La cultura come ruota di scorta

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Un buco nero aleggia nella bozza della Legge di Bilancio 2023: la cultura.

Non c’è stato, come molti artisti e lavoratori dello spettacolo si sarebbero aspettati dalla manovra governativa, il finanziamento dell’indennità di discontinuità – di cui al comma 6 della Legge n. 91 del 15 luglio 2022 – che avrebbe permesso al settore artistico-culturale di ottenere quel sostegno governativo che è mancato e che il Covid ha fatto emergere drammaticamente.

In questa sede, però, lasciando da parte i tecnicismi normativi, mi preme analizzare il ruolo che ricopre la cultura nel nostro asset socio-governativo. Ovverosia, una Legge di Bilancio che non prevede fondi sufficienti da destinare alla Cultura, quale società potrà formare? Una società post-pandemica, economicamente debole, moralmente provata, a quale risorsa potrà attingere se la cultura artistica del proprio Paese non è supportata dal proprio esecutivo?

Interrogativi che lasciano perplessità, rabbia, sconforto e sgomento, soprattutto dopo tutte le battaglie portate avanti in quest’ultimo biennio in cui, associazioni e lavoratori dello spettacolo hanno cercato in tutti i modi di far emergere la condizione precaria in cui versa(va) il proprio settore.

L’assenza dei fondi alla Cultura nella Legge di Bilancio non ha lasciato inermi le associazioni La Musica che Gira e di UNITA che con un appello rilasciato nella giornata di oggi, 7 dicembre 2022, scrivono:

Oggi si apre la stagione del Teatro alla Scala di Milano. Saranno presenti le più alte cariche istituzionali. E saranno presenti come in una grande cerimonia di stato perché la Prima della Scala è un evento importante, perché la Cultura è importante. Eppure, all’interno del Disegno di Legge di Bilancio mancano completamente i fondi per la Cultura e mancano le coperture per finanziare una misura indispensabile per il settore dello spettacolo e degli eventi, l’indennità di discontinuità già approvata in Parlamento.

Nonostante l’impegno dichiarato al question time dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di integrare e aumentare la consistenza finanziaria dell’indennità di discontinuità per i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo, non un solo euro è stato destinato a questa importantissima misura, che con le adeguate coperture sarebbe stata introdotta già dal 2023.

La prima della Scala, fiore all’occhiello della cultura italiana, è possibile perché esiste nel mondo dello spettacolo personale iper-specializzato, qualificato, che con le proprie competenze definisce il prestigio della nostra cultura, del miglior ‘made in Italy’. Di questi lavoratori e lavoratrici non ci si è occupati nel Disegno di Legge di Bilancio.

Stasera si chiuderà il sipario su una Prima. Non chiudiamolo anche sulle tutele e sui diritti.”

La cultura come ruota di scorta

Da queste parole emerge tutto lo sconforto e la delusione di chi, sperava, di aver vinto una battaglia ma si trova ferito alle spalle da chi gli aveva promesso un’intesa.

Da avvocato e fruitrice della cultura artistica e dello spettacolo, non posso non farmi carico di questa falla presente nella nostra società appoggiando, solidalmente e attivamente, i lavoratori e le lavoratrici del settore.

Perché un Paese in cui la Cultura non è nemmeno l’ultima ruota del carro, ma rappresenta una ruota di scorta, è destinato a una lunga, nevralgica degenza.

È arrivato il momento di sedersi al tavolo e iniziare un attento e concreto piano pre-mortem.

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