“Non ci sono più le condizioni per poterci incontrare, né fuori né dietro una siepe di questa città animale…“
Ad ascoltarla in questi giorni la canzone che dà anche il titolo al nuovo album dei Fargas, il quinto della loro carriera, sembra di trovarci qualcosa di profetico.
Un album in cui sembrano essere stati mescolati pezzi di cantautorato italiano della miglior fattura, da Giorgio Canali (Città animale e Inverno d’Italia) su tutti fino a Rino Gaetano (vedi alla voce “La Fame“), passando per Vasco Brondi ed anche il più famoso Rossi.
Un disco sussurrato con la voce di Luca Spaggiari che recita, interpreta e sussurra i diversi brani rendendo l’amalgama complessivo del disco una sorta di reading musicale. Città Animale va ascoltato con attenzione, è il genere di album da mettere in sottofondo mentre si attraversano le strade di notte da un capo all’altro del proprio paese.
Ora che le città attorno a noi sembrano davvero animali selvaggi, che il vuoto si riappropria di posti solitamente gremiti allora un po’ di questo vuoto lo riempie la musica. Dopo vari mutamenti i Fargas attuali sono composti da Luca Spaggiari, Alberto Urbelli, Francesco Zaccanti, Luca Perciballi e Marco“ED”Rossi.
Il disco dei Fargas ruba i volti, le storie e i pensieri ai passanti delle città che restano a tratti sullo sfondo per diventare anch’esse attrici principali, come lo ha definito la stessa band questo è un album di pirateria urbana in cui si prova a musicare una serie di dettagli che si possono cogliere in una passeggiata lungo il marciapiede.
L’album è elegante nella produzione e curato nei testi, come una foto in bianco e nero di un maestro della fotografia. Il sound sembra ripescare le produzioni migliori degli anni 90 senza perdersi nel minestrone ellettro pop che predomina le classifiche odierne. Città animale è un disco capace di riportare il cantautorato rock fuori dagli anni venti del nuovo millennio senza dimenticare le radici ben piantate negli anni 90.
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