Parlando di singolarità musicali, un passaggio d’obbligo è quello che ci porta ad incontrare i Mogwai. Tra i pilastri della musica post rock mondiale, il gruppo scozzese nella sua carriera ormai più che ventennale è stata in grado di settare il livello di produzione della musica d’ambito, affrontando il genere con estro e personalità.
Quello dei Mogwai è un percorso distinto da continue dimostrazioni di qualità e “affermazione”, tutte frutto di una via musicale ben precisa e portata avanti, con estrema coerenza, nell’arco degli anni
Mentre una gran parte del panorama post rock ha preferito, nel tempo, lasciarsi andare alle allettanti influenze della musica metal e post metal (dando vita anche a progetti di estrema qualità come i God is An Astronaut), il quartetto scozzese ha sempre preferito navigare su acque ben diverse, concentrandosi su una sperimentazione e commistione sonora che, come spesso accade nel genere, da vita poi ad un’offerta musicale dai toni intimi e comunicativi.
Dieci i long play alle loro spalle, a partire dalle due pietre miliari Mogwai Young Team (1997) e Come On Die Young (1999), fino ad arrivare al ben più recente Every Country’s Sun (2017). La produzione musicale di Stuart Braithwaite and co., però, non si poggia unicamente sulle personalissime produzioni in studio. Di fatto il complesso scozzese rientra tra quei pochi progetti che, con grande costanza, hanno offerto mente e braccia al mondo delle colonne sonore e del cinema. Ben sei, infatti, le produzioni nell’ambito, tra cui il recentemente rilasciato ZeroZeroZero e la soundtrack per la sci-fi fiction spielberghiana Kin, lavoro che rientra tra i più interessanti e consistenti dell’era recente della band.
Non vi è da stupirsi, insomma, se anche il mondo del cinema ha deciso di avvalersi delle prestazioni dei Mogwai, continuando a farlo regolarmente
La capacità del quartetto di dare vita a musiche dalle tonalità immersive e dal grande potenziale di espressività è un elemento non poco raro. La commistione tra elementi elettronici ambient, chitarre atmosferiche, noise, hardcore e momenti dream pop è una costante nella loro produzione. Un miscellaneo ormai trattato con estrema maestria, con le mani vellutate di chi ha studiato a fondo il proprio campo, le proprie possibilità ed è stato in grado di trarne il massimo.
Così, passo dopo passo, di album in colonna sonora, l’ascoltatore si ritrova di fronte ad un viaggio musicale dalla profondità inaspettata. L’intrecciarsi degli arrangiamenti, spesso e volentieri minimali ma aperti alla sperimentazione, dà vita così a prodotti talvolta estremamente semplici e diretti, altre estremamente più complessi senza però mai portare alla distrazione, all’uscita da quelle stanze piene di specchi in grado di creare un infinito senso di profondità e immersione.
Vengono in mente così pezzi emblematici come Kids Will Be Skeleton, Take Me Somewhere Nice, I’m Jim Morrison, I’m Dead o la travolgente Mogwai Fear Satan, episodi musicali ormai rocce permanenti non solo della discografia post rock ma anche, e soprattutto, di tutto il catalogo mondiale della buona musica passata, presente e futura.
Non sarà difficile, per un neo ascoltatore, la scoperta dei Mogwai
Di fatto, se per una vera e propria digestione completa potrebbe volerci del tempo ed un orecchio attento, per un “accesso preliminare” nel mondo del quartetto scozzese basta cliccare play su uno qualsiasi dei suoi album e lasciarsi trascinare anche mentre si fa ben altro. Ottimi come sottofondo e “colonna sonora” in qualsiasi momento della giornata, i Mogwai non sono però unicamente musica da ascolto distratto, da fruizione disattenta.
Oltre la coltre di fumo creata dalle loro musiche immersive ed affascinanti vi è tutta la scoperta di un mondo colorato in grado di rappresentare il più vasto range di sensazioni ed emozioni con un invidiabile capacità comunicativa, dote che risulta ancora più evidente nelle loro toccanti esibizioni live.
E’ così che i Mogwai hanno scritto la storia del loro genere e, in parte, della musica
Riuscendo, anche nella loro particolarità, a colpire l’animo dell’ascoltatore con semplicità e precisione, usando tutte le armi in loro possesso e senza rifugiarsi nella banalità. Così, tra long play e colonne sonore, i Mogwai sono in grado di proporre “la soundtrack” della nostra vita e, allo stesso tempo, immergerci in un viaggio nuovo, intimo, singolare e riflessivo che merita, almeno una volta nella nostra esistenza, di essere percorso.
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