Il 1° novembre 2009 ci lasciava Alda Merini, autrice di capolavori senza tempo, di versi intensi di rara bellezza, sempre in equilibrio tra dolore e follia
Non ho mai amato i versi poetici, li ho sempre trovati poco concreti e molto aleatori. Ma Alda Merini è molto di più di una semplice poetessa, è un’insegnate di vita, è una scrittrice geniale e provocatoria, una donna intelligente e ostinata. Le sue parole scelte con cura hanno una capacità empatica senza precedenti. E’ impossibile che non mi ritrovi in almeno uno dei suoi versi, la sua destrezza di sintetizzare la realtà che ci circonda non ha eguali.
Ed è per questo motivo che, nonostante siano passati dieci anni dalla sua morte, il suo nome e i suoi aforismi ricorrono quotidianamente sui social, anche da chi pubblica culi e tette al vento senza aver mai scavato cosa c’era realmente dietro a quelle affermazioni così tormentate e piene di sofferenza.
«La sua storia personale è stata un percorso lungo e intenso nella società, nei suoi disagi e nei suoi pregiudizi.»
Sergio Mattarella
Alda Merini non ha avuto una vita semplice. La sua, è stata una vita marchiata dal disagio fisico ed economico. Gran parte della sua esistenza l’ha trascorsa in ospedali psichiatrici, subendo le violenze che il personale di quelle strutture riservava ai malati. Nonostante i suoi occhi malinconici e il suo volto segnato dagli orrori di cui si è fatta portavoce, con forza e passione non si è fatta schiacciare da questa sua esperienza. “La poeta”, come le piaceva definirsi, scoprì “la grande potenza della vita”, senza mai perdere quella sua ironia e quel suo spirito combattivo che la contraddistinse fino al suo ultimo giorno.
Tra sofferenze e successi
Nata a Milano il 21 marzo 1931, cominciò a comporre le prime liriche giovanissima, tanto che a quindici anni esordì come autrice. A diciassette anni subisce il primo di una lunga serie di ricoveri psichiatrici, aumentati quando Alda sposò quello che divenne il padre delle sue quattro figlie poi date in adozione.
L’esperienza devastante del manicomio la fanno smettere di scrivere per un breve periodo, prima di comprendere che il vissuto che si porterà addosso per tutta la vita meritava di avere una testimonianza scritta. E allora Alda scrive e racconta le torture subite in quei “lager” – come li ha definiti più volte – portando alla luce uno scenario macabro e agghiacciante.
«Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra. Ma del resto dico spesso a tutti che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita.»
Alda Merini, La Pazza della Porta Accanto
Negli anni Novanta, dove la sofferenza degli anni Sessanta e Settanta era lontana -anche se le ferite nell’anima erano ancora dolorose -, arrivano i primi riconoscimenti importanti.
Nel 1996 era stata proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall’Academie Francaise, vincendo in quello stesso anno il Premio Viareggio. Nel 1997 le è stato assegnato il Premio Procida-Elsa Morante e nel 1999 il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Settore Poesia. Nel 2002 invece divenne Dama di commenda dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Le opere di Alda Merini
La prima raccolta di poesie di Alda Merini: La presenza di Orfeo, pubblicata nel 1953, ebbe subito un grande successo di critica. Il suo lavoro più importante, considerato un vero capolavoro, è La Terra Santa che le è valso, nel 1993, il Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale per la Poesia.
Altre sue raccolte di versi sono Testamento, Vuoto d’amore, Ballate non pagate, Fiore di poesia 1951-1997, Superba è la notte, L’anima innamorata, Corpo d’amore, Un incontro con Gesù, Magnificat. Un incontro con Maria, La carne degli Angeli, Piu’ bella della poesia è stata la mia vita, Clinica dell’abbandono e Folle, folle, folle d’amore per te. Poesie per giovani innamorati.
Nella sua carriera artistica, Alda Merini si è cimentata anche con la prosa in L’altra verità. Diario di una diversa, Delirio amoroso, Il tormento delle figure, Le parole di Alda Merini, La pazza della porta accanto – con il quale vinse il Premio Latina 1995 e fu finalista al Premio Rapallo 1996 -, La vita facile, Lettere a un racconto. Prose lunghe e brevi e Il ladro Giuseppe. Racconti degli anni Sessanta e con gli aforismi Aforismi e magie.
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