L’Amica Geniale di Elena Ferrante: un classico moderno

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“Tu sei la mia amica geniale, devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine”.

In questa frase è contenuta tutta l’essenza dell’amicizia tra Lila e Lenù raccontata ne L’Amica Geniale (qui la recensione della serie tv!), fatta di sfide continue di due bambine, nel dopoguerra, troppo sveglie e intelligenti per passare i pomeriggi a far niente. Povere, sporche, piene della compagnia l’una dell’altra per le strade del rione napoletano, e terribilmente incomprese tra le mura di casa piene dell’eco di parolacce, imprecazioni, violenza fisiche e verbali, miste ad una buona dose di ignoranza, frutto di una mancata istruzione, che non lascia né tempo né spazio a frivolezze come libri e quaderni, un passatempo che costa caro alle famiglie in termini economici. Se non fosse che Lila ed Elena vogliono diventare scrittrici, tanto brave da scrivere un capolavoro come “Piccole donne” e diventare ricche.

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Copertina de L’Amica Geniale di Elena Ferrante, edizioni e/o. Fonte: ANSA

Questo sogno le spingerà ad una competizione dentro e fuori scuola è porrà Lila sempre un passo avanti a tutti. Lila è speciale, Lila è troppo intelligente persino per Elena che per arrivare ad avere tutti sette, otto e nove in pagella deve sgobbare sui libri rifugiandosi in bagno per avere un po’ di pace e dando inizio a una routine fatta di sveglie che suonano all’alba e ore estenuanti di studio dall’alba a dopo il tramonto. Lila invece non ha tempo per studiare perché deve lavorare e deve aiutare in casa ma la sua intelligenza e la sua determinazione le porteranno a imparare latino e greco da sola così bene, prendendo in prestito i libri dalla biblioteca, da dare persino ripetizioni a Lenù durante l’estate. Questo farà nascere in Lenù un sentimento di inadeguatezza e soggezione al contempo accompagnate da un sentimento di ammirazione e incanto per la sua amica che aveva deciso un giorno, che sarebbe stata lei la cattiva tra le due. Questa cattiveria però la renderà ancora più interessante agli occhi di tutti, anche agli occhi del più bello e pericoloso dei fratelli Solara, immischiati in giri non del tutto chiari e che lei disprezza più di qualsiasi cosa al mondo.

Le vicende raccontate ne L’Amica Geniale dalla voce narrante di Elena Greco in modo chiaro e lineare, con un italiano scolastico, ma perfetto e sensuale nello stile, è il frutto di una penna al femminile, già nota ai lettori della misteriosa Elena Ferrante.

I sentimenti e le relazioni delle due protagoniste si intrecciano con i compagni di scuola, e crescendo, con i figli dei vicini di casa e con il figlio del pericoloso Don Achille Carracci, l’orco delle favole, borsanerista e strozzino. Rapporti che vengono sviscerati soprattutto nelle loro dinamiche negative, restituendoci uno spaccato di vita nuda e cruda nella società patriarcale degli anni ’50. L’unico filtro, ne L’Amica Geniale, sotto il quale ci viene presentata questa storia è tramite la vista di Lenù, l’unica tra le due a prendere nel primo volume non solo la licenza elementare, bensì la licenza media fino ad arrivare, grazie alla perseveranza della maestra Oliviero, la quale sarà determinante per la carriera scolastica ma anche interpersonale di Elena, alla quale indica cosa studiare convincendo i genitori a farle proseguire gli studi sino alla maturità classica, ma indicando anche chi non frequentare. La maestra Olivieri, temuta e rispettata per il suo grado di istruzione, che tanto si era prodigata per fare studiare anche Lila Cerullo, alla fine dovette arrendersi all’ignoranza di una famiglia che non aveva interesse né voglia di far studiare una figlia il cui potenziale, peraltro enorme, era offuscato dal bisogno di braccia lavoro. A questo si riduceva la vita a quei tempi: grandi lavorati, se maschi, umili lavoratrici e casalinghe, se nate femmine.

Tutta questa violenza negli atti e nelle parole, provocarono in Lila un sentimento che lei definì smarginatura che costituirà uno dei temi di fondo dell’intera saga. Questo sentimento, inizialmente descritto come una perdita dei contorni di tutte le cose, come se in una notte una massa nerissima avanzasse per il cielo e ingoiasse tutto sarà lo spartiacque tra l’infanzia e l’età adulta. Non c’è via di mezzo nel rione.

Ne L’Amica Geniale ci sono i buoni e ci sono i cattivi. Ci sono i ricchi e ci sono i poveri.

La vista sarà per tutta la tetralogia chiave di lettura costante di quel velo che si strappa e fa vedere tutte le cose per quel che sono realmente. La smarginatura accompagnerà un altro sentimento importantissimo, il desiderio di essere migliore di chi è venuto prima che costituirà linfa vitale e benzina per il superamento degli ostacoli con un solo, grande limite: i confini del rione.

Chiara Sciarra

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