Addio a Chick Corea, leggenda del jazz

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Armando Anthony Corea, detto Chick Corea, ci ha lasciati martedì scorso. Così si apprende dalla sua pagina Facebook dove è apparsa la notizia accompagnata da un lungo messaggio di commiato della famiglia.

Per tutta la sua vita e la sua carriera, Chick ha apprezzato la libertà e il divertimento di creare qualcosa di nuovo e di giocare come solo gli artisti sanno fare. Era un amato marito, padre e nonno, e un grande mentore e amico per tanti. Attraverso il suo lavoro e i decenni trascorsi in giro per il mondo, ha toccato e ispirato la vita di milioni di persone

Chick Corea, nato a Chelsea nel 1941, era sulle scene sin dagli anni ’60 quando aveva mosso i primi passi, il primo album è del 1966, Tones For Joan’s Bones e lo realizza con Woody Shaw alla tromba e Steve Swallow al contrabbasso.

ù Poi la musica latinoamericana con Mongo Santamaria e Willie Bobo. Da lì spicca il volo e mette a segno collaborazioni sempre più prestigiose con artisti del calibro di  Stan Getz, Herbie Mann, Miles Davis, Herbie Hancock, Gary Burton, Bobby McFerrin. Sulla tastiera di Corea passa molta della musica migliore del ‘900. Il suo stile contribuisce a rendere molti album vere e proprie pietre miliari del jazz e della musica contemporanea.

chick corea pino daniele

In Italia, tra le altre cose, lo ricordiamo per il connubio con Pino Daniele in Sicily. Non è un caso infatti che Chick Corea dichiarasse di avere un cuore italiano, le sue origini calabresi tradivano una appartenenza col nostro paese che lui stesso aveva rivendicato fino a portare in giro un tour dal titolo “My Italian Heart” nel 2014 che partì proprio da Napoli. In occasione di quel tour lo stesso Corea aveva dichiarato “Sono fiero della mia collaborazione con Pino, e del suo arrangiamento. Eseguirò anche questo pezzo, lo giuro” facendo riferimento alla celebre rielaborazione ad opera di Pino Daniele di quel brano che è diventato un classico del repertorio di entrambi gli artisti.

Nel corso della sua lunga carriera il pianista statunitense ha collezionato 23 Grammy Awards, il primo nel 1976 per l’album No Mystery della sua band Return to forever, considerata tra le più importanti del genere jazz-fusion. Prese parte inoltre alle incisioni di Bitches Brew, di Miles Davis, uno degli album più importanti della storia della musica. Sempre sulla sua pagina si legge il suo saluto al mondo della musica:

“Ai miei fantastici amici musicisti che sono stati come una famiglia per me da quando li conosco: è stata una benedizione e un onore imparare da voi e suonare con tutti voi. La mia missione è sempre stata quella di portare la gioia ovunque potessi, e averlo fatto con tutti gli artisti che ammiro così tanto questa è stata la ricchezza della mia vita

Raffaele Calvanese
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