Dopo aver raccontato le Guerre Puniche gli Ex-Deo tornano sulle scene con The Thirteen Years of Nero. Un album che, come da titolo, ha come storia principale i trent’anni del regno dell’Imperatore Nerone, dal suo inizio fino alla sua fine.
Quando si parla di band metal che trattano eventi storici si pensa subito ai Sabaton, o per i più “anziani” agli Iron Maiden (in certi casi), ma nella scena metal internazionale esistono tante altre band di questo genere che spesso, pur avendo talento, rimangono sottovalutate ed in uno spazio di nicchia. Una di queste band sono appunto gli Ex-Deo, band capitanata da Maurizio Iacono (front-man anche dei Kataklysm), che nelle loro canzoni trattano la storia dell’Impero Romano.
Per raccontare la storia dell’Impero Romano gli Ex-Deo, oltre a portare testi e dei concept album basati sui vari eventi storici dell’impero, si aiutano anche grazie all’uso di strumenti e composizioni strumentali tipiche dell’epoca. Soprattutto nel caso di queste due ultime caratteristiche, unite alle atmosfere più cupe del genere (identificabile tra il symphonic death metal influenzato, in minima parte, dal black metal) fanno sì che l’ascoltatore entri totalmente nella “mood” della canzone.
The Thirteen Years of Nero tratta della storia dell’Impero Romano sotto la guida appunto di Nerone e gli Ex-Deo raccontano tutta la storia dell’Imperatore fin dagli inizi della sua carriera fino alla fine, prendendo in considerazione solo i momenti più importanti
Le prime tra tracce di The Thirteen Years of Nero sono incentrate sulla presentazione dell’Imperatore Nerone: “The Fall of Claudius” in cui gli Ex-Deo raccontato l’inizio dell’impero di Nerone, poi “Imperator” con cui si parla del modo in cui l’Imperatore avrebbe governato Roma, anni che sarebbero stati di pieni di terrore, oscurità e tradimenti, e per finire “The Head of Snake”. Tre canzoni che a livello storico riescono a dire l’essenziale (ovviamente non ci si aspettava un libro di storia musicale), ma musicalmente solo l’ultima delle tre tracce riesce a stupire, mentre le altre due rimangono molto nell’ombra.
Nerone, pur non essendo molto interessato alle campagne militari, dovette comunque continuare quella per la conquista della Britannia che però fu interrotta a causa di una rivolta nel 60-61. In The Thirteen Years of Nero se ne parla in “Boudicca (Queen of the Iceni)” (traccia in cui tra l’altra troviamo come special guest Brittney Slayes, cantante dei Unleash The Archers), traccia che però fa quasi da intro per quella seguente, ovvero “Britannia: The 9th Camulodonum”, in cui si racconta della più grande vittoria da parte degli Iceni nei confronti dell’Impero Romano (che perse la Nona Legione).
In questi due casi gli Ex-Deo riescono ad essere molto più incisivi rispetto alle prime tre tracce di The Thirteen Years of Nero, creando atmosfere molto più adatta al fatto storico, insomma si parla di creare delle mood che possano rappresentare quell’adrenalina mista all’angoscia che si hanno durante una battaglia o una guerra, e tutto questo fa si che anche l’ascoltatore possa tenere alta l’attenzione nei confronti delle due tracce.
Una volta presentato il protagonista di The Thirteen Years of Nero e trattato uno dei primi “punti bassi” del suo Impero, non poteva mancare il racconto dell’episodio che più ha segnato la storia di Nerone, che ci porta anche alla sua caduta
Dite la verità, quanti di voi, anzi, noi, conosco l’Imperatore Nerone oltre il famoso incendio di Roma. In “The Fiddle & the Fire” si parla appunto del grande incendio, ma purtroppo la traccia non stupisce abbastanza e di conseguenza non ha la giusta attenzione a livello di ascolto, un vero peccato visto che poteva, anzi, doveva essere una delle tracce principali dell’album ed anche a livello di testo-storico si ignora quasi completamente l’accaduto.
Dispiace dirlo, ma The Thirteen Years of Nero è un continuo sperare che termini, sarà perchè personalmente il genere portato dagli Ex-Deo non fa più parte dei miei ascolti, ma credo che per chiunque questo possa risultare un album noioso in tutto, anche a livello storico si racconta molto poco, e lo si evince soprattutto nei testi in ci sono decine di versi che dicono molto poco del regno di Nerone, ancora peggio se si pensa che le parte strumentali delle tracce sembrano essere, tranne per due di loro, tutte uguali. Insomma, un album che non si dimostra all’altezza della band e che la già dalla seconda traccia fa pensare “ma quando finisce?”. Si poteva fare molto di più, pensando soprattutto al fatto che l’Impero Romano è un argomento che affascina sempre molte persone.
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