Dopo dieci anni di assenza, finalmente si riaffaccia con Roma Arte in Nuvola, il mercato dell’Arte Contemporanea sul panorama romano e lo fa da una delle cornici più suggestive della città, quello della recente costruzione nel quartiere dell’Eur: la Nuvola di Fuksas
Se ad ottobre aveva già fatto parlare molto di sé, per il Vertice di Roma G20, a novembre l’incredibile struttura ideata e costruita dallo studio Fuksas, diventa sede di una fiera che da troppo tempo non si organizzava nella capitale italiana: la fiera d’arte contemporanea.
Nonostante Francesco Poli, sul finire degli anni ’90, definiva il sistema dell’arte contemporanea dell’Italia più debole rispetto a quelli di altri paesi europei, oggi non possiamo dire che non si stia provando a raggiungere un gradino più alto. Addirittura Roma, città storicizzata e fortemente legata al mondo dell’Antico e del Barocco e meno a quello del contemporaneo, dopo dieci anni di silenzio irrompe nel panorama culturale italiano con una fiera ricchissima di Gallerie, opere e attività da seguire, dando ai cittadini romani l’occasione di vivere gli immensi e ariosi spazi della Nuvola.
107 le Gallerie partecipanti divise tra piano terra e primo piano. La Main section propone infatti, le gallerie più importanti presenti sia nel settore del moderno che in quello del contemporaneo. Al primo piano, invece, sono ospitate Gallerie giovani e non, che propongono l’Arte del futuro. Un’arte non solo emergente, quindi, ma sperimentale, in cui si modellano i nuovi linguaggi espressivi accanto a quelli dei new media.
Proprio a proposito di futuro, la fiera ha deciso di includere, nella programmazione delle giornate, le Art Sharer e le così dette Influencer dell’arte come @cleliart, @artnomademilan e @soup_opera che hanno accompagnato nel pomeriggio i propri gruppi di followers in un mini tour della fiera, portando la loro attenzione su alcune delle realtà che ritengono più interessanti, per coinvolgere anche il parallelo mondo dei social.
Curatissima anche la gestione social di Letizia Bocci, della pagina Instagram di Roma Arte in Nuvola che ha saputo aggiornare costantemente gli utenti, sulle attività in corso all’interno della fiera, con un’estetica accattivante, raggiungendo quasi 4.000 utenti.
Protagonista il padiglione Israeliano, grande ospite di questa fiera, che curato da Ermanno Tedeschi e Vera Pilpoul, ha esposto le opere di artisti molto differenti tra loro e provenienti da strati sociali molto differenti, portando alla luce una certa energia culturale presene all’interno dello stato d’Israele.
Ecco che allora, la relazione tra uomo e paesaggio viene interpretata nelle più varie sfaccettature, accostando le opere coloratissime e pop di David Gerstein, ai manufatti ricamati di Nouli Omer e alle affascinanti fotografie ambientali di Diane Henin Safra, mostrando come in Israele la continua contaminazione tra culture e tradizioni porti avanti la creatività degli artisti che vi nascono al suo interno.
Nel complesso le gallerie hanno, in molti casi, scelto di portare ed esporre alcuni pezzi delle proprie collezioni che ritenevano più adatte al panorama culturale romano. Tante le opere degli artisti della Scuola di Piazza del Popolo e dell’entourage artistico degli anni 50-60 e le rivisitazioni di capolavori della storia dell’Arte come le Tre Grazie di Giorgio Tentolini e la Venere delle Rocce di Enzo Fiore.
Nella sezione dedicata alle nuove arti però, Media Arte ed Nft sono di fatto i grandi assenti di questa fiera d’arte contemporanea, rischiando così a mio avviso di dimenticare alcune delle forme d’arte più nuove in assoluto.
Quello fatto, in ogni caso, è stato un grande passo in avanti per la città di Roma che, a partire dal 2020, con la stupefacente Quadriennale di Roma, non sembra volersi far da parte nello scenario del mercato artistico contemporaneo e che sono sicura integrerà nelle prossime edizioni della fiera Roma Arte in Nuvola anche queste nuovissime forme d’arte.
Eleonora Turli
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