Last Days Of Eden dei Sole Syndicate è un album incredibilmente energico, carismatico, trascinatore, capace come pochi di tenere veramente incollato l’ascoltatore dall’inizio alla fine dei suoi cinquanta minuti di durata.
La potenza di Last Days Of Eden sta soprattutto nella formula musicale che i Sole Syndicate hanno deciso di amalgamare. Difatti, l’interno album si snoda attraverso stilemi e caratteristiche di un genere e di un sound chiaramente Metal. Tuttavia, la band sfrutta i più variabili aspetti dei vari sottogeneri del Metal e delle band che ne hanno fatto la storia lungo gli anni Ottanta e Novanta. Un ricco insieme di svariate sfumature differenti avrebbe anche potuto rischiare di far apparire i Sole Syndicate come una band emulatrice di vecchie emozioni musicali: non è affatto così, perché questa band rivelazione riesce a mantenere un’impronta straordinariamente personale e caratteristica.
Fin dalle prime battute di Wake Up si può notare la presenza di influenze di band come i Van Halen, tanto per fare un esempio, soprattutto per quanto riguarda la sonorità delle chitarre.
Inoltre, altra fondamentale caratteristica dei Sole Syndicate, si avverte immediatamente un sound più grezzo, più vivo e anche più realistico e autentico rispetto alla maggioranza delle produzioni di questi ultimi anni. La band offre un approccio musicale meno pulito e talvolta volontariamente meno preciso, ma guadagnando in umanità e naturalezza, facendola spiccare nell’affollato panorama musicale odierno.
La tracklist di Last Days Of Eden si snoda quindi lungo dieci brani per una cinquantina di minuti senza mai annoiare l’ascoltatore.
Anzi la forza del loro coinvolgimento ha ben pochi rivali, vista la loro capacità di tenerci incollati in un ascolto estremamente attivo. L’aggressività di brani come We All Fall Apart o We Came To Rock rappresenta un esempio piuttosto chiaro delle capacità dei Sole Syndicate. Da notare tra l’altro il richiamo nei titoli a un’entità collettiva e un noi (We All Fall Apart, We Came To Rock, Bring Us A Hero, Brothers) che permette alla band di creare un legame molto forte con il pubblico, un coinvolgimento in una causa comune.
L’intero Last Days Of Eden sembra quasi, da questo punto di vista, una sorta di rito di iniziazione che i Sole Syndicate praticano sull’ascoltatore, in modo da accoglierlo nella propria loggia o congregazione. Del resto, le prime parole pronunciate dal vocalist (con un modernissimo effetto corale) sono: Wake up to the revolution!
La vivacità dei vari brani scorre attraverso anche atmosfere più morbide, testimoniate dalla lunga e piacevolmente lenta Glory Days (sulla quale percepisco sinceramente richiami ai Queensryche di Operation: Mindcrime), ma anche da sonorità più aggressive, figlie del Metal americano anni Novanta. Difatti, Bring Us A Hero ricorda tantissimo, per il suo ritmo cadenzato e la profondità dei riff di chitarra, le sonorità dei Pantera, mentre We All Fall Apart si avvicina al sound delle band Alternative Metal di fine millennio.
Insomma: Van Halen, Def Leppard, Survivors, Queensryche, Pantera, Alter Bridge…
I Sole Syndicate guardano davvero molto a un glorioso passato della musica Metal. E questo rischia di minare non poco la capacità di questo genere di guardare al futuro senza basarsi sulle vecchie glorie.
Tuttavia i Sole Syndicate riescono a realizzare qualcosa di veramente molto personale, qualcosa che non scada nella banale imitazione. In un panorama musicale in cui tantissime band Metal, veterane o meno, guardano al passato incapaci tuttavia di dire qualcosa di nuovo, questa band riesce a spiccare per una straordinaria, quanto mimetizzata, dose di originalità. Mentre molti altri rischiano di scadere quasi nel plagio, i Sole Syndicate riescono a mescolare tantissime influenze provenienti da tante band diverse, tutte molto caratteristiche, ma sempre molto diversificate tra loro, mantenendo costantemente un’idea personale della loro musica e del loro modo di esprimersi.
E poi c’è poco da fare. Last Days Of Eden è veramente un disco molto bello, che si ascolta con grandissimo piacere dall’inizio alla fine praticamente senza saltare neanche una canzone.
Tutti i brani hanno un loro perché, hanno i loro pregi e le loro personalità, differenti ma coerenti nel quadro d’insieme. Forse si potevano tagliare un paio di minuti per snellire ulteriormente la fase di ascolto, ma senza ombra di dubbio ci troviamo davanti a una delle migliori pubblicazioni del 2020 e a uno dei migliori prodotti in assoluto della Scarlet Records. Di conseguenza non possiamo che fare i complimenti ai Sole Syndicate e aspettarci qualcosa di notevole anche per gli anni a venire.
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