George Van Den Broek alias YELLOW DAYS si prepara a tornare nel nostro Paese con una data esclusiva, organizzata da Vivo Concerti, martedì 23 marzo 2021 a Milano – Santeria Toscana 31, in cui sarà possibile ascoltare i brani del nuovo album “A Day in a Yellow Beat”.
Nato a Manchester, si trasferisce a sud da bambino, dove i suoi genitori aprono un negozio a Haselmere, nel Surrey. All’età di undici anni gli viene regalata una chitarra per Natale e da allora la musica diventa la sua vita. Yellow Days, sembra essere un’anima antica reincarnata nel corpo di un ragazzino, che all’età di soli 18 anni mostra una musicalità incredibile.
Nei suoi testi affronta temi complessi come la politica, l’ansia e la depressione, il tutto accompagnato da un tono vocale che evoca perfettamente le sue diverse influenze artistiche, che comprendono Ray Charles, Howlin’Wolf e Mac De Marco.
Nel dicembre 2016 pubblica “Harmless Melodies”, il suo Ep di debutto. Per Yellow Days le sette tracce dell’album diventano un’importante occasione per confermare le sue abilità di artista e produttore, anche grazie al vibrato simile a quello di King Rule.
“Is Everything Okay in Your World?” è il suo album di debutto contenente 13 brani e che esce nell’ottobre 2017. Nel disco, accanto alla sua voce soul e alla chitarra jangle-jazz, emerge anche l’uso sapiente di tastiere vintage, fiati e sintetizzatori. Nell’aprile 2018 Yellow Days pubblica “The Way Things Change”, che racconta di come sia necessario imparare a vivere in un mondo in cui l’unica costante è il cambiamento.
La ricerca continua di George lo ha portato fino al 2020 con “Treat You Right”. Questo brano anticipa il nuovo album “A Day in a Yellow Beat” (Sony Music/Columbia Records) in uscita il 18 settembre 2020 in versione digitale. Il primo singolo estratto è “Love Is Everywhere”, pezzo che combina perfettamente una sofisticata anima moderna a chiare influenze old-school jazz.
Sulla sua attuale direzione musicale, George spiega “Sto cercando di definire la mia versione di musica dance ironica piena di verità deprimenti sul sentirsi lontano dai tuoi amici, o sulla sensazione che niente valga niente”, in particolare si è immerso nel Anni ’70: i lavori dell’era fusion di Herbie Hancock e Quincy Jones, le fasi più funky di Marvin Gaye e Curtis Mayfield e la magia della tastiera di Don Blackman e Weldon Irvine. È rimasto sveglio fino alle 5 del mattino guardando Soul Train su YouTube e testando il suo falsetto.
“A Day in a Yellow Beat” è il culmine di idee in tempo reale, per quanto folli possano essere.
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