È uno dei migliori attori del panorama italiano, incisivo, ironico, ci ha saputo emozionare con uno dei suoi ultimi ruoli in una fiction Rai, ci ha reso partecipi della nascita di sua figlia dimostrando una grande umiltà. Sto parlando di Luca Argentero.
Nato a Torino il 12 aprile del 1978, dopo gli studi superiori Luca Argentero si laurea nel 2004 in Economia e Commercio. Nel 2005 debutta come attore nella serie televisiva Carabinieri in cui interpreta, dalla quarta alla sesta stagione, il ruolo di Marco Tosi.
Nel 2006 debutta invece sul grande schermo con il film A casa nostra, regia di Francesca Comencini. Ritorna nelle sale cinematografiche l’anno successivo con Saturno contro, diretto da Ferzan Ozpetek, e Lezioni di cioccolato.
Nel 2010 Luca Argentero recita in ben tre film tra cui Mangia prega ama, per la regia di Ryan Murphy, con Julia Roberts. Nel 2012 invece prende parte alle riprese dell’adattamento cinematografico dell’omonimo libro di Alessandro D’Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue. È stato persino co-conduttore di Le Iene e giudice nel talent Amici di Maria De Filippi.
Ora che abbiamo ripercorso velocemente la sua carriera è il momento di analizzare due ruoli che Luca Argentero ha interpretato di recente, il genio Leonardo da Vinci e il medico Andrea Fanti.
Io, Leonardo (2019)
Se potessi descrivere questo film con solo tre parole direi: dritto al cuore.
Eh sì, perché non sono riuscita a staccare gli occhi dallo schermo neanche un attimo, mi sembrava di essere testimone oculare della vita di un genio e in quel momento era tutto ciò che contava.
I dialoghi di Leonardo da Vinci sono tratti dai suoi scritti, ed in particolare dal Trattato della Pittura. A dare voce, vita e piena realizzazione a Leonardo è uno straordinario Luca Argentero, capace di lasciar trasparire ogni più piccola emozione soltanto dal suo sguardo.
Il film non è altro che un diario di viaggio degli eventi che portarono alla creazione delle opere più belle ed immortali che l’artista riuscì a realizzare nonché il tentativo di guardare nelle più profonde viscere della mente di un genio.
“Ciò che so è molto, ma ciò che non so è troppo”.
Leonardo si nutriva di conoscenza, di esperienza e di curiosità tanto che studiare e disegnare sono il suo unico rifugio sicuro. Il suo grande talento comincia ad emergere quando Leonardo contribuisce con le sue stesse mani ad un dipinto intitolato Battesimo di Cristo quando venne affidato alla guida del Maestro Andrea Verrocchio, diventando uno dei simboli della Firenze rinascimentale, centro artistico di quell’epoca.
Essendo fiorentino doc era inevitabile un legame con i Medici, mecenati della città per eccellenza. Dal rapporto con Lorenzo il Magnifico però rimane deluso: quest’ultimo infatti lo manda in missione diplomatica a Milano, presso la corte di Ludovico Sforza, meglio conosciuto come il Moro.
A Milano però Leonardo troverà l’ispirazione per realizzare alcune delle sue opere più emblematiche. Qualche esempio? La Vergine delle Rocce, la Dama con l’ermellino e l’Uomo Vitruviano. Nel caso di quest’ultimo Leonardo riuscì a rappresentare l’unione simbolica di arte e scienza attraverso il ritratto di un corpo di bellezza superba all’interno di due forme perfette: il cerchio ed il quadrato. Disegno che viene considerato emblema del Rinascimento in cui umano e divino s’intrecciano tra di loro.
Successivamente, nel 1494, gli venne commissionata una pittura murale da realizzare all’interno del convento di Santa Maria delle Grazie, luogo caro al Moro. Nonostante i colori sgargianti che Leonardo adottò non siano giunti ai tempi nostri, ciò non fa dell’Ultima Cena un capolavoro meno spettacolare. Per rappresentare gli apostoli, Leonardo scelse di trovare volti umani in grado di rispecchiarli, ed è per questo che chiunque la guardi si commuove, magari persino pensando di ritrovarsi in uno di quei volti.
Seguì un periodo di viaggi tra Mantova, Firenze e Venezia. I suoi servigi saranno poi richiesti dal re di Francia, dove visse il suo periodo più sereno.
Alla sua morte, avvenuta il 2 maggio 1519, Leonardo lasciò migliaia di fogli, taccuini e disegni autografi. Il suo allievo Francesco Melzi dedicherà il resto della sua vita a raccoglierli ed ordinarli. Parte di questa eredità dal valore inestimabile è custodita nel caveau della Biblioteca Ambrosiana di Milano, ben 1.119 fogli del celebre Codice Atlantico, la più vasta raccolta al mondo di disegni e scritti di Leonardo.
Doc – Nelle tue mani (2020)
Tratta da una storia vera, Doc – Nelle tue mani, è una serie andata in onda tra la primavera e l’autunno del 2020 e si ispira alle vicende di un medico, Pier dante Piccioni, ad oggi primario del Pronto Soccorso di Codogno, impegnato in prima linea nella battaglia contro il Covid-19. Una storia di coraggio, intraprendenza e umiltà.
Rimase vittima di un orribile incidente stradale in cui perse la memoria degli ultimi 12 anni della sua vita. Da medico diventò quindi un paziente, e la sua forza d’animo gli permise di rimettersi in carreggiata partendo da zero, rimettendosi sui libri e con tanto impegno tornare ad essere il medico geniale di prima.
Nella serie il protagonista è Andrea Fanti interpretato sempre da uno spettacolare Luca Argentero. Primario di Medicina Interna, reparto dove non è permesso commettere errori, né la fretta, né tanto meno la calma. Severo, freddo e diretto con i suoi specializzandi, non si fa coinvolgere dai pazienti tanto da utilizzare il numero della stanza per riferirsi ad uno di loro.
“Io sono il medico, tu il paziente. Io decido, e tu fai quello che dico io” è una delle sue frasi celebri.
Cinico, severo, ma brillante, la sua vita viene sconvolta quando incontra il padre vendicativo di un ragazzo morto nell’ospedale dove lavora. Gli punta la pistola alla testa e spara il colpo.
Andrea sopravvive grazie all’intervento tempestivo dei suoi colleghi, ma ha perso la memoria degli ultimi 12 anni. Di fronte alla notizia si vede crollare il mondo addosso, e non solo. Appena sveglio deve metabolizzare la separazione dalla moglie, la perdita di un figlio a causa di un arresto cardiaco, e la perdita dei ricordi della sua straordinaria carriera come medico.
Non potendo più ricoprire la carica di primario cerca di trovare il suo posto nel mondo, un modo per essere ancora medico e di rimettere in piedi la sua vita.
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