Cosa c’è di più dark, violento e grottesco del buon vecchio Stoner Metal? Le cadenze basse e lente che preannunciano l’oscuro ascendere, la visione ermetica si fonde con accordature abbassate verso le zone calde della Terra.
Land Of Sleeper, il nuovo album dei Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs Pigs, o Pigs7 per questioni palesemente abbreviative, è una boccata di aria fresca in questo preciso periodo storico. La band di Newcastle riscopre e fa riscoprire agli ascoltatori quel suono tipico dei Type O Negative o dei Kyuss.
Nel loro suono apparentemente semplice, i Pigs7 plasmano la cattiveria, lo sfogo animalesco di un genere ormai sopito sotto una struttura strofa-ritornello-strofa. Nonostante un abbandono quasi completo della psichedelia a la The Piper at the Gates of Dawn del loro precedente album King Of Cowards, con questa ultima creazione, il gruppo inglese si avvicina alla tradizione più pura dell’Heavy Metal.
Violenza, violenza e violenza: già con Ultimate Hammer l’ascoltatore capisce in quale guaio si è cacciato. con una intro che richiama i Motörhead, i Pigs7 introducono con un testo breve ma efficace l’album.
La presa di coscienza del gruppo avviene già con Terror’s Pillow, la seconda traccia di Land of Sleeper. I quattro minuti e trentasette secondi nascondono un testo breve, allungato a dismisura dal lamento del cantante Matthew Baty, il quale racchiude però una vena poetica di rara bellezza. Come ripetuto alla fine della canzone, You are Godlike / We are Godlike / Now that’s there love in our life / We’re finally feeling like we’re alive.
Big Rig, che racchiude nell’intro un palese omaggio ai Black Sabbath, è una delle tracce più lunghe dell’album, la quale ha, tuttavia, l’intelligenza di fondere, forse in maniera confusionaria, le parti lente con quelle veloci. Questa traccia ha il compito di stordire l’ascoltatore, e in alcune parti ci riesce in maniera positiva, tuttavia il risultato finale non riesce ad essere all’altezza delle aspettative.
A metà album troviamo The Wheatherman, che con i suoi quasi sette minuti è ufficialmente la canzone più lunga dell’intero album. La traccia, divisa in tre immaginarie parti, è un ottimo esempio di come i Pigs7 riescano a generare hype e infondere paura nella mente degli ascoltatori, per poi scatenare, in un impeto d’ira, tutti i sentimenti sopiti ed infine abbandonare il suono verso un iperspazio sconosciuto.
Grazie a Mr.Medicine veniamo subito riportati a terra. Land of Sleeper abbandona la precedente digressione Psychedelic Rock e ritorna a premere l’acceleratore su cadenze veloci e testi semplici ma ad alto impatto emotivo. That song you sang to me / made me strong and completely fearless.
Con Pipe Down e Atlas Stone la band inglese porta all’interno di Land of Sleeper delle visioni romantiche, che si fondono alla disperazione e al lamento della voce e della chitarra come, per citare Forrest Gump, “il pane con il burro”. Let’s dream eternally / Deep in the abyss is the space we exist.
L’ultima traccia dell’album, Ball Lightning, ritaglia finalmente uno spazio a John-Michael Joseph Hedley, il bassista della band, qui il grande protagonista della canzone. Il grido di Matthew Baty va lentamente spegnendosi, a chiusura di un album nostalgico, certamente contro i canoni di questi ultimi anni. Ma fare Rock non significa andare ogni tanto contro corrente?