Eravamo nel pieno dell’età dell’oro del pop di ultima generazione e non lo sapevamo, nel 2015. I One Direction erano ancora una band (lasciatemi stare), 1989 aveva appena sconvolto l’universo mondo, Katy Perry dominava le classifiche. Cominciavano a farsi notare The Weeknd, Charlie Puth, Shawn Mendes. Blue Neighbourhood non aveva le carte in regola per diventare un fenomeno globale, ma era un progetto realizzato con la cura che si addice alle pop star all’apice della loro carriera. E invece era il primo album di uno youtuber ventenne australiano.
Australiano, con un viso dolce e un timbro di voce inconfondibile, Troye Sivan ha aperto il suo account YouTube nel 2007 e in pochi anni è diventato uno degli “idoli” del social.
Accanto a nomi come Tyler Oakley, Troye Sivan era tra i primi a prendere parte alla nascente cultura dei trend e dei format, a tentare adv e campagne di divulgazione social. Il suo canale contava oltre 30.000 iscritti e, anche se pubblicava spesso cover, l’annuncio del suo album è arrivato un po’ inaspettato.
Già i primi singoli mostravano una maturità impressionante per un “novellino”: accanto alla pop perfection dei sound vi erano testi profondi che raccontavano la sua realtà in maniera spesso cruda. I suoi fan (allora, più che altro i suoi iscritti) avevano dai 15 ai 20 anni e non erano ancora consapevoli della cultura degli eccessi nell’industria o delle difficoltà affrontate dai ragazzi omosessuali. I videoclip percorrevano uno ad uno la storia tragica di due amanti separati da una società che non era pronta per accettarli, Troye era protagonista insieme al modello australiano Matthew Erikkson. In poco tempo, diventò la voce di una generazione intenta a riscrivere la storia e trovare nuove parole per creare la propria identità. Con il suo album d’esordio ha ottenuto diversi dischi d’oro e disco di platino in Stati Uniti e Australia, già allora era imperdonabile ignorare Troye Sivan.
Nel 2018 è uscito il secondo album di Troye Sivan – Bloom – che dall’elettropop lo vedeva spostarsi verso il dance pop. Troye ormai era un giovane uomo e aveva chiaramente scelto il suo pubblico: ai testi ragionati e gli argomenti pesanti sceglieva uno stile più divertente, senza pretese, ma continuava a non rinunciare alla qualità. Rispetto all’album d’esordio, questo è stato quasi un flop, solo My! My! My! ha riscosso un certo successo.
Ma l’artista è rimasto influente recitando, realizzando la canzone principale della colonna sonora di Love, Simon e collaborando con altri artisti – come Ariana Grande (nel video di Thank You Next), Charlie XCX (2099) e Martin Garrix (There for you). Soprattutto, nel suo stile, mantenendo stretto il legame con i fan tramite la condivisione sui social degli alti e i bassi della sua vita.
Qui in rete è nato e non ha mai smesso di captare i nuovi linguaggi, i trend e le piattaforme più interessanti. Con la sua autoironia, ha continuato a farsi portavoce di quel pubblico che lo aveva accolto da giovanissimo e che era cresciuto e cambiato con lui. Dagli anni della formazione ad oggi, da semplice ragazzo gay i sono create mille sfumature per definirsi e sentirsi parte di un gruppo, sono tantissime le parole usate inizialmente come insulto e diventate poi termini unificanti.
Troye scherza in particolare con il termine twink – un termine proprio della comunità omosessuale che sta ad indicare ragazzi gay dall’aspetto giovanile (talvolta di giovane età). Lui, che sembra ancora avere 18 anni come quando ha rilasciato il suo video di coming out su YouTube, è il loro re e la loro realtà è la sua. Così diventa bersaglio delle fan k-pop dopo aver fatto apprezzamenti ad uno dei loro idols o commenta i vari smash or pass in tendenza su TikTok.
Anche di questa piattaforma, piano piano, scopre tutti i segreti e – quatto quatto – rilascia Rush! a luglio 2023, primo singolo dell’album (in uscita ad ottobre) Something To Give To Each Other. Si sorprende forse solo lui di quanto velocemente il brano conquista prima la piattaforma, poi le radio, poi le tv, poi il mondo intero.
Rush! è pop perfection: il ritornello è inebriante, il sound non è banale ma non perde di orecchiabilità, ma è il video la ciliegina sulla torta. Già Lil Nas X e Jack Harlow avevano realizzato un videoclip erotico con e per la comunità omosessuale (Industry Baby), ottenendo diverse critiche, ma il loro video era volutamente esagerato e a tratti ironico. Troye Sivan trova l’equilibrio perfetto raccontando una situazione reale, rappresentando la tensione e la voglia di libertà senza rinunciare a scelte estetiche che vanno dagli outfit all’uso delle luci.
Ancora una volta, conquista perché parla di una realtà che conosce bene senza avere pretese: non ci sono metafore, non ci sono moralismi, non ci sono sottotesti. La sua ultima relazione è finita (spoiler: male) dopo anni e, una volta elaborato il tutto – come racconta lui ridendo in un’intervista – è arrivata un’altra consapevolezza: “Hey, sono single. Posso divertirmi e fare quello che voglio!”. Rush! è l’inizio del racconto della sua ritrovata libertà e funziona: al momento, sono due dischi d’oro e due nomination ai Grammys (per Miglior Video Musicale e Best Pop Dance Recording). È anche bersagliata da uno sketch del Saturday Night Live con Timothée Chalamet: servono altre conferme? Instant hit.
Passa un po’ in sordina il secondo singolo, Got Me Started (con un sample di Shooting Stars dei Bag Riders), ma sicuramente Troye non si scompone perché sa che sarà il terzo quello in cui si gioca il tutto per tutto.
One of your girls esce il 13 ottobre 2023, in contemporanea con l’uscita dell’album. Il video è l’argomento del giorno, il trend del mese. Un team di truccatori in qualche ora ha trasformato il cantante – con il suo visino da twink e il suo fisico magrino – in una donna bionda vestita come le dive y2k intenta a fare uno strip tease a Ross Lynch (quello di Austin & Ally, ve lo ricordate?).
È un’altra strizzata d’occhio a una generazione che oggi condivide i video di Lynch mezzo nudo sul palco senza aver mai sentito una sua canzone che non sia la sigla della serie. A chi era con lui ai tempi del coming out, è stato con lui durante la formazione ed oggi ha una consapevolezza di sé e della sua identità (e sessualità) nuova, sicura.
È anche riscrivere la storia del pop: il video è pieno di citazioni (il look della Madonna di American Pie, Lynch come il George Michael di Faith, il primi piani e il denim in bianco e nero degli iconici spot In My Calvins…), persino il testo assume un significato più profondo. “I’ll be like one of your girls or your homies”: so farlo (il pop! cosa credete?) anche io, come loro. Posso essere meglio delle dive, meglio dei giganti e ora ve lo faccio vedere.
Su TikTok sono sempre di più i video di uomini che riproducono il balletto con una transition che li vede prima in abiti da tutti i giorni e poi in drag. Ci provano tutti a diventare Troye Sivan anche solo per un minuto e lui si prodiga a caricare tutorial del ballo per portare avanti sempre più quello che sa essere la chiave per il successo.
Il resto dell’album è meno memorabile – merita una menzione Silly, con un sample di Elettra Lamborghini (no, non è uno scherzo) e How To Stay With You, che conclude l’album e lo racconta perfettamente. Something To Give To Each Other è un ritorno al pop fatto per bene ed è un progetto curato nei minimi particolari – forte soprattutto sul lato estetico – come si addice ad un artista cresciuto a pane, social e pop.
È un inno alla libertà, ma non rinuncia a trattare argomenti spinosi (come il tradimento): è un ritorno, ma per molti versi è un debutto. È Troye Sivan che per la prima volta gioca per vincere. E potrebbe anche farcela.
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