Nonostante l’iconico “re del pop” non sia più con noi, non si può dire la stessa cosa per la sua immensa eredità musicale e per uno dei suoi capolavori maggiori in particolare. Parliamo di un album immortale, come il resto della discografia di Michael Jackson: Thriller, pubblicato per la casa discografica Epic Records.
Questo disco arriva sulla scena musicale il 30 novembre 1982 e consacra la fama a livello mondiale dell’allora ventiquattrenne Michael Jackson. È il suo secondo lavoro da solista – dopo i successi precedenti con i Jacksons 5, fino al 1978 – e contiene nove brani, di cui sette nella Top 10 della Billboard Hot 100. Si vede attribuire un riconoscimento mastodontico, quello di album più venduto della storia della musica: trentatré milioni di copie solo negli USA e più di cento milioni in tutto il mondo. Nel 2001 fu pubblicata una Special Edition di Thriller che conteneva, oltre ai pezzi originari, delle tracce bonus, tra cui sei interviste a Quincy Jones, storico produttore di Michael Jackson.
Tutt’ora, Thriller conta a livello mondiale centouno dischi di platino, otto dischi d’oro e diciassette dischi di diamante.
Uno stile ritmato e coinvolgente, tipico del pop anni ’80, alternato a brani R&B dall’andatura più lenta – come la memorabile The Girl Is Mine, cantata con Paul McCartney –. Non siamo in presenza di un prodotto musicale come tanti, ma di un vero e proprio pilastro nella storia della musica pop. Ma Thriller non si distinse solo per la propria qualità stilistica; rilevante è anche l’apporto progressistico che rappresentò per la mentalità del periodo in cui esordì. Con la pubblicazione nel 1983 del video di Billie Jean su MTV venne a crearsi la prima occasione in cui tale canale trasmetteva il filmato di un artista non bianco, cosa mai accaduta prima di allora. E non fu un caso isolato: da allora in avanti MTV proseguì regolarmente con la promozione di cantanti di colore.
Il brano primeggiante tra tutti gli altri è senza dubbio Thriller, intitolato come l’omonimo album. Jackson fu ispirato in gran parte dal film Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis, tanto da volerne riprendere le ambientazioni per il video della propria canzone. La sua volontà fu così grande che riuscì a vincere le perplessità della Epic Records; tutt’oggi va ringraziata la caparbietà di Michael, che contribuì a creare una vera e propria icona dell’ambito musicale.
In un’epoca ancora lontana dallo streaming gratuito ed illimitato nacque una vera e propria ossessione per il video musicale di Thriller: MTV dovette accogliere le numerosissime richieste di fans che intasavano assiduamente i centralini per far sì che il video musicale della canzone venisse trasmesso ancora più volte al giorno. D’altronde, una produzione dall’aura così hollywoodiana – considerando la presenza di una trama, una coreografia articolata e l’uso di effetti speciali – non era mai stata vista in ambito musicale prima d’allora e contribuì a modificare la vecchia tendenza prevedente un budget limitato per la realizzazione di video musicali. Lo stesso Michael ripudiò persino il termine “video”, preferendo “cortometraggi”. Inoltre, Thriller rimane un must irrinunciabile per creare l’atmosfera in ogni Halloween che si rispetti.
A cura di Giulia Di Persio
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