Il Gattopardo – La nuova serie di Netflix

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Il riadattamento dell’omonimo romanzo di Tomasi di Lampedusa, arriva su Netflix in una serie da 6 episodi.

Siamo al giorno zero, domani esce il “nuovo” Gattopardo e noi di Shockwave abbiamo avuto il piacere di assistere in anteprima ai primi tre episodi e alla conferenza stampa con protagonisti, produttori e registi. Un progetto tanto ambizioso e promosso nelle varie sedi internazionali come prodotto di punta per l’Italia su Netflix, e quindi a livello globale.

La storia, molta nota, in breve: ambientata in Sicilia nel periodo dei moti risorgimentali del 1860, scava in quel momento di rottura quando il regno dei Borbone collassa per lasciar spazio ai garibaldini sbarcati per riunificare l’Italia intera sotto un’unica bandiera. L’aristocrazia del passato, quella di cui fanno parte il protagonista (Don Fabrizio, detto il Gattopardo) e tutta la sua famiglia, vede così quindi il cambiamento attorno a sè, la nascita di una nuova classe borghese e la conseguente perdità di potere.


Celebre è la frase, che fa da claim anche all’adattamento Netflix, “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi” pronunciata dall’amato nipote del principe, Tancredi, che sarà il collante tra i due mondi, quello in ascesa e quello in declino, il vecchio e il nuovo. Questa frase racchiude perfettamente in sè tutto lo spirito, le frizioni, le alleanze, le controversie, che si alternano nel mondo in parte vissuto ed in parte immaginato dal Tomasi.

Nonostante produttori e registi (sono infatti tre Tom Shankland, Laura Luchetti e Giuseppe Capotondi) abbiano schivato le domande insidiose dei giornalisti che spesso hanno cercato di mettere a paragone la serie con il celebre film di Luchino Visconti del 1963, affermando all’unisono che è un adattamento esclusivamente basato sul libro, nell’immaginario collettivo resta marchiato a fuoco quel capolavoro che ha fatto scuola.

Anche il cast principale non ha avuto sconti, ed ecco quindi Kim Rossi Stuart (Don Raffaele di Salina AKA Il Gattopardo), Deva Cassel (Angelica), Saul Nanni (Tancredi), Benedetta Porcaroli (Concetta) e Astrid Meloni (Maria Stella di Salina), a schivare i paragoni con mostri sacri del cinema. Specie i primi tre hanno affermato che il peso di Burt Lancaster, Cludia Cardinale e Alain Delon si è fatto sentire, ma è stato anche uno sprono a dare il massimo e fare proprio il personaggio (divertente il cambio di tonalità di voce di Kim Rossi Stuart che ancora manifesta strascichi fuori dal set).

In seguito alla prima e alla conferenza, emerge la percezione che nella serie sembri mancare il caos e la confusione tipici di quel periodo. Tutto è inserito in una, a tratti, “troppo perfetta” cartolina della Sicilia (il regista Tom Shakland ha infatti affermato di amare quest’isola fin da piccolo, quando ci andava con la sua famiglia, ma l’effetto finale sembra uno spot pubblicitario della Liguria durante Sanremo).

Messi da parte quindi paragoni improponibili e prime impressioni, passiamo alla semplice descrizione di quello che succede nei primi tre episodi de Il Gattopardo (senza spoiler).


Siamo tra Palermo e provincia, i tumulti per spodestare i vecchi aristocratici e borboniani diventano sempre più numerosi e violenti. La famiglia del Principe di Salina crede di essere tranquilla nella sua tenuta di campagna, lontana dalla città ormai assediata. Così tra banchetti sfarzosi (con un’ eccessiva enfatizzazione di granite e brioche per farci sentire in Sicilia) e piccoli screzi familiari la vita procede serena per loro.

Scopriranno presto che il cambiamento è più vicino di quanto pensino. Troverà infatti tra i maggiori sostenitori il tanto amato Tancredi, nipote del Gattopardo, più amato del suo stesso figlio. Quando il cambiamento giungerà in tutta la Sicilia cominceranno ad intricarsi giochi di poteri ed alleanze, con nessuna fazione pronta a cedere di buon grado all’altra. Ecco che tra vecchia aristocrazia, garibaldini e nuova borghesia in ascesa, si andranno a mescolare amori passionali e di comodo a confondere ancora di più le carte sul tavolo da gioco/battaglia.

Emergeranno rispetto al libro maggiormente le figure femminili di Angelica, Concetta e della Principessa di Salina. Angelica da mero oggetto del desiderio, e pedina di gioco di un padre sempre più avaro di potere, si trasformerà in una persona piena di dubbi, in cerca della vera se stessa e della sua felicità. Anche Concetta dovrà lottare contro il suo cuore, e assume il ruolo di coprotagonista degli avvenimenti. Infine, l’interpetazione di Astrid Meloni, darà spessore ad un personaggio secondario ma molto profondo.


Nonostante le belle premesse del prodotto però, il tutto risulta abbastanza piatto e non capace di rievocare l’autenticità e la crudezza necessaria per una produzione che tratta questi temi. Speriamo che il tutto si “incendi” nella seconda metà della serie, facendoci ricredere. Ci è stata promessa la scena di un ballo “iconica”, girata tra l’altro nella sala dove siamo stati ospitati per la conferenza stampa. Riuscirà a farci cambiare idea sul “nuovo” Gattopardo? Vedremo, per ora quello che ci resta è di aver visto una Bridgerton sicula con le paste di mandorla durante il tè delle cinque.

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