Echoes Of Unspoken Words è il disco che segna il ritorno di An Early Bird, al secolo Stefano de Stefano, a due anni esatti dal fortunato disco d’esordio Of Ghosts & Marvels. L’album è distribuito da Artist First ed edito dai tedeschi Edition Mightytunes.
Provate a mettere in una macchina sparata verso una destinazione lontana un tipo silenzioso ed uno loquace. Il secondo pur di riempire ogni singolo momento di silenzio tirerà fuori ogni piccolo particolare recondito della propria vita.
Se invece mettete in una stanza con una chitarra da solo un tipo che non ama particolarmente parlare probabilmente verrà fuori un disco come quello di An Early Bird. Perchè a volta è più facile e veritiero dialogare con sei corde che con altre persone, o almeno alcune persone sanno che per tirare fuori davvero tutto quello che normalmente non riescono a dire c’è bisogno della condizione giusta.
Echoes Of Unspoken Words è figlio di questa necessità. Dentro ci troviamo l’amore per il rock che spazia dal folk elettronicod i Bon Iver fino al brit rock tanto caro a band come i Travis. Utilizzare sé stessi come cassa di risonanza per l’eco di parole non dette e quindi solo immaginate, restate a galleggiare tra la mente e lo stomaco e forse passate per il cuore, tutto questo è il senso degli undici brani messi assieme da Stefano. Insieme a lui troviamo un altro cantautore napoletano: Old Fashioned Lover Boy nei brani Talk To strangers e Stay, alcuni dei migliori del disco, con Fire Escape.
Echoes Of Unspoken Words è prodotto, registrato e missato presso Il Faro Studio da Lucantonio Fusaro, Claudio Piperissa e Luca Ferrari, e suona come alcune delle migliori produzioni internazionali. Un album che si adatta alle pareti dell’inverno come un liquore farebbe alle pareti di un bicchiere. L’album si muove con un ritmo coerente che alterna la chitarra al pianoforte con l’innesto di sample e sintetizzatori tanto cari a certo folk rock internazionale.
Rispetto al primo album però la matrice folk è minoritaria rispetto a quella alternative rock che assume un certo rilievo in questo secondo album. State of Play e The magic Things richiamano alcune ballate tipicamente brit à di marchio Gallagher, un imprinting musicale che nessuno di quelli cresciuti negli anni 90 potrà mai scrollarsi di dosso. Poi From Afar e Stay si presentano spoglie rispetto ai brani precedenti mostrando il lato nudo della voce di An Early Bird e regalando al disco colori nuovi capaci di arricchire la tavolozza già messa in piedi fino a quel punto.
I riferimenti musicali che questo album richiama alla mente non devono però far credere che sia un disco meramente citazionista, tutt’altro. Echoes Of Unspoken Words è un disco capace di insinuarsi nelle crepe anche degli ascolti più distratti, lasciando tracce come resina che cade dagli alberi, le canzoni crescono ascolto dopo ascolto e fanno tornare la voglia di ricominciare. Un lavoro capace di accompagnarci in una stagione che richiede tutte le armi di cui possiamo disporre, e la musica è una delle più importanti.
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