Francesco Gabbani nella serata delle cover si è presentato sul palco dell’Ariston vestito da astronauta riarrangiando il brano di Toto Cutugno, l’Italiano del 1983, e il web è insorto tacciandolo di essere sovranista
Francesco Gabbani, l’astronauta o il sovranista che sbarca sul palco di Sanremo 2020?
La serata delle cover, ripristinata per la settantesima edizione della kermesse sonora dalle edizioni che portavano la firma di Carlo Conti e poi abbandonata da Claudio Baglioni in favore dei duetti, ha regalato ancora polemiche. La prima già nel pomeriggio con la minaccia di Morgan di non salire sul palco, seguito dal botta e risposta di Tiziano Ferro e le troppe incursioni sul palco di Fiorello che rallentano la serata e lo show musicale, e per ultima l’esibizione di Gabbani, ventiquattresimo che si è esibito all’una e quaranta di notte.
Nonostante l’orario, la stanchezza, i dati auditel ormai bassi, l’entusiasmo e l’estro del vincitore dell’edizione del 2017 accompagnato dalla fedelissima scimmia sul palco, Francesco Gabbani non si è fatto attendere. Se il brano in gara, Viceversa, ha un appeal molto intimistico, e vede un artista ingiacchettato che affronta con se e con gli altri le basi dell’amore, sulla cover L’Italiano di Toto Cutugno il toscano ha liberato l’animale da palcoscenico che è in se e si è presentato sul palco vestito da astronauta accompagnato da sei piccoli sbandieratori.
Il web è insorto contro Gabbani dandogli del sovranista e populista per le bandiere italiane che sventolava sul palco. Insulti a cui l’artista ha risposto prima su twitter poi in conferenza stampa oggi pomeriggio, affermando che “in una manifestazione come questa, la polemica fa parte del gioco”, e che no, non è affatto sovranista, anzi il messaggio era esattamente il contrario di quello percepito dagli hater.
La performance omaggio a Luca Parmitano e al suo ritorno a casa
Gabbani ha voluto omaggiare Luca Parmitano, nel giorno in cui egli è sbarcato sulla terra ferma. Il militare e astronauta italiano è stato il primo italiano ad effettuare un’attività extraveicolare il 9 luglio 2013, con 6 ore e 7 minuti di passeggiata spaziale, nonché il primo italiano al comando della Stazione Spaziale Internazionale. Insomma il primo italiano a portare l’Italia nel cosmo.
C’è anche una foto che smaschera questa teoria complottista, nella foto che Gabbani ha diffuso sui social infatti, i sei piccoli astronauti che lo accompagnano hanno tutti tratti somatici diversi, sono italiani nati da più etnie, ma sempre italiani.
Un messaggio tutt’altro che complottista insomma quello di Gabbani, anzi addirittura inclusivo, un messaggio che ogni italiano dovrebbe portare nell’universo, con la stessa fierezza con cui egli sventolava il nostro tricolore, in un decennio in cui si discute di porti aperti, porti chiusi, di come difendersi con le armi dentro casa e di guardare in cagnesco il proprio vicino di posto in metropolitana solo perché ha un colore di pelle diverso dal proprio.
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