“Erra”: recensione del nuovo capolavoro omonimo della band americana.

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Fuori ora l’ultima fatica degli Erra, i quali hanno scelto di usare il loro nome, come titolo per il quinto album.

“Erra” pubblicato per UNFD, contiene 12 tracce l’una migliore dell’altra ed è un album che alza notevolmente l’asticella all’interno del panorama metal odierno. 

“Erra” colpisce per la sua solidità, per il suo essere innovativo e per le atmosfere che i cinque musicisti sono riusciti a creare in soli 54 minuti scarsi. 

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Artwork “Erra”

Ogni canzone di “Erra” è un’evoluzione a se stante, il song-writing è impeccabile, i riff tecnici e la cura per il sound design, rendono ogni riproduzione un’occasione per comprendere meglio la loro struttura. 

Non resterete annoiati dalle hit che compongono “Erra”, album che denota la maturità artistica della band e ne decreta il passaggio ufficiale tra i big di questo genere. 

Genere che tra l’altro è in continua mutazione, ed “Erra” ne è un esempio lampante, dato che possiamo sentire un utilizzo sempre più frequente di elettronica nelle basi ed effettistica sulla voce.

Voce che inoltre risulta un punto di forza per gli Erra, che possono permettersi di contare su due cantanti di un certo spessore, J.T Cavey (Scream) e Jesse Cash (Clean), i quali padroneggiano una tecnica ineccepibile nei rispettivi campi. 

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Jesse Cash–J.T Harvey

Growl intensi e profondi, ma anche ritornelli dreamy alle volte “spaziali”, contribuiscono alla poliedricità e alla riuscita di “Erra” destinato ad essere una milestone per la compagine statunitense.

Come scritto in precedenza, quest’ultimo album innalza il livello all’interno del panorama metal odierno, la band ha ribaltato ulteriormente le carte in tavola, riuscendo a dare veramente una concezione personale e completamente nuova di “Metal”. 

“Erra” vince per il suo carattere, per la sua riconoscibilità. Le chitarre acide, pesanti, ruggiscono al ritmo dei proiettili scaricati dalla batteria, la quale non smette mai di regalare cambi di passo.  

Tutto questo con la speranza che anche le altre band, famose e non, capiscano che è necessario lavorare continuamente sull’identità del gruppo e che non si finisce mai di costruire il proprio suono personale.

Sarà curioso quindi vedere come risponderanno gruppi del calibro di Veil of Maya, Northlane, Monuments, Periphery; gruppi che sono al lavoro sul nuovo album o che hanno pubblicato da poco un singolo (Veil of Maya – Viscera, Northlane – Clockwork), ma che in ogni caso dovranno dimostrare di avere l’asso nella manica per competere con gli Erra.

Due canzoni che stupiscono particolarmente sono Scorpion Hymn e Lunar Halo

La prima è da mani nei capelli semplicemente, una cattiveria che ricorda i Meshuggah, djent che finalmente “Djenta” di nuovo e forse la migliore dell’album per quanto riguarda l’aggressività. 

La seconda invece, è l’apice della creatività di questa band, Lunar Halo è il diamantino sulla collana che è “Erra”, anche grazie ad un utilizzo spettacolare di synth e di effetti sulla voce.

Sulla produzione c’è veramente poco da dire, dato che tutto suona perfettamente ed ascoltando le tracce è possibile apprezzare ogni lato di questi artisti unici. 

L’unica considerazione che è possibile fare su un lavoro da 10 e lode come “Erra”, è se effettivamente sia convenuto alla band, rilasciare un full lenght composto per la maggior parte da “Hit”, in un periodo storico in cui l’ascoltatore medio ha una soglia dell’attenzione di 3 minuti e richiede sempre nuovo materiale da riprodurre su Spotify.

Album come “Erra” aggiungono tasselli nuovi ed importanti al puzzle del metal moderno, garantendo una qualità in continua crescita, rispetto ad altri generi, nonostante una fama minore. 

Concludo quindi consigliandovi vivamente l’ascolto di “Erra” su Spotify, con la promessa che non sarete delusi dalle aspettative.

Leggi la mia ultima intervista qui: Junior V 

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Pietro Serratore
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