Pesci Piccoli, la nuova serie targata The Jackal

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Su Prime Video c’è la nuova serie dei The Jackal: Pesci Piccoli! Nuova perché c’era già stata Generazione 56K ma stavolta l’hanno anche prodotta e ciò permette che ci sia in questo nuovo prodotto tutta l’essenza “sciacalla” dei loro video e web series (sempre sia lodata Lost in Google).

“Un’agenzia. Molte idee. Poco budget.” Il claim della serie Pesci Piccoli riesce in poche semplici espressioni a racchiudere tutta l’essenza e la natura di questa creazione e dei suoi creatori. Infatti i The Jackal restano nella loro zona di comfort in tutti i sensi: narrativi perché i personaggi sono ispirati a loro stessi e al loro vissuto; scenografici perché l’ambiente “casalingo” dell’ufficio non troppo chic è proprio loro, li rappresenta a pieno.

Questa scelta risulta essere vincente perché il tutto è immerso in un alone di realtà, anche quando i personaggi si trovano in situazioni surreali o paradossali. Poi vogliamo parlare di quella leggerezza che però piano piano ti scioglie dentro? Stupenda. Perché la musica utilizzata? Viene proprio di fare una serata karaoke con i The Jackal.

Pesci Piccoli, la nuova serie targata The Jackal

In breve, la serie racconta della vita di una piccola succursale di una grande agenzia pubblicitaria milanese, nella periferia di Napoli. A differenza della sede principale che vanta grandi budget e clienti internazionali, i protagonisti sono costretti a lavorare di fantasia e con brand molto meno conosciuti. In questo contesto viene inserita la figura di Greta, giovane project manager che viene trasferita da Milano per “incomprensioni” con i piani alti. Riuscirà ad integrarsi in un mondo così diverso da quello a cui era abituata? Scopritelo, ne vale la pena.

Zero spoiler ok, però non si può fare a meno di evidenziare alcune citazioni presenti nella serie. Quella a The Office, scontata ma coerente, rende il prodotto familiare ma anche innovativo. Si apprezza il lavoro altrui del passato, quello con cui si è cresciuti ma con la consapevolezza che ora tocca alla generazione sciacalli. Un acquario vuoto che sembra dire, siamo talmente piccoli che nessuno ci vede ma che può essere visto come un trampolino: non siamo ancora Boris ma abbiamo tante incredibili idee per crescere, ora è il momento di tuffarsi.

Sono piccoli ok, ma si fanno sentire come giganti nella loro semplicità. Colpiscono senza far accorgere al pubblico che si sta affezionando, perché si rivede in loro, nelle complessità e paranoie della vita di tutti i giorni.

Dall’iconico “vuo fa pesc e pesce” a “ma vuo fa (vuoi vedere) che Pesci Piccoli è un manifesto
generazionale?”, e se qualcuno pensa il contrario, infondo, ma che ce ne foooooott’.
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