha inserito molto poco riguardo alla propria opinione personale in modo tale da permettere al lettore di rimanere stupito leggendo soltanto la loro storia e non lo stupore dell’autrice. Storie mozzafiato al limite dell’inverosimile accomunate dalla lotta per la sopravvivenza, anche se compiuta con mezzi differenti. Theos Bernard, detto il Lama bianco, guerreggiava contro le forze della bancarotta con le armi della spiritualità, mentre Ernest Shackleton contro le intemperie della natura utilizzando soltanto la propria forza d’animo.
Quante persone che sono vicino a noi possiamo definirle corpi speciali?
Se da un lato può sembrare meravigliosa l’idea che molti personaggi famosi entrano positivamente nella nostra vita colorandola di nuove ispirazioni, dall’altro emerge un aspetto un po’ più cupo: quante persone vicino a noi sono corpi speciali? Viviamo in città affollate e camminiamo su strade piene di macchine e persone per raggiungere un luogo straripante di volti, ma quanti volti hanno la nostra amicizia? E’ sempre più diffuso il concetto di solitudine e questo può sembrare paradossale, ma se si analizza freddamente la situazione non è poi così anormale la percezione della solitudine. Essendo abituati a vivere in un mare di informazioni è difficile coglierne una a meno che non siamo estremamente rapidi.
Trovare una persona simile a noi o anche dissimile, ma che è un ottimo terreno fertile per un bel sentimento di amicizia, non è impossibile, però bisogna essere estremamente scattanti.
Non vi è mai capitato di essere in metro a fissare il vuoto e ad un certo punto il passeggero vicino a voi attira la vostra attenzione? Magari vi ha incuriosito il libro che sta leggendo e nel momento in cui decidete di farvi avanti e rompere il ghiaccio quello si alza dal proprio sedile e scende. Un volto in un mare di volti che vi è sfuggito perché tutti noi siamo rapiti dalla corrente impetuosa delle nostre vite (e spesso anche frenetiche!), un corpo speciale che è sfuggito perché non siamo stati abbastanza veloci.
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